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I Florio, ascesa e declino dei più amati di Sicilia: "L'inverno dei leoni" di Stefania Auci

La scrittrice trapanese, che vive a Palermo, chiude il cerchio della saga che ha appassionato tantissimi lettori. Nelle librerie arriva infatti il secondo (e ultimo) capitolo

Balarm
La redazione
  • 4 maggio 2021

La scrittrice Stefania Auci e la copertina del libro "L'inverno dei leoni"

Il 24 maggio prossimo è una data molto attesa per gli amanti della saga dei Florio. Nelle librerie arriva infatti il secondo volume a firma di Stefania Auci: L’inverno dei Leoni.

Dopo il successo del primo volume, I Leoni di Sicilia, divenuto in brevissimo tempo un caso letterario internazionale che risponde a 100 settimane di posizionamento in classifica, 35 edizioni, oltre 650 mila copie vendute e in corso di traduzione in 32 paesi, la scrittrice trapanese, che vive a Palermo, chiude il cerchio sulla famiglia simbolo che ha segnato la storia della Sicilia.

«Quando ho iniziato a scrivere I Leoni di Sicilia, volevo raccontare la storia di una famiglia unica - dichiara la Auci -. Dare ai Florio una nuova voce, rendere giustizia alla loro leggenda e tracciare la loro parabola, quella di una famiglia incredibilmente ricca e potente, al centro della vita economica e culturale europea, che, alla fine, perde tutto.

Nell'Inverno dei Leoni ho cercato di rispondere alla domanda più difficile di tutte: Com'è potuto succedere? E ho scoperto che, come spesso accade con i Florio, la loro storia non si esaurisce nelle “cose” – nelle navi, nelle tonnare e nei palazzi acquistati e poi venduti, nelle feste con centinaia di invitati, nei favolosi gioielli di Franca, nelle rombanti automobili di Vincenzo – ma vive soprattutto nella passione che lega, nel bene e nel male, tutti loro.
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Perché tutti i Florio, nessuno escluso, combattono, soffrono, gioiscono, sperano e si disperano... per amore. Per un amore che prende ogni forma possibile e che è stato per me una vera guida, la luce che ha svelato la straordinaria universalità di questa vicenda così affascinante e complessa. Anche perché, come si dice in Sicilia, L’amuri tutti dicinu ch’è amaru, ma tutti vuonnu vidiri s’è veru

Se il primo volume ha avvinto tantissimi lettori c’è da scommettere che anche il secondo non deluderà in termini di coinvolgimento e partecipazione alla vita, forse quella più intima e privata, dei “Leoni di Sicilia”.

La saga riprende dal momento di massimo splendore: hanno vinto i Florio, lontani sono i tempi della misera putìa al centro di Palermo, dei sacchi di spezie, di Paolo e di Ignazio, arrivati lì per sfuggire alla miseria, ricchi solo di determinazione.

Adesso hanno palazzi e fabbriche, navi e tonnare, sete e gioielli. Adesso tutta la città li ammira, li onora e li teme. E il giovane Ignazio non teme nessuno.

Il destino di Casa Florio è stato il "suo" destino fin dalla nascita, gli scorre nelle vene, lo spinge ad andare oltre la Sicilia, verso Roma e gli intrighi della politica, verso l'Europa e le sue corti, verso il dominio navale del Mediterraneo, verso l’acquisto dell’intero arcipelago delle Egadi.

È un impero sfolgorante, quello di Ignazio, che però ha un cuore di ghiaccio, perché, per la gloria di Casa Florio, lui ha dovuto rinunciare all’amore che avrebbe rovesciato il suo destino. E l’ombra di quell’amore non lo lascia mai, fino all’ultimo.

Ha paura, invece, suo figlio Ignazziddu, che a poco più di vent’anni riceve in eredità tutto ciò che suo padre ha costruito. Ha paura perché lui non vuole essere schiavo di un nome, sacrificare se stesso sull’altare della famiglia.

Eppure ci prova, affrontando un mondo che cambia troppo rapidamente, agitato da forze nuove, violente e incontrollabili. Ci prova, ma capisce che non basta avere il sangue dei Florio per imporsi. Ci vuole qualcos’altro, qualcosa che avevano suo nonno e suo padre e che a lui manca.

Vincono tutto e poi perdono tutto, i Florio.

Eppure questa non è che una parte della loro incredibile storia. Perché questo padre e questo figlio, così diversi, così lontani, hanno accanto due donne anche loro molto diverse, eppure entrambe straordinarie: Giovanna, la moglie di Ignazio, dura e fragile come cristallo, piena di passione, ma affamata d’amore, e Franca, la moglie di Ignazziddu, la donna più bella d’Europa, la cui esistenza dorata va in frantumi sotto i colpi di un destino crudele.

Sono loro, sono queste due donne, a compiere la vera parabola – esaltante e terribile, gloriosa e tragica – di una famiglia che, per un lungo istante, ha illuminato il mondo.

E a farci capire perché, dopo tanti anni, i Florio continuano a vivere, a far battere il cuore di un’isola e di una città. Unici e indimenticabili.
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