ARTE E ARCHITETTURA
Ernesto Basile proclamato icona di Palermo: i primi 14 passi per rilanciare il Liberty
Via Oberdan diventa "viale Donna Franca Florio", un Museo nello spazio vuoto di Villa Deliella e tanto altro: Palermo vuole rilanciare il Liberty e il suo retaggio culturale
Il Grand Hotel di piazza Borsa a Palermo
Ernesto Basile fu incaricato nel 1901 dal Governo Italiano, per il progetto più rappresentativo dell’Italia post unitaria, avendolo riconosciuto quale migliore rappresentante del nuovo stile internazionale europeo, con l’ulteriore prezioso merito di saper radicare la maniera internazionale a significative declinazioni nazionali.
Per valorizzare la figura di Basile restituendo alla città nuova consapevolezza sul periodo storico della Belle Epoque il Consiglio Comunale di Palermo ha decretato che Ernesto Basile è l'icona urbana laica della città di Palermo.
È un lascito di "Palermo capitale italiana della cultura 2018" ed il primo tassello del processo di rilancio del Liberty con l’obiettivo di restituire a Basile il ruolo culturale che merita attraverso l’impegno a mettere in moto un meccanismo positivo di conoscenza e riscoperta della sua opera.
Durante il consiglio si è deciso di inaugurare una nuova epoca culturale per la città, volta a re-impossessarsi della consapevolezza del periodo storico della Belle Epoque palermitana, di cui Ernesto Basile fu massimo esponente.
In quella occasione è stato stilato un documento con 14 atti immediatamente realizzabili, approvato all'unanimità dal consiglio. I punti vogliono rendere omaggio a Ernesto Balise e al periodo in cui visse e che contribuì a rendere speciale e unico dal punto di vista artistico e culturale e anche economico.
1. Cambio del nome dell’odierna via Guglielmo Oberdan, strada che conduce al Villino Florio progettato da Ernesto Basile tra il 1899 e il 1900, in "viale Donna Franca Florio".
2. Istituzione di area pedonale nell’attuale via Guglielmo Oberdan al fine di valorizzare l’accesso al Villino Florio attraverso la realizzazione di un viale alberato ciclo-pedonale, che restituisca al Villino Florio l’illusione di una prospettiva che richiami quella della sua concezione originaria a conclusione di un viale alberato.
3. La conferma nella redigenda Variante al Piano Regolatore Generale “Palermo 2025”, della destinazione pubblica dell’area dove sorgeva villa Lanza-Deliella, demolita alla fine del 1959, inaugurando la triste stagione del Sacco di Palermo che ha inesorabilmente segnato la vita della città (leggi "un museo dove c'era villa Deliella").
4. Le realizzazione entro il 28 novembre 2019, che sancisce il 60esimo anniversario dalla demolizione di Villa Lanza-Deliella, di un momento di studio a conclusione di un percorso di riflessioni condivise con la città e con i suoi principali attori culturali che hanno recentemente manifestato un interesse acceso sul destino urbano di museo dell’area a piazza Francesco Crispi dove sorgeva la Villa.
5. Individuazione sulla redigenda Variante al Piano Regolatore Generale “Palermo 2025”, di tutte le opere progettate da Ernesto Basile, come da elenco aggiornato allegato al presente documento.
6. Richiesta alla Soprintendenza di apposizione di vincolo monumentale a tutte le opere progettate da Ernesto Basile.
7. Basile come Gaudì: istituzione del Percorso culturale e artistico "Ernesto Basile" attraverso la localizzazione e la messa in rete delle opere progettate da Ernesto Basile con segnaletica dedicata, logo riconoscibile, tabelle descrittive sui luoghi delle opere, sia esistenti che perdute.
8. Recupero e valorizzazione del Secondo Chiosco Ribaudo a piazza Castelnuovo con cambio di destinazione d’uso da dedicare a punto di informazione culturale e turistico sul tema esclusivo del Liberty cittadino e del Percorso Ernesto Basile.
9. Apposizione di lapide commemorativa per Giovan Battista Filippo Basile ed Ernesto Basile all’interno della chiesa di San Domenico, Pantheon dei cittadini palermitani illustri, insieme al bassorilievo dei due profili di padre e figlio, attualmente conservato presso il teatro Massimo di Palermo.
10. Integrazione del nome originario “Officine Ducrot” all’attuale “Cantieri Culturali alla Zisa” in “Officine Ducrot - Cantieri Culturali alla Zisa", ad indicare l’area che con i suoi 23 capannoni era sede delle Officine Ducrot e dello Studio Ducrot, complesso industriale che tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento, realizzava mobili, suppellettili e opere in legno e metallo in stile liberty, su disegni e progetti anche di Ernesto Basile, anche utilizzati come arredi dei saloni delle navi da crociera Florio e per il Palazzo di Montecitorio.
11. La dedicazione di un gruppo scultoreo a Ernesto Basile architetto attraverso un concorso internazionale che sappia restituire priorità culturale volta a unire la cittadinanza in termini di orgoglio collettivo per le più recenti radici culturali.
12. La rivalutazione delle condizioni di locazione dei due chioschi monumentali Ribaudo e Vicari (guardali) di piazza Giuseppe Verdi (entrambi di proprietà comunale), che fronteggiano il teatro Massimo, progettati da Ernesto Basile rispettivamente nel 1894 e nel 1897, al fine di rispettarne il valore monumentale e culturale, sia in termini monetari che di garanzie del rispetto e della manutenzione ordinaria e straordinaria attraverso anche la destinazione delle somme provenienti dalla locazione a destinazione esclusiva finalizzata al loro restauro.
13. Progettazione e realizzazione di un sistema di illuminazione artistica capace di valorizzare le opere urbane di Ernesto Basile e permettere un’adeguata fruizione anche notturna del percorso che con il presente documento si chiede di istituire.
14. Apposizione di lapide celebrativa dedicata a Giovan Battista Filippo Basile ed Ernesto Basile, tra le pareti della Sala delle Lapidi, sede istituzionale del nostro Consiglio Comunale a Palazzo delle Aquile, a tributo del lascito culturale e artistico impresso alla città, ricordando che entrambi gli architetti affiancarono alla carriera accademica e alla libera professione, l’attiva tecnica all’interno dell’amministrazione comunale, in una continuità temporale e compositiva che durò per 70 anni (1860 - 1932), segnando profondamente la città.
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