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Il Covid e l'Europa: uno sforzo comune, tra mascherine e vaccini, per uscire fuori dal tunnel

L’Unione Europea durante la pandemia è stata solidale con i Paesi membri fornendo loro assistenza e aiuti economici per l'acquisto di mascherine e di igienizzanti

Quella che proviamo in questi giorni non è esattamente paura, ma un dilagante e profondo stato di angoscia, che tocca i nostri corpi, oltre che la nostra psiche e le nostre relazioni con il mondo. L’angoscia a cui ci espone il Coronavirus è primariamente angoscia di morte, di catastrofe, di perdita di noi stessi e degli altri. La nostra psiche va in uno stato di allarme costante di fronte ad un nemico invisibile.

Cerchiamo vie per uscire da questo stato di tensione che ci attanaglia: avere troppa consapevolezza della realtà è drammatico e pericoloso. Abbiamo paura del contatto e ci aggiriamo per le strade, per i supermercati, guardandoci con sospetto, con diffidenza, a volte con odio. Cerchiamo segnali di pericolo ovunque e vogliamo tenere tutti a distanza.

Ci sono persone che pur di rifugiarsi e negare tutto questo dicono che sia una banale influenza oppure capita che ci sono persone che non credono a tutto quello che sta succedendo nel mondo. Le teorie complottiste in questo periodo di Coronavirus continuano ad essere presenti: dalle più casalinghe (è colpa dei Cinesi) alle più elaborate (è colpa di una speculazione da parte di alcune multinazionali).
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Negare la realtà, come hanno fatto in questi mesi alcuni Capi di stato non mettendo in atto tutte quelle restrizioni che permetterebbero di salvare vite umane, potrà avere conseguenze devastanti su migliaia di cittadini, che non hanno il potere per fronteggiare un pericolo così grande, reale e letale.

In tutta Europa durante la pandemia sono stati lanciati dei messaggi molto chiari per invitare le persone a stare il più possibile a casa. Uno di questi era legato all’hashtag #iorestoacasa che è diventato un mantra persuasivo. Tutti noi, in questo momento, viviamo come possiamo, cercando di aggrapparci ad un brandello di speranza, alla luce in fondo al tunnel, confidiamo nella scoperta di un antidoto. A volte confondiamo immaginario e reale, ci rifugiamo nei social, nei blog, guardiamo tanta TV, nella ricerca affannosa di qualcosa che ci consoli, che ci faccia sentire al riparo, che ci dia qualche certezza.

Il Covid-19 ci ha costretto ad un allenamento di pazienza e umiltà, mettendo allo scoperto il nostro lato più fragile e vulnerabile, e facendo crollare le certezze eccessive che avevamo», dice il professor Rosario Sorrentino, neurologo e divulgatore scientifico esperto su tematiche di panico, paura e angoscia. L'unica cosa che si può fare attualmente è aspettare, rispettare tutte le restrizioni per far sì che tutte le persone del mondo possano ritornare ad abbracciarsi e a ritrovare quelle che erano le loro abitudini, un esempio è l'Europa che sta facendo il possibile pur di aumentare le vaccinazioni e per uscire fuori dal tunnel.

L’Unione Europea durante questa pandemia è stata molto unita e solidale con i Paesi membri che hanno vissuto una situazione comune, accomunati per esempio da un isolamento obbligatorio che ha comportato lo svuotamento delle strade dei paesi d’Europa.

Si è preoccupata sin da subito di fornire assistenza sanitaria ai vari paesi fornendo ad ognuno un aiuto economico per garantire la dotazione di mascherine e di igienizzanti, soprattutto nelle Scuole; sono stati inoltre attivati protocolli per garantire il distanziamento.

Riguardo ai vaccini, ha garantito 2,6 miliardi di dosi e adesso è in atto uno sforzo comune per aumentare la disponibilità di dosi da distribuire ai vari Paesi. La Commissione Europea ha deciso di destinare 2,2 miliardi di euro alla COVAX, l'iniziativa globale volta a garantire un accesso equo ai vaccini contro la COVID-19.

Riccardo Cataldo della 3BS.A., Azzurra Cacciatore, Maria Letizia Pizzo, Sofia Teresi e Sofia Vitale della 3Ce 3Csa del Liceo Scientifico “E. Basile” di Palermo
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