ITINERARI E LUOGHI
Il drago non c'è ma è un luogo fiabesco: la bellezza (travolgente) alle porte di Palermo
A lungo isolato e conosciuto da pochi, è diventato ultimamente una delle mete preferite da parte di escursionisti. Vi portiamo alla scoperta delle Gole del Drago
Le Gole del Drago a Corleone
A lungo isolato e conosciuto da pochi, è diventato ultimamente una delle mete preferite da parte di escursionisti e "turisti domenicali", per la maggior parte siciliani.
La scoperta di questi territori a lungo ignorati, ha interessato anche trasmissioni come Geo&Geo che in questi giorni fa delle riprese in questi territori nel Medioevo chiamati "Divise".
Raggiungere questa meta non è complicato, si segue la statale 118 in direzione Corleone, fino all'ingresso della Riserva di Ficuzza, dove sorge la Real Casina di Caccia del re Borbone Ferdinando.
Proseguendo si arriva allo svincolo con la provinciale 96, dove si può lasciare la macchina. Da qui si prosegue a piedi percorrendo a tratti la vecchia ferrovia a scartamento ridotto della Palermo (Sant'Erasmo)-Corleone-San Carlo costruita dalla “The Sicilian Railways Company Limited of London” nel 1884 e in esercizio sino al 1959.
Le Gole si sono formate dall’erosione dell’Acqua del torrente Frattina, affluente del Fiume Belice, che dopo 1000 metri affronta un enorme dislivello.
L’acqua in 200 milioni di anni ha scavato la roccia calcare, creando delle gole e marmitte, per poi raggiungere una zona pianeggiate come m’indica una delle guide naturalistiche del posto Mario Orlando. Non sono “canyon” tipici di terreni aridi, ma gole, dove è presente l’acqua.
Le Gole sono quindi pozze, laghetti, piccole cascatelle immerse tra olmi, pioppi, felci, salici e gelsi. Lungo la strada c’è chi ricorda un incredibile Gelso rosso guardiano maestoso. In alto i signori del cielo: il gheppio e il falco pellegrino.
Costeggia questo luogo, una bassa vegetazione, dove si possano trovare capperi che durante la fioritura hanno corolle che sembrano orchidee, oltre ad altre numerose specie, come il garofanino e il cavolo di monte.
Abbiamo detto che si sa poco su questo territorio se non la sua natura geologica, simile a quella di Rocca Busambra. Chiedo allo studioso Angelo Vintaloro, esperto in Archeologia, cosa può dire su questa zona: "Sono state trovate delle linee incise che si possano far risalire al Paleolitico superiore, circa 12.000 anni fa".
Effettivamente tutto il territorio si ritiene sia stato abitato in epoche antiche, grazie alle numerose grotte e alla vicinanza dell’acqua; nello stesso bosco di Ficuzza in prossimità di una roccia scavata, chiamata il trono del Re, è stato individuato un luogo di culto d’età protostorica, d’origine probabilmente Sicana.
Pur non essendoci studi sistematici e pubblicazioni, effettivamente questo territorio potrebbe celare dei "tesori nascosti".
Sull’origine del nome lo studioso dice che si possano formulare alcune ipotesi: seguendo la pareidolia, "l’illusione che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili casuali”, c’è chi ha visto nel rilievo sovrastante un grosso animale accovacciato; oppure, aggiunge, potrebbe derivare da un termine dell’alto medioevo "Draco", che indica fiumi o torrenti impetuosi.
Effettivamente mi conferma la guida che da queste parti non si conosce il termine Gole del drago, ma “Dago” e indica proprio dei corsi d’acqua. In ultimo potrebbe anche essere il nome di un grosso serpente di campagna "la Regina o Dracona”.
Non esistono dati certi e dove non vi sono studi spesso sono i racconti e le leggende che fanno la Storia. Il termine Drago ricorre anche in un altro sito posto a diversi km, è il Gorgo del Drago a Busambra. Da queste suggestioni e indicazioni torniamo alle Gole.
Seguendo l’acqua, si arriva al territorio dei Mulini. Una strada "la Trazzera Regia" (dove passava anche parte della ferrovia), portava attraverso una discesa a questi edifici che sfruttavano l’energia idraulica per azionare le pale.
La guida mi fa notare che è ancora visibile il condotto dell’acqua. Probabilmente i mulini erano 5, uno dietro l’altro, sulla sponda destra del fiume, sono ancora visibili le mura perimetrali di uno di questi.
Il fiume Frattina che ha originato le Gole, con il suo impetuoso corso è stato teatro nel 2018 di uno straripamento per una bomba d’acqua, dove ha perso la vita, il pediatra Giuseppe Liotta, che cercava di raggiungere il suo posto di lavoro all’Ospedale dei Bianchi a Corleone, dov’era di turno.
Travolta la macchina da un onda di fango e acqua, era uscito dall’autovettura per cercare inutilmente un rifugio. Il corpo fu recuperato dopo 5 giorni vicino alle gole. Da questa immane tragedia, il cui ricordo è ancora vivo e testimoniato da un albero di ulivo che porta il suo nome, alle oscure e orride foibe, piene di misteri, che fanno da cornice al paesaggio,
torniamo in questo luogo bellissimo che invita alla pace e alla vita.
Un lembo di bellezza dove apprezzare fauna e flora e dove d’estate godere della meravigliosa frescura delle acque nelle
pozze o in una delle gole più ampie dove si può fare un bagno.
Sarà un’esperienza unica immergersi in questo ecosistema, in compagnia di piccole creature, osservando le leggiadre acrobazie d’innocue libellule blu, bellissime con le loro ali e corpo dai riflessi metallizzati, che con la loro “danza” sembrano dei fiori che si librano in un delicato equilibrio tra cielo e terra.
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