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Il fantasma di Manifesta e le ipotesi per il futuro: ecco i progetti per il Teatro Garibaldi

​​​​​​​Anni di bandi inevasi hanno fatto cambiare idea al Comune: si procede per nomina diretta e tra i favoriti ci sono il puparo Cuticchio e la compagnia di Scaldati

Balarm
La redazione
  • 26 settembre 2019

Il Teatro Garibaldi (copyright Manifesta, foto di Wolfang Traeger)

Il Teatro Garibaldi che si trova in via Castrofilippo a Palermo torna alla sua antica vocazione di teatro vero e proprio ma questa volta non si procede per bandi (come preannunciato più volte): a quanto sembra ci sarà invece una nomina diretta.

L'assessore comunale alle Culture Adham Darawsha punta infatti ad affidarlo a una cordata di più operatori del settore cultura e, tra questi, spiccano i nomi del puparo Mimmo Cuticchio e della compagnia di Franco Scaldati.

In questo modo si potrebbe superare la pastoia burocratica di un ennesimo bando che fino a ora non è andato a buon fine: poche istanze arrivate agli uffici comunali e da parte di realtà associative che non rispondevano ai requisiti richiesti.

La scelta di affidare lo spazio potrebbe concretizzarsi già dall'anno prossimo, quando sarà concluso l'ultimo periodo di gestione da parte del team di Manifesta. Biennale europea d'arte contemporanea che ha scelto il teatro come quartier generale.
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«Spero che il teatro Garibaldi possa diventare un teatro della città per ospitare in pianta stabile queste queste esperienze. - dice l'assessore - In questi mesi abbiamo avviato un’interlocuzione con diversi operatori culturali, adesso bisogna varare un progetto che permetta alla struttura di sopravvivere artisticamente tutto l’anno, la mia idea è che non possa farlo un solo operatore. Per questo abbiamo individuato il lavoro di Mimmo Cuticchio e della compagnia di Franco Scaldati per costruire al Garibaldi un teatro diverso, non monocolore».

L'Amministrazione è quindi pronta a vagliare un progetto affidato a più soggetti fra cui Mimmo Cuticchio, che da anni attende uno spazio in città adatto alle sue creazioni a scena aperta e la compagnia Scaldati che di fatto dopo la morte del drammaturgo (nel 2013) è rimasta senza sede.

Un ultimo punto riguarda invece il bar dello spazio: attualmente è affidato al circolo arci Moltivolti ma a breve sarà messo a bando.
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