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Forse non lo sai, ma Modugno si fingeva siciliano: quel legame con "la piscina di Dio"

Trent'anni fa se ne andava uno dei cantautori più importanti. La sua unione con la nostra isola era talmente forte che ha trascorso gli ultimi anni di vita qui

Anna Brisciano
Collaboratrice
  • 6 agosto 2024

Domenico Modugno sulla Spiaggia dei Conigli a Lampedusa in una foto del 1977 (dal magazine Lampedusa today)

C'è una voce che sulla nostra isola, non ha lasciato solo il proprio segno, ma soprattutto il proprio cuore. Che ha deciso di rendere la Sicilia parte fondamentale della propria storia. La voce in questione è quella del cantautore Domenico Modugno che trent'anni fa esalò l'ultimo respiro proprio nella sua amata villa a Lampedusa, a due passi da quella che egli stesso definì "La piscina di Dio".

Il legame che unisce il cantautore alla nostra terra ha a che fare con la sua storia cinematografica, ma soprattutto discografica. Ripercorriamo insieme il suo "vissuto siciliano".

Modugno nasce a Polignano a Mare, in provincia di Bari, in Puglia, il 9 gennaio del 1928. Da ragazzo decide di cimentarsi nel mondo della recitazione. Partecipa al concorso per attori al Centro Sperimentale di Cinematografia, dove viene ammesso e dove, successivamente, vince la borsa di studio quale migliore allievo della sezione di recitazione. Da qui i primi ruoli.
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Grazie a uno dei primi film a cui prende parte, "Carica Eroica", si inizia a diffondere l'idea che il cantautore abbia origini sicule. Infatti, all'interno della pellicola interpreta la parte di un soldato palermitano che canta una ninna nanna in dialetto a un bimbo russo per farlo addormentare. Da questo episodio nasce la leggenda del "Modugno siciliano".

La svolta avviene quando Flavio Palmieri gli offre di occuparsi di una serie di trasmissioni radiofoniche, dedicate alla Sicilia, chiamate "Amuri... Amuri". Domenico si preoccupa dei testi e della regia e, insieme a Franca Gandolfi, fa l'attore e persino il rumorista.

Durante questo periodo l'artista pugliese inizia a comporre molte canzoni non solo in dialetto pugliese, ma anche in siciliano, ispirandosi al folclore della tradizione sicula. Tra i tanti brani che scrive ci sono: "Lu sciccareddu 'mbriacu", "Lu minaturi", "Lu sciccareddu 'mbriacu" e "Attimu d'amuri". Di tutte questa canzoni ne farà una raccolta nel 1963, chiamata "Modugno Siciliano".

In questi anni, per l'esattezza nel 1955, sposa la moglie Franca Gandolfi, attrice messinese.

Nel frattempo, nella seconda metà degli anni '50, fra il pubblico che lo ascolta si fa sempre più forte la convinzione che Modugno abbia origini sicule a tal punto che lo stesso cantautore, su consiglio anche dei discografici, gioca sul malinteso che lo vuole tale.

Ciò avviene nello stesso periodo che vede la sua partecipazione al festival della Canzone Italiana a Sanremo con "Nel blu dipinto di blu". La sua vittoria, grazie al boom di vendite, rivoluziona definitivamente la canzone italiana.

Nonostante l'unione con l'isola sembri di natura professionale, Domenico nutre con la Sicilia un forte legame sentimentale, che va al di là della sua carriera. Infatti, negli anni '70 acquista a Lampedusa un rudere che trasforma poi in una villa di lusso. La struttura si trova proprio a due passi dall'Isola dei Conigli, definita dal cantante stesso "La piscina di Dio".

Durante la sua permanenza si dedica ad attività anche di natura politica. Nel 1989 si batte contro le condizioni disumane dei pazienti dell'ospedale psichiatrico di Agrigento, tenendo anche un concerto in loro favore: il "Concerto per non dimenticare". Nel 1990 viene eletto sempre ad Agrigento consigliere comunale.

Domenico Modugno decide di invecchiare nel proprio posto del cuore, all'interno delle mura della propria villa a Lampedusa, dove trascorre tanti anni fino agli ultimi giorni di vita, nel 1994. Lo ricordiamo in quanto proprio oggi, martedì 6 agosto, ricorre il trentesimo anniversario della sua morte.
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