TEATRO
Il "gioco delle sedie" al Teatro Massimo: (stavolta) Palermo non resta a guardare
Il punto sulla vicenda legata alla nomina del sovrintendente del prestigioso teatro. Tra i dubbi della politica e le richieste di associazioni culturali e semplici cittadini
Concerto sulla scalinata del Teatro Massimo
Una designazione, quella di Marco Betta, finalizzata a rilanciare la Fondazione, fiore all’occhiello del "cammino di risveglio artistico e culturale della città", per citare le parole dell’ex primo cittadino, che le varie amministrazioni targate Orlando hanno sempre rivendicato.
Il compositore ricopriva già dal 2020 il ruolo di direttore artistico del Teatro Massimo, chiamato dal precedente sovrintendente Francesco Giambrone, attualmente alla guida del Teatro dell’Opera di Roma (che comunque aveva fatto registrare avanzi di bilancio dal 2014).
Un compito non facile da svolgere nella fase cruciale dell’emergenza sanitaria, ma Marco Betta riuscì a riprogrammare efficacemente tutte le attività artistiche nei mesi più drammatici del Covid 19.
Sulla qualità del lavoro svolto nel corso degli ultimi quattro anni, nella doppia veste di sovrintendente e direttore artistico, il giudizio è unanime: al di là dell’indubbio prestigio e della caratura internazionale che lo caratterizzano, Marco Betta ha registrato consensi e risultati, dati alla mano.
Nel corso di una recente seduta del Consiglio comunale, è stato lo stesso sindaco Roberto Lagalla a comunicare il positivo stato di salute economico - finanziario del Teatro Massimo di Palermo.
Il primo cittadino non ha risparmiato parole di elogio e apprezzamento per l’operato di Marco Betta, manifestando la propria disponibilità per la sua riconferma alla guida del Teatro.
Teatro che, per inciso, non è un’istituzione qualsiasi: figura, infatti, tra le prime fondazioni liriche di tutta Italia. Ed è il più grande edificio teatrale lirico nazionale e uno dei più monumentali d'Europa, il terzo per ordine di grandezza architettonica dopo l'Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna.
L’obiettivo più significativo raggiunto da Marco Betta in qualità di sovrintendente è senza dubbio l’avanzo positivo di bilancio, che si è mantenuto nel tempo. Senza dimenticare il suo apporto in qualità di direttore artistico, che ha conquistato il gradimento del pubblico, anche estero.
L’ultimo successo, nei giorni scorsi, il record di otto repliche per Turandot, con circa undicimila presenze e oltre seicentomila euro di incassi. Eppure, malgrado ciò, per la prima volta nel corso della storia, il Teatro per antonomasia dei palermitani non ha un sovrintendente e neppure un direttore artistico.
E non c’è neppure un consiglio di indirizzo con un ruolo consultivo ( i poteri gestionali sono in mano al soprintendente mentre il sindaco ne è di diritto il presidente).
Per completare il Consiglio d’indirizzo e della Fondazione Teatro Massimo, mancano due dei cinque nomi previsti. Nei mesi scorsi, è stato scelto come nome condiviso di Regione e Comune quello del giornalista Gaspare Borsellino, direttore dell’agenzia di stampa Italpress. Ma mancano ora due nomi: uno in quota Comune e l’altro ministeriale.
Si passerà dunque alla scelta del sovrintendente, condivisa tra Comune, Regione Siciliana e Ministero della Cultura.
Per il nuovo ministro della Cultura Alessandro Giuli, la scelta di procedere alla nomina del nuovo sovrintendente – o alla riconferma di Marco Betta – e dei vertici da nominare a capo della Fondazione non è certo una partita da poco: in mezzo non c’è solo il Ministero di cui è titolare dopo le dimissioni di Gennaro Sangiuliano, che non aveva ancora designato eventuali successori nel corso del suo mandato, ma anche la Regione Siciliana e il Comune di Palermo.
Secondo il consigliere di Sala delle Lapidi Rosario Arcoleo, esponente del PD, l’incertezza della riconferma del sovrintendente sarebbe figlia del clima poco sereno in atto nella maggioranza.
E, nello specifico, della presa di posizione di Fratelli d’Italia, orientata allo spoil system: nulla di nuovo, in realtà, perché il modello fiduciario di selezione dei dirigenti pubblici da parte del vertice politico è una prassi consolidata sia a destra che a sinistra, sia a livello locale che nazionale. «Appare chiaro – afferma – che il maggiore oppositore alla riconferma di Marco Betta è Fratelli d’Italia: noi del PD, invece, riteniamo che alle logiche spartitorie debba prevalere il criterio del merito».
«Anche da questa partita – commenta – si evincerà l’effettiva capacità del sindaco di prendere posizione in autonomia, come già accaduto nel caso del Pride, assumendo decisioni distanti da Fratelli d’Italia».
Il cui approccio "estremo", secondo il consigliere, sarebbe estraneo al Dna politico, umano e culturale del sindaco Roberto Lagalla, decisamente più moderato e inclusivo.
A proposito di Marco Betta, però, sono in tanti e non solo tra i banchi dell’opposizione a interrogarsi sull’opportunità di sostituirlo, in considerazione dei brillanti risultati incassanti e poi perché, come affermato dal compositore e violoncellista Giovanni Sollima, «uno come lui fuori se lo sognano».
Ma non è tutto. Marco Betta è un sovrintendente amatissimo dal pubblico e dagli abbonati, che hanno persino organizzato una petizione su Change.org.
La raccolta di firme è stata organizzata da Francesco Guttadauro, ingegnere e appassionato di musica che in passato ha ricoperto il ruolo di componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Orchestra Sinfonica.
Non si è trattato, ovviamente, dell’unico assist. L’Associazione Amici del Teatro Massimo, che riunisce abbonati e appassionati di opera lirica, ha diffuso una lettera aperta, firmata dal presidente Anna Tedesco, esprimendo preoccupazione per il vacuum direttivo in atto, con la nuova stagione già programmata.
E altre autorevoli voci del mondo della cultura fanno pressing per il rinnovo di Marco Betta. «La Sicilia è un sogno – afferma il presidente di Mondello Arte Expo Mauri Lucchese – una terra unica, ricca di cultura e di eccellenze e Palermo è il biglietto da visita per il mondo intero».
«Con l’allontanamento del sovrintendente dal Teatro Massimo – spiega – la città si trova ancora una volta a fare i conti con la malapolitica e l’irresponsabilità da parte delle istituzioni».
«Al contrario – sostiene Mauri Lucchese – dovremmo puntare sulla nostra centralità mediterranea, sulla capacità di fare sistema con personalità di grande spessore culturale e Marco Betta di certo era l’uomo giusto per ricoprire il ruolo di guida di una realtà così emblematica e prestigiosa».
La redazione di Balarm ha provato a mettersi in contatto con alcuni esponenti della maggioranza per un commento relativo alla situazione in atto, a oggi senza successo.
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