PERSONAGGI
I mafiosi lo chiamavano "santocchio": il giudice (incorruttibile) Livatino sarà beato il 9 maggio
La data scelta per la beatificazione non è casuale. Il 9 maggio del '93, Giovanni Paolo II dalla Valle dei Templi di Agrigento rivolse il suo duro monito ai mafiosi alla conversione
Il magistrato Rosario Livatino
Alla fine del 2020 Papa Francesco aveva autorizzato la congregazione delle cause dei santi a promulgare il decreto sul martirio del giudice "in odio alla fede" e sempre Papa Francesco, nell'udienza al Consiglio superiore della magistratura del 17 giugno 2014, definì Livatino "testimone esemplare, giudice leale alle istituzioni, aperto al dialogo, fermo e coraggioso nel difendere la giustizia e la dignità della persona umana".
Nel documento che ha annunciato la decisione del Papa, si legge che la motivazione che spinse la mafia agrigentina ad eliminare Livatino fu "la sua nota dirittura morale per quanto riguarda l'esercizio della giustizia, radicata nella fede. Durante il processo penale emerse che il capo provinciale di Cosa Nostra Giuseppe Di Caro, che abitava nello stesso stabile, lo definiva con spregio "santocchio" per la sua frequentazione della Chiesa. Dai persecutori era ritenuto inavvicinabile, irriducibile a tentativi di corruzione proprio a motivo del suo essere cattolico praticante".
Il "giudice ragazzino" - come Livatino è stato ribattezzato dopo la morte - sarà proclamato beato domenica 9 maggio, nella Cattedrale di Agrigento. Il rito sarà presieduto dal cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
La data scelta per la beatificazione non è casuale: il 9 maggio del 1993, Giovanni Paolo II pronunciò al termine dell'omelia della messa celebrata nella Valle dei Templi, un duro monito contro la mafia: "Nel nome di Cristo, mi rivolgo ai responsabili: convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio! ".
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
|