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I "mille giorni" di Baglioni in Sicilia: concerti indimenticabili, da Lampedusa a Palermo

Più di mezzo secolo ed ora annuncia il ritiro dalle scene. Una carriera fatta di canzoni eterne da imparare a memoria, concerti che segnano una generazione

Valentina Frinchi
Freelance in comunicazione e spettacolo
  • 29 gennaio 2024

Claudio Baglioni

Più di mezzo secolo ed è giunta l'ora di annunciare il ritiro dalle scene. «Terminerò la mia melodia entro il 2026, concedendomi un ultimo giro d'onore di 1000 giorni per regalare ancora emozioni».

Cosi ha annunciato qualche giorno fa l'artista romano al suo grande pubblico. Aveva 13 anni quando salì sul primo palco. Era un concorso di voci nuove a Centocelle. Quella volta cantò "Ogni volta" di Paul Anka. L'anno successivo vinse lo stesso Festival cantando "I tuoi anni più belli" di Iva Zanicchi e Gene Pitney.

Una carriera fatta di canzoni eterne da imparare a memoria e cantare ogni volta che gli italiani si sono ritrovati in un momento di condivisone. Canzoni che ricordano una storia importante, il primo amore, una delusione, e nostalgia.

Questo è il Baglioni capellone degli anni '70 che ricorda testi come "E Tu come stai?" e rime in musica: "Ho girato e rigirato senza sapere dove andare.
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Ed ho cenato a prezzo fisso seduto accanto ad un dolore. Tu come stai?...E mi fanno compagnia quaranta amiche le mie carte. Anche il mio cane si fa forte e abbaia alla malinconia".

I figli degli anni '80, o meglio, i "ragazzi" degli anni '80 ricorderanno senz'altro una canzone che é un "must" di quel decennio con un Baglioni più maturo e capelli corti.

Sto parlando di "Avrai" (1982) e una strofa indimenticabile che fa così: "Avrai, avrai,avrai il tuo tempo per andar lontano. Camminerai dimenticando. Ti fermerai sognando. Avrai, avrai, avrai, la stessa mia triste speranza e sentirai di non avere amato mai abbastanza. Se amore, amore avrai".

Un testo per grandi e per piccoli che ancora amiamo cantare a squarciagola e che invita ad andare avanti senza dimenticare, evolversi ed amare. Un po' come "Strada facendo" di un anno prima e "Ti amo ancora" del '78.

Nel '90 si apre un nuovo decennio e quell'anno arriva "Oltre" il nuovo album di Claudio Baglioni un capolavoro assoluto della discografia italiana. Un album alla ricerca del proprio "io" dove i temi sono la vita, il lavoro, le donne, l'amore. L'artista giunge alla fine quando ritrova sè stesso ed è libero di andare "oltre".

L'anno successivo, nell'autunno del '91, l'artista farà tappa in Sicilia, al Palasport di Marsala, con un sold out di 10000 posti. Quell'anno verrà creata una collaborazione tra le Ferrovie dello Stato di Palermo e l'organizzazione del Concerto di Marsala. Da Palermo, infatti, partirono vagoni pieni di teenager verso Marsala, verso Balglioni.

Alcuni lo vedevano per la prima volta con un batticuore tutto siciliano. Fu il mio primo concerto, fuori città e senza genitori. Mio cugino faceva parte della "Polizia ferroviaria" ed organizzammo un bel gruppo. Eravamo giovani, liberi, carichi di desideri, entusiasmi e avevamo le canzoni di Claudio Baglioni sempre in testa.

All'interno dell'album tutti i testi erano scritti a penna, in corsivo, da Claudio Baglioni in persona e la storia di "Cucaio", nome ispirato dal modo in cui Baglioni pronunciava il suo nome da bambino.

«Cucaio è la parte magica del disco, di questo cielo mago che non è qualcosa di impalpabile, ma è terreno. Cucaio è l'uomo che non sa pronunciare bene il proprio nome, che non sa da dove tragga origine né dove stia andando; quali siano le sue ansie, i suoi problemi e le sue gioie.

Credo esita, nella vita di ognuno, una parte umana e una magica: la prima è quella che soffre di più, perché nel tentativo di confrontarsi con la seconda sa di non poterla emulare. Cucaio è questo, e rappresenta il momento in cui, oltretutto, lo si deve abbandonare per passare oltre», spiega Baglioni.

"Cucaio ora è libero, è un uomo, è oltre "termina così il racconto scritto a penna dall'artista con una calligrafia che lascia intendere quanto cuore e quanta arte ci può essere in un uomo romano di 72 anni.

In quegli anni Baglioni avrebbe fatto ritorno in Sicilia nell'anno piu' drammatico della storia italiana degli ultimi tempi. Nel '92, a fine estate, quando sopra Palermo viveva un'enorme nube nera parteciperà al concerto "Giù la maschera" allo Stadio della Favorita di Palermo con la canzone "Noi No".

"Canzoni per non morire in concerto contro la mafia", questo il significato del concerto. Baglioni si siederà al piano sotto il cielo di Palermo per cantare "Noi No" un'altra canzone, un testo dallo spirito collettivo tratto dall'album "Oltre" che faceva così: "Come sarà un giorno prendere la strada e andare via incontro alla realtà, farsi travolgere da un vento di follia, come sarà le mani stringere con tutta l'energia che l'aria ci darà, le onde a fendere sassi schizzati via avremo ancora braccia come ali libere di bere giorni e sere e un sole d'isole su questa nostra faccia, parole e musica ad asciugarci gole per una verità".

E come dimenticare una delle attrazioni principali negli anni il Festival O’scià Lampedusa. Baglioni così ha portato sull'’Isola qualcosa di veramente raro: un concerto con i migliori cantanti nazionali, organizzato su un’Isola di soli 6 mila abitanti, che ha come palcoscenico una spiaggia.

Tante altre volte il popolo palermitano ha esultato per Claudio Baglioni fino a qualche mese con il suo ultimo spettacolo con scene e coreografie moderne chiamato "A Tuttocuore" che presto potremo vedere anche nel grande schermo.

E con tutto il cuore ci auguriamo di potere innamorarci ancora in questo countdown fatto di 1000 giorni, negli ultimi giri, nel giro della vittoria. In realtà Claudio Baglioni ci lascia in eredità un patrimonio di canzoni pronte per ricordarci sempre che "La vita è adesso".
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