ITINERARI E LUOGHI
Hanno fascino e una storia plurimillenaria: il tour (da non perdere) tra i mulini in Sicilia
Un viaggio attraverso questi siti è un viaggio attraverso il tempo, un'avventura che ogni appassionato della Sicilia deve fare almeno una volta nella vita
Il mulino S.EI delle Saline
Queste strutture, fondamentali per la macinazione di grani e cereali, offrono una finestra unica sulla storia agricola e industriale della Sicilia, dove fecero la prima comparsa probabilmente già durante il periodo greco e romano. Primo prototipo del mulino realizzato nell’Isola è stato certamente quello a ruota orizzontale, il cosiddetto “mulino greco”.
Alcuni di questi mulini erano dotati di sistemi di ingranaggi complessi che permettevano di trasmettere il movimento a vari meccanismi. In tale mulino in particolare l’asse è verticale rispetto alla direzione della corrente dell’acqua e l’intera ruota vi è immersa. Il disco superiore della macina fu una straordinaria invenzione: era fissato all’albero in rotazione e pertanto ruotava alla medesima velocità delle pale, anche se purtroppo risultava lento.
La loro progettazione permetteva che venissero costruiti in vari contesti - vicino a fiumi, torrenti o anche sistemi di irrigazione artificiali, dimostrando una notevole flessibilità ingegneristica.
Simili macchine per il sollevamento dell'acqua erano comuni durante il periodo romano in Sicilia e venivano utilizzate nelle profonde miniere sotterranee, come quelle di zolfo.
In questo periodo sono molti diffusi soprattutto i mulini a mano, ampiamente utilizzati per la macinazione del grano, quando la Sicilia era per i romani il granaio dell’Impero. Tuttavia, furono gli Arabi a portare in Sicilia notevoli avanzamenti nella tecnologia dei mulini idraulici.
La ruota orizzontale o Saqiya fu innovata dalla tecnologia araba, divenendo più efficiente nel trasformare la forza dell'acqua in energia meccanica.
Oltre alla molitura dei cereali, questi mulini erano talvolta utilizzati per altre attività come la pressatura delle olive per l'olio, dimostrando una notevole versatilità.
La Saqiya è essenzialmente composta da una grande ruota orizzontale collegata a una serie di secchi. Questa ruota è posizionata vicino a una fonte d'acqua, come un fiume o un canale.
La ruota è collegata a un asse verticale che è azionato da un animale da tiro, solitamente un asino o un bue. Quando l'animale cammina in cerchio, aziona l'asse verticale, che a sua volta fa girare la ruota orizzontale.
I secchi attaccati alla ruota raccolgono l'acqua dalla fonte e la trasportano a un punto più elevato, da cui può essere distribuita per l'irrigazione o altri usi. A differenza di altri tipi di mulini ad acqua, che richiedono un flusso d'acqua costante e abbondante, la Saqiya può funzionare anche con fonti d'acqua più limitate.
Questo la rende particolarmente utile in regioni aride o semi-aride come la Sicilia durante alcuni mesi dell’anno.
Ha permesso l'irrigazione di terreni che altrimenti sarebbero rimasti incolti, contribuendo così all'espansione delle aree coltivabili e all'aumento della produzione agricola.
In una regione come la Sicilia, dove l'acqua è una risorsa preziosa, l'uso sostenibile e ingegnoso dell'acqua nei mulini rappresentò già allora un modello di gestione delle risorse naturali. Una delle realtà meno conosciute della provincia di Agrigento sono i mulini idraulici, strutture storiche che sfruttavano la forza dell'acqua per svolgere varie funzioni.
Lungo il fiume Akragas, nella Velle dei Templi, vi erano numerosi mulini idraulici. Questi mulini utilizzavano la forza dell'acqua del fiume per muovere le pale, permettendo così la macinazione di grani e cereali. Recentemente, la ricerca storica ha ricevuto una nuova spinta grazie alla scoperta di alcuni ruderi di un mulino idraulico vicino alla foce del fiume Naro.
Questi resti, nascosti tra alte canne e palme nane, sono una testimonianza preziosa di una tecnologia che ha giocato un ruolo fondamentale nella storia agricola e industriale della zona.
Nella zona costiera di Sciacca, i mulini a vento sono una presenza iconica. Questi mulini sfruttano la forza del vento per muovere le loro pale, spesso utilizzate per pompare acqua dalle falde sotterranee per l'irrigazione delle coltivazioni. Nella zona di Favara, vicino ad Agrigento, i mulini frantoio erano utilizzati per la produzione di olio d'oliva. Questi mulini utilizzavano grandi pietre rotanti per schiacciare le olive e estrarre l'olio.
Nell’epoca medievale, in questa zona troviamo i mulini trainati da muli o da cavalli a cavallo. Si utilizzava la forza animale per compiere varie attività, dalla macinazione del grano alla produzione di farine alternative come quella di mandorle.
Lungo il fiume Platani, che bagna anche la provincia agrigentina, i mulini idraulici erano un tempo una risorsa molto importante. Utilizzando la forza dell'acqua per macinare il grano, questi mulini erano un elemento centrale nell'economia agricola della regione. Immersi nei paesaggi fluviali della provincia di Palermo, i mulini ad acqua a ruota orizzontale raccontano una storia d'innovazione.
Distribuiti lungo i corsi d'acqua che incanalano le acque torrentizie, questi meccanismi rappresentano un capitolo antico ma cruciale della storia siciliana. Lungo il corso del Fiume Anapo (Siracusa) sono presenti diversi mulini ad acqua, alcuni dei quali risalgono al periodo bizantino.
Cava d'Ispica (Ragusa), cava naturale, incontriamo diversi mulini ad acqua, molti dei quali sono stati scavati direttamente nella roccia. Nell’Isola di Salina (Isole Eolie) si trovano alcuni dei mulini a vento più antichi della Sicilia, utilizzati principalmente per la macinazione del sale. Trapani e Marsala sono note per i loro mulini a vento utilizzati nella produzione del sale.
Alcuni di essi sono stati convertiti in musei. Favignana (Isole Egadi) ospita diversi mulini a vento, legati all'industria del tonno e alla macinazione del sale. A Catania durante il periodo industriale, furono costruiti diversi mulini per la produzione di tessuti e altri materiali.
Alcuni di essi sono stati conservati come monumenti industriali. E l’elenco potrebbe continuare. I mulini creavano posti di lavoro non solo per i mugnai ma anche per i costruttori, manutentori, e addirittura per i trasportatori che muovevano il grano e la farina.
La possibilità di produrre farina in modo più efficiente ha anche potuto stimolare il commercio, sia a livello locale che regionale.
Gli antichi mulini ad acqua della provincia di Palermo e di Agrigento non sono solo un monumento al passato. Essi rappresentano una connessione vitale con la storia e la tecnologia, una connessione che potrebbe aver gettato le basi per la rivoluzione industriale nel territorio.
Un viaggio attraverso questi siti è un viaggio attraverso il tempo stesso, un'avventura che ogni appassionato di storia e tecnologia dovrebbe fare almeno una volta nella vita.
Esistono infatti associazioni che si dedicano ai tour con visite ai mulini in Sicilia.
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