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Gira il mondo, poi torna in Sicilia: così Davide trasforma un borgo in scrigno d'arte

Davide Bramante continua a viaggiare ma è nell'Isola che realizza i suoi sogni, portando artisti da ogni parte del pianeta. Vi raccontiamo la sua storia

Federica Puglisi
Giornalista
  • 9 febbraio 2025

Davide Bramante (foto Facebook)

Chiamarlo fotografo è riduttivo, considerarlo un artista, pure. Allora quale termine si addice al personaggio di cui vogliamo parlarvi? Sicuramente Davide Bramante è un fotografo d’arte, uno scultore, un personaggio poliedrico che in questi anni ha unito la sua passione per l’arte al suo territorio.

Nonostante una vita, per così dire, da “nomade”, sempre in viaggio in Italia e all’estero, ha scelto il borgo di Palazzolo Acreide, per dare vita ad un piccolo scrigno d’arte, dove si alternano artisti provenienti da ogni parte del pianeta per esporre le loro opere e soprattutto prendere parte alle residenze d’artista che Bramante promuove.

Siracusano di nascita, palazzolese d’adozione, ma soprattutto cittadino del mondo, Davide Bramante si forma nella città di Archimede. All’Istituto d’arte compie i suoi studi, nella sezione “metalli e oreficeria”. Ma pensare di fare per tutta la vita semplicemente l’orafo «gli sta un po’ stretto», anche perché «lavoravo già in casa da anni come orafo» ci confida.
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Dopo il diploma, allora, decide di trasferirsi a Torino per frequentare l’Accademia di belle arti. Ed è amore a prima vista. Torino, infatti, per il giovanissimo Davide rappresenta quel luogo ideale dove poter conoscere varie forme d’arte e accostarsi con curiosità e passione ai grandi protagonisti dell’arte italiana di fine anni Ottanta. E infatti si accosta agli esponenti dell’arte povera come Gilberto Zorio, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto.

Proveniente da una famiglia di condizioni modeste, per vivere a Torino, Bramante fa molti sacrifici, ma riesce a laurearsi presto e con il massimo dei voti, con una tesi di ricerca su Enrico Job, scenografo e costumista, marito di Lina Wertmuller. E soprattutto diventa assistente di molti artisti, occasione fondamentale per entrare in un mondo complesso e difficile come quello dell’arte.

Così conosce critici, direttori di musei, si fa strada con il suo estro e la sua creatività. Ma presto capisce che deve intraprendere la sua di strada. «Sono stato bravo, tenace, ma soprattutto fortunato – ci racconta – perché non è stato facile fare conoscere la mia fotografia come forma d’arte. Ho viaggiato tantissimo, ho fatto mostre in Italia e all’estero, come negli Stati Uniti».

Ha vinto due borse di studio alla Franklin Fournace Foundation e partecipato ad una mostra collettiva al MOMA di New York. Poi il rientro in Italia e il provare a mettere radici nella sua città Siracusa. Ma Davide non si ferma a questo. E infatti continua a viaggiare, a partecipare a mostre a esporre a livello internazionale. Ha lavorato in Cina, Corea del Sud, Stati Uniti, Spagna. E poi è finito a Palazzolo.

In questo borgo in provincia di Siracusa, che lui frequentava da piccolo con la sua nonna, si innamora di una palazzina liberty in totale stato di abbandono, che acquista, restaura e trasforma, dando vita alla “San Sebastiano contemporary”. Un luogo, una galleria, che richiama la via in cui si trova (appunto via San Sebastiano), che nel giro di pochi anni diventa un punto di riferimento per molti artisti.

«Palazzolo è un luogo tranquillo – sottolinea – ci venivo da piccolo, facevo il solito giro tra le vie del centro. Me ne sono presto innamorato. Poi la scoperta quasi per caso di questo palazzo. Ho subito immaginato cosa volevo diventasse. E così è stato. È una galleria, un museo, una residenza. Uno spazio aperto a contaminazioni provenienti da settori che hanno a che fare con altre forme di creatività. Ho tantissime opere che vorrei donare in futuro. Chissà. Per il momento questo luogo ha accolto e continua ad accogliere tantissimi artisti e diverse forme d’arte in un continuo dialogo con il territorio».

Infatti Bramante ha promosso nella sua San Sebastiano contemporary residenze d’artista, ospitando circa quaranta artisti provenienti da Iran, Finlandia, Messico, Cina, Colombia e soprattutto Italia. Gli artisti, che prendono parte alla residenza, accostano la loro arte al territorio che li circonda in un dialogo continuo con ciò che ogni emozione suscita in loro. Al termine delle due settimane di residenza le opere vengono esposte, con grande successo di pubblico e di critica.

Poi l’appuntamento fisso del 10 agosto. «Una data importante per Palazzolo – racconta -. È la festa di San Sebastiano, una festa popolare ricca di tradizioni e di folclore. E allora ogni anno la mattina del 10 agosto inauguriamo qui una mostra. Il primo ciclo ha visto protagonisti tre architetti in un dialogo tra arte e architettura. Ospiti Corrado Levi, il primo anno, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo il secondo e Mario Cucinella il terzo.

Lo scorso anno - continua - è iniziato un nuovo ciclo “Arte e parola” con l’esposizione delle opere di Alfredo Rapetti Mogol. E per il 2025 ho già in cantiere la prossima mostra, ma bisogna attendere. Sarà una sorpresa bella per Palazzolo».

Davide Bramante dunque è un artista a tutto tondo, nell’accezione generale del termine. Ma riduttivo definirlo solo così. È un protagonista dell’arte italiana che con estro e creatività sa tessere relazioni e dare vita a progetti significativi. Ma dicevamo è soprattutto un fotografo d’arte: le sue opere di grosso formato ritraggono diverse città metropolitane, realizzate con un’originalissima tecnica fotografica (del tutto personale), risultato di esposizioni multiple comprendenti da 4 a 9 scatti fatti in fase di ripresa non digitali.

Alcune fotografie sono state apprezzate nell’ultima esposizione realizzata nella sua città natale, Siracusa, dove non aveva esposto finora. «Ho accettato l’invito di un caro amico – ci rivela –: esporre al museo di palazzo Bellomo. Un luogo stupendo che racchiude opere del passato e immensi capolavori».

Allora coniugando il legame tra arte, fotografia, viaggio, in un perenne e continuo dialogo, il visionario artista siracusano ha dato vita a delle opere originali, fotografie artistiche che si intrecciano con le sale e dunque con le opere del museo per un viaggio nella memoria, nella storia, nella bellezza. È nata così “Pan_Estesia. Tutta la bellezza che ho negli occhi”.

Ma Davide Bramante non si è di certo fermato a questo. Continua a viaggiare, ad essere cittadino del mondo, a costruire piccoli tasselli di creatività in ogni luogo che attraversa. Pronto a nuove sfide e a nuove scommesse.

I suoi progetti a San Sebastiano Contemporary sono autofinanziati. Di recente è nata una collaborazione con l’assessorato comunale alla Cultura che ha inserito le iniziative nella programmazione di eventi culturali del Comune. Ma Bramante ha in mente ancora molti progetti per Palazzolo, per la sua Siracusa. E chissà anche per altre città.

È stato fortunato, ci ha tenuto a confidarci, ma sicuramente il talento e la passione sono alla base del suo successo internazionale.
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