MUSICA
Il palermitano che non sta solo a guardare: a Mondovì per cantare contro la xenofobia
Francesco Riotta è un musicista palermitano che si è dovuto trasferire a Mondovì per lavoro, il gesto della scritta "Qui c'è un ebreo" lo ha segnato profondamente
Adesso Francesco, che porta Ballarò nel cuore come simbolo di mescolanza tra i popoli, quando ha saputo del terribile gesto fascista e antisemita, di una scritta feroce: "Juden hier", "Qui c'è un ebreo", apparsa sulla porta di casa di Aldo Rolfi, figlio della partigiana Lidia Rolfi, deportata nei campi di sterminio, si è sentito ribollire il sangue nelle vene e ha deciso di andare sul luogo e dare l'unica risposta che è in grado di dare, la musica.
Ha imbracciato la sua chitarra e ha suonato. Prima ha chiesto ad Aldo Rolfi l'autorizzazione per potere suonare una delle canzoni "La macchina della paura" del suo ultimo lavoro discografico "Progetto locale" appena sfornato. La scritta è accompagnata dalla stella di David, come quelle che i nazisti utilizzavano per identificare gli ebrei.
"Progetto locale" è il primo disco da solista di Francesco Riotta, per valorizzare le nuove identità musicali, l'autore ha creato 17 tracce di musica meticcia che attraversano 12 città, 11 nazioni e coinvolgono 22 musicisti e 11 studi di registrazioni. Grazie al coinvolgimento di artisti europei e africani residenti in Europa, l'album si presenta come un ponte tra i due continenti e il carattere multiculturale è accentuato dall'uso di 10 differenti lingue che si alternano tra un brano all'altro in un mix di voci e atmosfere che percorrono chilometri di musica meticcia.
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