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Il leggendario martire trafitto dalle frecce: l'antico culto di San Sebastiano in Sicilia

Da oriente a occidente, in moltissime città siciliane, ogni 20 gennaio, si celebra San Sebastiano, il martire che morì trafitto dalle frecce per aver difeso la fede cristiana

  • 3 gennaio 2020

La Processione dei Nudi di San Sebastiano a Tortorici

Ci sono storie degne dei migliori romanzi che possiamo trovare nei posti più inaspettati. Una di queste è la storia di un santo tra i più amati della cristianità e che in Sicilia è protagonista di antichi culti e tradizioni tra le più affascinanti dell'Isola.

Parliamo di San Sebastiano, un giovane soldato romano al servizio dell'impero di Diocleziano che fu brutalmente ucciso per aver difeso la fede cristiana.

Chi di noi non è mai incappato almeno una volta in un'immagine del martire trafitto dalle frecce? Ebbene, quest'immagine che è stata e continua a essere tra le più rappresentate dell'iconografia religiosa ci offre l'esatta misura della tragica fine di un uomo privato della vita per seguire i suoi principi, nemico dell'ipocrisia di una classe di potenti che al tempo perseguitava ferocemente chi abbracciava il culto del Cristo.

Che sia per la sua forza d'animo, per il coraggio dimostrato in vita o per essere diventato simbolo della dignità della sofferenza, San Sebastiano è una vera e propria "rockstar" ed è venerato il 20 gennaio in tutte le provincie siciliane, da oriente a occidente, mantenendo in vita riti e tradizioni dalle origini antichissime.
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Il leggendario martire trafitto dalle frecce è Patrono di diverse città dell'Isola in particolare in provincia di Siracusa, come Melilli e Ferla, ma anche in altre parti della Sicilia, da Barcellona Pozzo di Gotto e Tortorici, in provincia di Messina, fino a Cerami (EN) e Acireale (CT).

Quella di Barcellona Pozzo di Gotto è una devozione secolare che storicamente si può far risalire alla fine del Cinquecento quando in contrada Bassalona fu costruita una grande chiesa dedicata al Martire affinché proteggesse la zona dalla peste che stava sconvolgendo la popolazione. Per questo ogni anno il 20 gennaio la città dedica al santo una solenne processione.

A Tortorici, invece, i festeggiamenti iniziano una settimana prima della solennità, il 13 gennaio, con la processione dell'alloro in cui i devoti portano i nodosi rami di alloro o agrifoglio davanti al Palazzo della Città, ricreando così un improvvisato bosco che ricorda quello sacro ad Adone dove San Sebastiano, legato nudo ad un albero, fu bersaglio delle frecce dei feroci arcieri della Mauritania. Il 20 gennaio, nel vero e proprio giorno della festa, si tiene la solenne processione con l'antica corsa dei "nudi", ovvero i fedeli che in abiti bianchi o scalzi rendono omaggio al Santo per chiedere una grazia portandone in spalla il simulacro.

I "nudi" sono protagonisti anche a Ferla dove la devozione a San Sebastiano è legata a un evento miracoloso che liberò la città dalla peste nel 16esimo secolo. La sera della vigilia (19 gennaio) c'è la cosiddetta "svelata" del Santo seguita dalla tradizionale Curruta: la reliquia e il braccio argenteo vengono portati in processione per le vie principali del paese.

All'alba del 20 gennaio avviene a Scisa de nudi, i portatori del fercolo del Santo, con la Nisciuta, la trionfale e commovente uscita delle Reliquie e del cinquecentesco Simulacro di San Sebastiano fra il suono festoso dei sacri bronzi, le invocazioni dei devoti, il lancio multicolore di nzareddi, lo sparo dei fuochi d'artificio, le melodie delle bande musicali.

Ultima, ma non per importanza, è la grande festa di San Sebastiano a Palazzolo Acreide dove si organizza ogni anno una grande e solenne processione accompagnata da un grande corteo di ceri votivi accesi e portati dai fedeli. La festa di gennaio anticipa le celebrazioni del mese di agosto, quando la città si veste a festa tra coloratissimi nastri e rumorosi spari.

Ecco dove si celebra San Sebastiano in Sicilia: a Siracusa e in provincia a Ferla, Avola, Melilli, Cassaro, Canicattini Bagni, Francofonte, Belvedere, Carlentini, Floridia, Sortino e Augusta; a Catania e in provincia ad Acireale, Santa Venerina, Giarre, Riposto, Fiumefreddo, Piedimonte Etneo, Presa, Maniace e San Giovanni La Punta; in provincia di Messina a Barcellona Pozzo di Gotto, Tortorici, Mistretta, Motta d'Affermo, Gaggi, Graniti, Limina, Mongiuffi Melia, Pagliara e Capizzi; in provincia di Ragusa a Chiaramonte Gulfi.

E ancora in provincia di Enna a Cerami e Troina, a Caltanissetta e a Gela e in provincia di Palermo a Ciminna e a Capaci.
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