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Ha riunito sui social le mamme di Palermo: Simona e l'idea nata (per gioco) a New York

Tornata a Palermo, dopo la gravidanza, ha deciso di mettere in rete tutte le mamme che girano nell'area cittadina per scambi intelligenti e anche di sostegno. Ecco la sua storia

  • 2 novembre 2020

Simona Sunseri

Se Dante fosse ancora vivo e potesse provare l’ebbrezza di un gruppo della scuola whatsapp fra mamme probabilmente trarrebbe ispirazione per un nuovo girone dell’inferno. Basta parlare con qualsiasi genitore, infatti, per scoprire che bisogna avere fegato per non silenziare le notifiche e non abbandonare il gruppo, soprattutto in pandemia.

Ma è davvero impossibile per le madri di oggi creare una rete solidale e aiutarsi fra di loro virtualmente? A quanto pare i miracoli esistono, e a sfatare il mito delle mamme che non sanno fare squadra ci ha pensato Simona Sunseri.

Classe 1983, palermitana, laureata in Lingue e Culture Moderne, Simona è la fondatrice delle community Facebook Palermo Mamme”: un gruppo creato per gioco e che ora conta quasi 7000 membri, tutte donne e tutte madri.

L’idea di Simona, pur nascendo per le genitrici palermitane, ha origini statunitensi. La trentasettenne, infatti, dal 2013 al 2017 ha vissuto a Rochester New York insieme al marito, ed è lì che si è accesa la prima miccia che l’ha poi portata a dare vita a "Palermo mamme".
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«Quando sono rimasta incinta, ho sperimentato molta solitudine. Fabrizio e le mie amiche lavoravano tanto – racconta – in più io mi trovavo a dover reperire informazioni (dalla scelta del pediatra a quella del passeggino) senza avere una rete cui poter fare riferimento. Proprio questa solitudine nell’affrontare la gravidanza e il primo anno di mio figlio ha gettato le basi per il progetto».

Dopo 5 anni negli Stati Uniti, pur presi per pazzi da parenti e amici, Simona e Fabrizio decidono quindi di tornare in quella che considerano “casa”, la loro Palermo, stavolta da genitori. «Molti pensavano che stessimo lasciando la terra dell’oro per una terra che non offre nulla. Eppure noi, consapevoli dei difetti della nostra isola, da anni seguivamo i cambiamenti che Palermo stava attraversando grazie ai moltissimi giovani che hanno deciso di rimanere: questo ci ha dato speranza e anche l’entusiasmo di ritornare».

Una volta nel capoluogo, però, nonostante la felicità di essere nuovamente a casa, si rende conto di non essere l’unica ad avere vissuto la solitudine: «Andando al parco con mio figlio incontravo moltissime altre madri con i propri figli, ma nessuna parlava con le altre».

Nasce così “Palermo mamme”. Da semplice gruppo creato per fare amicizia e darsi appuntamento al parco, diventa presto una vera e propria comunità virtuale di sostegno fra genitrici che si scambiano consigli e informazioni di vario tipo, che si aiutano vicendevolmente, che si incontrano per una boccata d’aria in compagnia e che si supportano nella ricerca disperata di questo o quel pupazzetto che serve a completare una collezione preziosa per i bimbi che, altrimenti, potrebbero far scoppiare la terza guerra mondiale.

Ma “Palermo mamme” non è solo questo. Simona organizza anche incontri informativi con esperti di vari settori che aiutano i genitori a non sentirsi abbandonati in tema di accudimento e crescita dei propri figli. A causa della pandemia si sono trasformati in video-interviste in diretta su Facebook, ma la sostanza non cambia. Anzi, la qualità e l’offerta si sono ampliate: dalla dermatologa al medico esperto in vaccini, dalla rianimatrice alla pediatra, gli appuntamenti virtuali con i professionisti sono sempre di più e sempre più seguiti.

D’altronde, «fare rete» è il suo motto. «Creare nuove connessioni fra persone, nuovi ponti, nuovi collegamenti è fondamentale per costruire insieme», ed è per questo che per Simona “Palermo mamme” non è più un gioco ma una «creatura che le stando la possibilità di imparare e di scoprire donne, professioniste e madri che fanno tanto per la nostra città.

A dimostrazione che l’invidia non «è donna» e che gli stereotipi di genere sono sempre in agguato, non rimane quindi che bussare alla porta virtuale ed entrare a far parte della comunità per rendersene conto.

Attenzione, però, ai profili di coppia: la privacy per le mamme, che a volte chiedono consigli molto personali o affrontano temi delicati, è sacra. Quindi fuori i padri, almeno per questa volta. Che sia da stimolo per un futuro “Palermo papà”?
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