PERSONAGGI
I mille volti di Maurizio Bologna: dal debutto tv in "Agrodolce" al grande schermo con Pif
L'attore ripercorre la carriera, i ruoli che l'hanno emozionato, quelli più impegnativi e drammatici. Un volto noto al grande pubblico, che cela più di un talento
L'attore Maurizio Bologna
Stessa cosa fu quando ci rincontrammo, nel 2021, sul set di "Ciurè" per la regia di Giampiero Pumo e nell’estate del 2022 nel film "Scianel" per la regia di Luciano Accomando.
Due storie di "periferie e degrado" dove, senza alcun dubbio, il talento di Maurizio Bologna ha contribuito a rendere ancora più straordinarie le narrazione. Maurizio è un attore palermitano capace di meravigliare lo spettatore in diversi ruoli: sia in quelli drammatici che in quelli meno tragici.
Inizia la sua attività artistica nel 1975 nei vari teatri di Palermo per poi arrivare sui palcoscenici dello Stabile Biondo e del Teatro Bellini. Questi sono luoghi dove nascono collaborazioni con Accursio Di Leo, Franco Scaldati, Aurelio Grimaldi e Roberto Andò, solo per fare alcuni nomi.
Un'avvincente “avventura artistica” che gli permise di entrare in contatto con Alessandro Benvenuti ed Elisabetta Pozzi. Tra le sue ultime interpretazioni in teatro ricordiamo quella di “Marat/Sade” di Peter Weiss, prodotta dal Biondo di Palermo, per la regia di Claudio Gioè.
L’esordio in televisione arriva nel 2005 con il docu/fiction "Il Caravaggio" trasmesso dalla Rai.
«La prima volta che mi vidi nel piccolo schermo è stata una sorpresa assoluta, anche perché dopo tanti anni di teatro, non ero abituato a guardarmi - afferma Maurizio Bologna – ricordo che alla fine degli anni '90 le prime sperimentazioni, davanti ad una macchina da presa, le iniziai con i cortometraggi».
Il primo regista che mi chiamò fu Giuseppe Gigliorosso e con lui girai tre corti per poi continuare con altri registi. Ma la prima volta assoluta sulla rete nazionale fu nel 2006/07 per un progetto Rai, ideato da Gianni Minoli, che si chiamava "Agrodolce”.
Sempre per Rai fiction, nel 2016, Maurizio Bologna lavora con Kim Rossi Stuart nella serie del Commissario Maltese e l’anno successivo riveste il ruolo di Vito Ciancimino nel film "La mafia uccide solo d’estate".
«Ricordo perfettamente il provino che sostenni a Roma con il regista Luca Ribuoli - afferma Maurizio Bologna - iniziai l’audizione e non avevo idea di come interpretare il ruolo di Vito Ciancimino. Guardai il regista e “"sparai" un personaggio: fu l’unica volta che mi presero senza sentirmi dire la consueta frase: "le faremo sapere"».
Il suo volto non poteva mancare nella serie televisiva del Commissario Montalbano. In questa occasione recita nell’episodio: "Il metodo catalanotti", sotto le preziose indicazioni del compianto Alberto Sironi e accanto l’abile ed ecclettico commissario di polizia interpretato da Luca Zingaretti.
L'avventura per il piccolo schermo, sempre per la Rai, continua nel 2019 e nel 2020 rispettivamente con "I Topi" di Antonio Albanese e il Cacciatore 3 per la regia del giovane Davide Marengo.
Ma l’avventura per la televisione prosegue con la recente e popolare serie dal titolo "Incastrati", prodotta da Netflix, per la regia dei mitici Ficarra e Picone. L’esordio sul grande schermo arriva nel 2013 con il film, "La mafia uccide solo d’estate" per la regia di Pif, opera questa molto apprezzata dalla critica e dal pubblico.
L'anno successivo Sabina Guzzanti, nei panni di regista e interprete, lo vuole nel cast del film La trattativa. In questo film le scenografie sono curate Fabrizio Lupo mentre la fotografia è di Daniele Ciprì. Il 2016 è sicuramente l’anno che Maurizio Bologna non potrà facilmente dimenticare.
Infatti, Pif lo rivuole nel ruolo di Mimmo nel film "In Guerra per Amore". Al botteghino la pellicola ottiene un grande successo e Maurizio, insieme a Sergio Vespertino, sono interpreti straordinari.
Nel 2019 lo ritroviamo nel film di Roberto Lipari "Tutt'apposto", per la regia di Gianni Costantino, e scritto dallo stesso Lipari, insieme a Ignazio Rosato, Paolo Pintacuda e Roberto Anelli. In questa occasione Maurizio riveste i panni di un stravagante professore universitario.
Tra i suoi recenti impegni cinematografico c’è il film "Spaccaossa" con Vincenzo Pirrotta, quest’ultimo nel doppio ruolo di attore e regista.
«Tra i personaggi che ho interpretato quello di Memè Moro, nel film "La mossa del cavallo", tratto dal romanzo di Andrea Camilleri e per la regia di Gianluca Maria Tavarelli, è quello che ricordo con particolare emozioni – conclude Maurizio Bologna –. Tra i tanti ricordi "speciali" non posso dimenticare il film "La Trattativa" di Sabina Guzzanti che mi ha dato la possibilità di calcare il red carpet al Festival di Venezia.
E "In guerra per amore" di Pif, con la soddisfazione di andare a ritirare, grazie a Pier Francesco Di Liberto, il David di Donatello, anche questa una meravigliosa esperienza che non potrò scordare».
Ma il talento di Maurizio Bologna non finisce di stupire. Infatti nel 1994 rischia di calcare il palco di Sanremo nella sezione nuovi talenti. La sua parentesi musicale si chiude nel 1996 quando con la Sud Record Saund incide undici brani come autore e compositore.
Ho avuto la possibilità di ascoltare alcuni suoi brani e devo affermare che sono molto belli, anche se come attore è sicuramente insuperabile.
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