Giostre chiuse (dopo 100 anni) per protesta al Giardino Inglese: che succede a Palermo
Mentre stanno per finire i lavori di riqualificazione della villa, i giochi chiudono per volere della famiglia Carbocci, storici gestori dell'area. La replica del Comune

L'avviso che annuncia la chiusura delle giostre al Giardino Inglese
«Abbiamo chiuso per protestare perché le autorità non chiariscono quali permessi dobbiamo avere dopo anni di richieste». È questa la frase che dalla scorsa settimana accoglie le famiglie che portano i propri figli al mini luna park, su un manifesto affisso proprio davanti alla cassa che non batte più scontrini da giorni.
La scelta di abbassare la saracinesca - presa dai gestori Pietro e Casimiro Carbocci - rappresenta l'epilogo di una controversia burocratica con il Comune che si protrae da ormai cinque anni. Tutto ha inizio nel 2020 quando, poco prima della scadenza della concessione per operare nel parco intitolato a Piersanti Mattarella, la famiglia Carbocci ne ha chiesto la proroga, ricevendo però un diniego.
I giostrai non si sono arresi e, nel corso del tempo, su indicazione di Comune e Soprintendenza, hanno presentato diversi progetti per ottenere una nuova autorizzazione, senza mai ricevere risposte chiare.
«C’è un continuo rimpallo fra gli uffici competenti che ci tiene da cinque anni in uno stallo burocratico insostenibile, nonostante abbiamo sempre ottemperato a tutto quello che ci è stato richiesto dal Comune – dichiara Casimiro Carbocci – Una situazione che ci impedisce di fatto di metterci in regola».
Nel frattempo, sono state avviate le opere di riqualificazione del Giardino Inglese finanziate dal Pnrr e, proprio per questo, nel 2023 il Comune aveva ordinato lo sfratto delle giostre, sostenendo fossero di intralcio ai lavori. Poco dopo, però, il provvedimento è stato temporaneamente sospeso dal Tar, permettendo così al luna park di continuare a funzionare.
Ma non finisce qui. A febbraio 2024, infatti, gli stessi giudici amministrativi hanno confermato lo sgombero inizialmente deciso dal Comune, non stabilendo però una data precisa entro cui lasciare l’area. Il parco giochi è quindi rimasto operativo, almeno fino alla decisione spontanea di chiudere da parte dei gestori.
Lo stop alle giostre - attività presente nel Giardino Inglese fin dal 1924 - non è una protesta simbolica: sono infatti coinvolte direttamente dieci famiglie, tra lavoratori e titolari. «In ballo non c'è soltanto il futuro di un’azienda storica, ma anche il destino lavorativo di sette impiegati, alcuni dei quali dipendono da questo lavoro per mantenere un regolare permesso di soggiorno» afferma Carbocci.
«Ci sono lavoratori che sono con noi da trent'anni e non dormono sonni sereni in questi giorni - continua - Dormono male loro, dormiamo male anche noi perché, se l'azienda non fattura, non ci sono risorse per pagare gli stipendi. E senza risposte immediate, saremo costretti a chiudere definitivamente».
Sulla vicenda è intervenuto anche l'assessore comunale alle Attività produttive Giuliano Forzinetti, che esprime rammarico per la chiusura dell’attività, ribadendo l'importanza del luna park per la città e rassicurando sull’interesse dell’amministrazione a non lasciare i bambini senza uno svago.
«A seguito del vincolo posto dalla Soprintendenza, abbiamo dovuto necessariamente rimodulare le autorizzazioni concesse in precedenza, per seguire un iter amministrativo corretto - dichiara - Non è possibile infatti concedere permessi annuali diretti, come fatto in passato.
La concessione deve avvenire tramite un bando pubblico, che stiamo definendo in stretto accordo con l’assessore al Patrimonio Comunale Brigida Alaimo, perché sarà proprio l’area del Patrimonio a dover gestire la procedura e rilasciare le concessioni. Contiamo di finalizzare il tutto entro l’estate».
«L’obiettivo dell’amministrazione è di continuare a garantire ai bambini e alle famiglie uno spazio giochi all’interno del Giardino Inglese - prosegue - e di tutelare quanto più possibile anche gli attuali posti di lavoro, valutando la possibilità di inserire una clausola che permetta di salvaguardare i lavoratori già impiegati nel parco giochi».
Nel frattempo la città si mobilita. Nei giorni scorsi, infatti, è stata lanciata una petizione che ha già raccolto oltre quattromila firme, a testimonianza - come evidenziato dai gestori - del forte legame che unisce la comunità palermitana alle giostre. La richiesta rivolta alle Istituzioni è semplice: riaprire al più presto il luna park e difendere un’attività storica che, da cento anni, rappresenta un luogo simbolo del divertimento e dei ricordi di intere generazioni.
La prossima settimana, intanto, è prevista l'inaugurazione ufficiale del Giardino Inglese dopo la riqualificazione finanziata dal Pnrr. Un paradosso, sottolineano amaramente i gestori: «La villa riapre, ma le giostre chiudono».
Un contrasto che sarà difficile da ignorare e che rischia di oscurare il giorno della festa perché, «mentre il parco si prepara a riaprire ufficialmente i cancelli, lo spazio giochi resta in silenzio», in attesa che le promesse si concretizzino.
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