ARTE E ARCHITETTURA
Il (maestoso) castello domina dall'alto una città in Sicilia: dal burrone al fiume Salso
Le pietre, testimoni di battaglie e festeggiamenti, ora custodiscono memorie sbiadite, ma indimenticabili, di chi ha vissuto e difeso questo straordinario luogo
Castello di Pietrarossa
Accanto alla chiesa di Santa Maria degli Angeli e al cimitero monumentale, il castello domina dall'alto del burrone tutto il panorama fino al fiume Salso.
La sua presenza, quasi mistica, si fonde con il paesaggio circostante, invitando chiunque si avventuri nei suoi dintorni a immergersi in una riflessione profonda sulla bellezza effimera e sulla resilienza delle epoche passate.
Le pietre, che una volta erano testimoni di battaglie e festeggiamenti, ora custodiscono memorie sbiadite, ma indimenticabili, di chi ha vissuto e difeso questo straordinario luogo attraverso i secoli.
Ogni angolo del castello racconta storie sussurrate dal vento, mentre le mura, scolpite dal tempo e dalla storia, conservano segreti che solo chi si concede il lusso della lentezza e della contemplazione può scoprire.
Tuttavia, in mezzo a queste macerie, si cela un racconto che va oltre la fisicità delle costruzioni e delle demolizioni. Dopo il crollo, tra le rovine, fu scoperto un sepolcro contenente il corpo della principessa Adelasia, nipote del re Ruggero.
Avvolta in un abito di velluto verde e adornata di una corona, la giovane principessa riposava nel silenzio eterno, il cui sussurro ha dato vita a una leggenda affascinante e struggente.
Si dice che lo spirito della bellissima principessa normanna, tragicamente scomparsa nelle stanze del castello di Pietrarossa, non abbia mai trovato riposo.
La sua anima errante continua a vagare tra le alte torri e i resti del castello, un fantasma elegante che può ancora raccontare la sua triste e incantevole storia d’amore e dolore.
Ma chi era realmente Adelasia e perché il suo destino fu così tragico? Adelasia, sorella del principe Ruggero Maccabeo e nipote del Gran Conte Ruggero il Normanno, il conquistatore della Sicilia, sposò Rinaldo d’Avenel. In occasione delle nozze, Ruggero Maccabeo le donò il Castello di Pietrarossa, un dono carico di significato e affetto.
Tuttavia, il destino si dimostrò spietato. Rinaldo morì tra le braccia della moglie Adelasia e del loro bambino, Adam. La perdita di Rinaldo fu un colpo devastante, ma il dolore non finì lì: poco dopo, anche Adam morì. Straziata dalla perdita dei suoi cari, Adelasia morì nel suo letto, avvolta dal pianto delle sue ancelle.
Vestita con un abito di velluto verde, fu sepolta nella cappella del castello. Dopo circa 400 anni, quando il castello di Pietrarossa crollò, il sepolcro di Adelasia fu recuperato tra le rovine.
Gli abitanti di Caltanissetta, mossi da un sentimento di pietà e di rispetto, le offrirono una nuova sepoltura nella vicina chiesa di San Domenico. Da quel giorno, si dice che il fantasma di Adelasia si aggiri tra le rovine del castello, piangendo il suo dolore eterno.
Le antiche pietre, testimoni di una tragedia senza tempo, ripetono all’infinito il suo lamento, come un'eco di una storia che, pur se lontana, continua a toccare i cuori di chi ha la fortuna di ascoltarla.
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