STORIE
Ha illuminato i monumenti di mezza Sicilia: ora racconta l’arte (in un blog) e te ne fa innamorare
"Didatticarte" è il blog di Emanuela Pulvirenti, palermitana ed esperta in progettazione della luce che ha pensato a se stessa da studentessa per realizzarlo
Emanuela Pulvirenti con un fotomontaggio si è divertita ad entrare nel quadro di Manet “Il bar delle Folies-Bergère”
La sua ideatrice, Emanuela Pulvirenti, palermitana, è un esperto in progettazione della luce, soprattutto nell’ambito dei beni culturali e monumentali: ha progettato l’illuminazione del Duomo di Monreale, della scalinata di Caltagirone ed era nel team che ha illuminato la Galleria Vittorio Emanuele a Milano.
Tornata in Sicilia dopo alcuni anni di lavoro a Milano, è stata docente di light design in università e accademie a Roma, Firenze, Milano e Palermo e dal 2006 ha iniziato ad insegnare storia dell’arte nelle scuole medie e nei licei.
Proprio in quel periodo ha creato il blog Didatticarte, la cui particolarità è saper rendere l’arte accessibile e piacevole, grazie alla competenza dell’autrice, che attraverso confronti e analogie crea una lettura avvincente e al suo stile accurato e scorrevole, condito qua e là da un pizzico d’ironia, che mitiga i toni pomposi consueti nel campo dell’arte.
Ciò che colpisce, negli articoli del blog, è la capacità di fare continui confronti, mostrando collegamenti inaspettati, con informazioni molto accurate e altrettanto comprensibili, salti temporali e paragoni talvolta divertenti e una ricchezza di immagini che è frutto di competenza e di ricerche meticolose.
Col passare degli anni Didatticarte è diventato molto letto e apprezzato. «Alcuni articoli sono diventati virali senza che io me ne sia resa conto.
Uno dei primi che ha fatto balzare le visite era un test con venti domande basilari, del tipo “Perché la Gioconda si trova in Francia?” ed ebbe una partecipazione enorme, 300.000 visite in un giorno, tanto che ho dovuto aumentare il database.
Accade anche quando scrivo un post di particolare attualità, per esempio il 10 marzo dello scorso anno, all’inizio del lockdown, ho scritto "L’arte di stare in casa", cercando i dipinti che raccontassero e suggerissero delle attività piacevoli da fare in casa ed ha avuto 500.000 visitatori in una settimana: numeri per me pazzeschi».
Oggi Didatticarte conta circa cinque milioni di visite l’anno, durante il lockdown è arrivato a 5.800.000, ma dipende anche dalle stagioni: in inverno sono circa 15.000 visitatori al giorno e 20.000 visite, perché molti guardano più pagine e i docenti scaricano le slide per la scuola.
«Non mi aspettavo certo questo riscontro perché pensavo che si trattasse di argomenti di nicchia e spesso lo sono – afferma – però la grande quantità di materiale che si trova riesce a interessare anche l’utente medio, che si sente accompagnato in un ambito che magari riteneva ostico, difficile, e invece scopre che lo capisce e addirittura lo diverte e lo appassiona.
D’inverno ha una quantità enorme di visite, perché tante classi di tutta Italia lavorano con i materiali digitali, con le slide di storia dell’arte o con le raccolte di video suddivise per periodi artistici. Materiali che realizzavo per me, che però mi sembrava giusto condividere e offrire anche agli altri».
Didatticarte non ha un piano editoriale ma segue l’ispirazione della sua creatrice. A parte le sezioni relative alla didattica, con le slide tutte in ordine, il blog spesso salta da un argomento all’altro e compie percorsi trasversali.
«Lo considero il mio parco giochi, un luogo dove mi piace fare scoperte e raccontare esperienze. Spesso mentre cerco qualcosa per motivi di lavoro, mi imbatto in un link, prendo nota e poi cerco di approfondire.
Anche per me è un modo per studiare e per scoprire». Malgrado la popolarità raggiunta, Emanuela ha continuato ad occuparsene da sola mantenendo e preservando l’identità iniziale, in totale libertà, senza obblighi o scadenze.
«A un certo punto mi scrivevano in tantissimi, per collaborare o chiedere recensioni, ma ho sempre rifiutato perché avrebbe snaturato la mia idea, non scrivo articoli su richiesta, scrivo solo di ciò che mi affascina e mi colpisce».
Nel 2016 Didatticarte è stato insignito del Premio Silvia dell’Orso, per la capacità divulgativa e per il linguaggio.
«È un premio poco conosciuto, però è l’unica associazione italiana che si occupa della divulgazione di beni culturali, quindi per me è statoun grande onore ed è stata anche una legittimazione di ciò che facevo».
Qualche anno prima, nel 2014, proprio attraverso il blog, Emanuela Pulvirenti viene contattata da Zanichelli e inizia a lavorare alla realizzazione di testi scolastici. Nel 2018 esce Artemondo, un corso di arte e immagine per le scuole medie e, nel gennaio 2021, Artelogia, rivolto ai licei.
«Ti confesso che essere contattata da Zanichelli, una delle più grosse case editrici scolastiche, con la proposta di realizzare qualcosa per le loro edizioni, mi ha fatto tremare, avevo qualche paura perché non mi ero mai cimentata con un libro di testo scolastico. Molti articoli in questi anni sono nati proprio in parallelo; mentre studiavo qualcosa che non potevo inserire nel libro, perché sarebbe diventato enciclopedico, pensavo “su questo però ci devo fare un post”».
Nel percorso di Emanuela Pulvirenti c’è anche un’eccellente carriera nel campo dell’illuminazione dei beni culturali.
Ha messo la propria firma su lavori prestigiosi, progettando l’illuminazione di siti importanti fra cui gli interni del Duomo di Monreale, i mosaici della Villa del Casale di Piazza Armerina, la Tonnara di Favignana e poi, con Piero Castiglioni, uno dei maggiori esponenti mondiali di light design, l’illuminazione della scala di Santa Maria del Monte a Caltagirone, Palazzo Abatellis a Palermo e anche la Galleria Vittorio Emanuele a Milano.
Ma lo racconta con la sua consueta modestia, anche se col dispiacere di aver interrotto questa attività. «L’illuminotecnica è la mia vera passione. La mia tesi di laurea è stata un progetto di illuminazione del centro storico di Mazara del Vallo.
L’anno successivo, all’Accademia di Brera, ho frequentato un master in illuminotecnica, ormai chiamata light design; lì ho conosciuto Piero Castiglioni e anche i vertici dell’azienda elettrica municipale AEM, l’odierna A2A, che si occupa dell’illuminazione di Milano.
Al termine del master ho fatto lo stage da loro e poi mi hanno assunta per occuparmi proprio dell’illuminazione monumentale di Milano. Era il mestiere che avevo sempre sognato, però non mi piaceva vivere a Milano e ho fatto quello che successivamente ho considerato un suicidio professionale, ovvero trasferirmi a Palermo pensando di continuare a occuparmi di illuminotecnica, invece ho preso talmente tante batoste che alla fine ho lasciato perdere.
Mi sono scontrata con una grave scorrettezza professionale che mi ha completamente demotivata. A Milano questo era il mio lavoro, invece in Sicilia è una professionalità quasi sconosciuta».
Ormai Didatticarte è un blog talmente ricco di contenuti da essere diventato un importante strumento di promozione dell’arte.
«Forse l’ambizione di Didatticarte – sostiene la sua ideatrice – è offrire la possibilità di appassionarsi e scoprire che l’arte non è così complicata e difficile, ma è qualcosa che parla di noi. Certo, l’impatto maggiore l’ha avuto nella mia vita, perché senza volerlo è diventato una sorta di curriculum che viaggia sul web, attraverso cui ho ricevuto molti riconoscimenti e gratificazioni, compreso l’attuale lavoro con Zanichelli.
Ha alimentato la mia passione e la curiosità che mi porta ad approfondire e quindi a diventare più competente anche nel padroneggiare certi argomenti. Io studio tutti i giorni e questo mi fa crescere, mi si aprono orizzonti, è un continuo apprendere ed è gratificante».
Oltre alla passione c’è tanta dedizione, accompagnata da tanti sacrifici. «Faccio fare sacrifici a tutta la famiglia, perché lavoro ininterrottamente, studio oppure scrivo e trasformo quello che ho studiato».
E parlando di famiglia, vincendo la propria riservatezza, rivela: «Di recente ho avuto la sorpresa che al liceo scientifico l’insegnante di mio figlio ha adottato come libro di testo proprio Artelogia: lui era orgogliosissimo e immaginava già le facce dei compagni che avrebbero avuto il libro con scritto Emanuela Pulvirenti in copertina.
In quel momento, lo ammetto, sono stata molto fiera e orgogliosa di me stessa anch’io».
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