CRONACA
Furti, locali al buio e doppi turni: dallo Zen alla Bandita, la scuola negata a Palermo
Cosa sta succedendo nelle periferie della città afflitte già da una condizione complessa di disagio e diritti negati. Una situazione di disagio per le famiglie
Istituto comprensivo Giovanni Falcone di Palermo
Alla scuola Falcone, nel quartiere Zen, nei giorni scorsi, sono stati portati via i cavi di rame centrali e sotterranei. Il plesso non era (purtroppo) nuovo a furti di questo tipo. Stavolta, però, il danno è maggiore: la scuola è rimasta al buio e non si sa quando l’impianto elettrico verrà ripristinato.
«Le attività didattiche sono ricominciate – spiega il dirigente dell’Istituto "Falcone", Massimo Valentino -. C’è grande rammarico per quanto accaduto. Adesso, occorre ripristinare il tutto e non conosciamo i tempi. Intanto, gli alunni sono tornati seguendo un orario ridotto, perché saremo ancora senza luce e acqua».
Alcune classi svolgeranno le lezioni dalle 8.00 alle 11.00, altre ancora dalle 11.00 alle 14.00 E alcuni alunni sono stati trasferiti nel plesso secondario. Intanto, è stata già presentata una denuncia e saranno acquisite le immagini delle telecamere di videosorveglianza.
Il motivo? Genitori e bambini non lo sanno e, di conseguenza, chiedono chiarimenti e, soprattutto, la messa in sicurezza dell’Istituto dal momento che (come se non bastasse lo sfratto), alcuni tetti del plesso che ospita le classi elementari, "La Casa del Fanciullo", sono pericolanti.
Di conseguenza, i piccoli alunni sono stati trasferiti nel vicino edificio "Castrogiovanni", con doppi turni, cominciati la scorsa settimana, con un conseguente stress, fanno sapere i genitori, notevole per i bambini.
Ma cerchiamo di ricostruire la storia. «I due edifici, quelli delle classi elementari e medie di via Galletti, sono di proprietà dei preti vocazionisti – spiega Valentina Cicala, membro del consiglio d’istituto -. C’è un affitto, da tanto tempo, da parte del Comune di Palermo, ma da quello che sappiamo, i preti vocazionisti affermano che il Comune non paga.
Di conseguenza, sarebbe arrivato lo sfratto. Il Comune, però, al contrario, sostiene di avere pagato l’affitto e anche i debiti dei preti. Noi non sappiamo dove si trovi la verità». Quel che sembra essere certo è che è arrivato lo sfratto per giugno prossimo e tanti bambini e adolescenti rischiano di restare a casa.
«Ci chiediamo anche come mai, nei giorni scorsi – prosegue Valentina Cicala – sia spuntato, sul sito del Comune di Palermo, un bando di concorso, dove il Comune chiede di trovare un edificio per classi medie, elementari, con una palestra e stanze per la segreteria e i laboratori.
Da quello che noi sapevamo, i preti vocazionisti volevano continuare con la scuola e vorrebbero farlo stipulando un contratto con il Comune, che non vorrebbe darlo. In mezzo a così tanta confusione, chiediamo di sapere qual è la verità e, soprattutto, quale sarà il futuro scolastico dei nostri figli».
L’avviso del Comune di Palermo, pubblicato sul sito ufficiale, parla della ricerca, da parte dell’Amministrazione, sul territorio della Seconda Circoscrizione, o in area immediatamente limitrofa, di un immobile da adibire a scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado.
«L’immobile ricercato, come si legge sul sito, dovrà essere immediatamente fruibile per uso scolastico e deve essere idoneo ad ospitare rispettivamente: 2 classi di scuola dell’infanzia più aula per attività ludico ricreative, 8 classi di scuola primaria più due laboratori, 11 classi di scuola secondaria di primo grado più tre vani adibiti a laboratori.
Almeno tre vani annessi da adibire uffici di direzione, segreteria e archivi; Palestra o adeguato spazio esterno per l’espletamento delle attività ginniche degli alunni. La valutazione verrà determinata dalla Commissione Tecnica di Valutazione e la proprietà potrà decidere se accettare o rinunciare».
Abbiamo chiesto una replica all’assessore comunale alla Scuola, Aristide Tamajo, e siamo in attesa di una sua risposta.
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