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Forse è la volta buona per il Ponte sullo Stretto: il (nuovo) progetto è quello vecchio

Arriva il primo via libera con il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri che consente il riavvio del percorso di progettazione e realizzazione dell'opera

Balarm
La redazione
  • 17 marzo 2023

Una storia di cui si parla da tempo immemore e che è destinata a tenere banco per i prossimi anni. La vicenda del Ponte sullo Stretto appassiona molti, politici e non. E divide nettamente le opinioni. Per alcuni è irrealizzabile, per altri sarebbe cosa fatta, se ogni volta non ci si mettesse in mezzo un impedimento che fa crollare tutto. Per fortuna solo metaforicamente.

Il ministo delle Infrastrutture Matteo Salvini è tra quelli che credono fermamente nel progetto. Non è passato molto tempo dall'avvento del nuovo governo che già è arrivato il primo via libera con il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri che consente il riavvio del percorso di progettazione e realizzazione dell'opera.

Il governo in questo caso usa la formula precauzionale "salvo intese" e ancora sono in via di definizione gli aspetti tecnici. Si dovrebbe ripartire comunque dal progetto definitivo approvato 11 anni fa, quello del ponte sospeso strallato più lungo al mondo, 3,2 chilometri.
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Dal ministero fanno sapere che andrà ora aggiornato per adattarlo alle ultime normative in materia tecnica, ambientale e di sicurezza. Il vicepremier Salvini ha dichiarato che «sarà il ponte a campata unica più bello, più green e più sicuro del mondo», certificato dai «più grandi ingegneri delle migliori università».

Ovviamente ha parlato di "giornata storica" per tutta Italia. Mentre il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha promesso che «questa volta non ci fermeranno» come «già 20 anni fa» quando con il suo governo avevano pronto il progetto. La realizzazione tecnica richiederà 5 anni e si ripartirà dalle autorizzazioni già ottenute nel 2012 per i raccordi ferroviari e stradali, ha spiegato il viceministro Edoardo Rixi.

La tabella di marcia sembra definita: l'obiettivo ora è quello di arrivare a un nuovo progetto esecutivo entro il 31 luglio 2024 per poi avviare i lavori per la fine di quell'anno.

Il team di Geopop l'anno scorso ha realizzato un video con le quattro proposte prese in esame dal 1969 a oggi, molte delle quali scartate, riportando per ciascun progetto pro e contro e realtà simili e già realizzate in giro per il mondo.

Sul piano della comunicazione sembra già cosa fatta. Al ministero delle Infrastrutture c'è un modellino del ponte e Salvini vi ha posato davanti per una foto con i presidenti delle Regioni sulle due sponde, Roberto Occhiuto della Calabria e Renato Schifani della Sicilia, al termine di un incontro sulle esigenze infrastrutturali dei due territori e sulla nuova partenza del progetto.

Per Occhiuto «il Ponte sullo Stretto sarà una grande occasione per il Sud, ma occorrerà parallelamente lavorare per sviluppare al meglio le opere complementari indispensabili».

Plauso anche dal presidente della Regione siciliana Renato Schifani: «Accogliamo con grande apprezzamento e soddisfazione il via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge sul Ponte dello Stretto, un'opera strategica che da sempre la Sicilia e i siciliani ritengono fondamentale per eliminare il divario tra Nord e Sud e che permetterà alla nostra Isola di avere finalmente un collegamento diretto con l’Italia ed il resto dell’Europa.

Naturalmente al Ponte – aggiunge il presidente Schifani - va associato il potenziamento complessivo delle reti viarie e autostradali ad esso connesse e la realizzazione di infrastrutture di supporto che sono necessarie».

«Desidero ringraziare il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e il ministro Matteo Salvini per avere portato avanti, con grande determinazione e ferma volontà, uno dei punti fondamentali del programma di governo nazionale ed anche regionale», conclude.

Tra gli scettici invece si annovera l'Alleanza Verdi e Sinistra che ha organizzato un flash mob di protesta contro il Ponte davanti a Montecitorio. I manifestanti portavano cartelli con su scritto: "uno spreco di risorse da 10 miliardi di euro" e indicavano come con questi soldi si potrebbero acquistare, per esempio, 175 treni intercity e 500 regionali. Un "no" secco al ponte per gli «elevatissimi e insostenibili costi ambientali, sociali ed economico-finanziari» arriva anche dal Wwf.
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