STORIA E TRADIZIONI
Era l'antidoto al morso della taranta: come nasce e perchè si chiama "Ballo a Chiovu"
La tarantella è cambiata nel tempo e in Sicilia ne esistono diverse varianti, legate al tipo di costumi e al periodo in cui vengono eseguite. Ve ne raccontiamo una
Molti popoli, infatti, custodiscono e promuovono ancora oggi le coreografie che fanno parte della loro tradizione per scongiurarne la scomparsa.
Alcuni balli tradizionali sono più famosi di altri e attirano la curiosità dei visitatori di tutto il mondo.
La tarantella rientra in questa categoria, anche se viene spesso interpretata erroneamente come una danza identica in tutto il meridione.
In realtà, il tipico ballo, estremamente diffuso in Puglia, Campania e Sicilia, si è evoluto nel corso dei secoli e presenta delle caratteristiche diverse in base al luogo in cui viene praticato.
Ciò che accomuna la tarantella delle varie regioni meridionali è l’origine del nome.
Era opinione diffusa che la ferita causata dall’aracnide inducesse uno stato di trance, con dolori fisici e convulsioni.
Grazie al ritmo sostenuto e ai movimenti rapidi e incessanti, il povero malcapitato era in grado di stimolare la circolazione sanguigna ed espellere il veleno del ragno. Successivamente questa pratica ha perso la connotazione medico-curativa ed è diventata un’occasione di puro divertimento collettivo.
Diffondendosi in tutto il Regno delle Due Sicilie, la tarantella si è diversificata e nella nostra Isola ne esistono diverse varianti, legate al tipo di costumi indossati durante la performance e al periodo in cui vengono eseguite.
Il ballo a chiovu è una di queste forme tradizionali di tarantella siciliana e viene eseguito principalmente durante il periodo della mietitura. In origine questa danza rappresentava un momento di festeggiamento per la conclusione della giornata di lavoro nei campi.
Alla fine delle faticose attività quotidiane, i contadini si riunivano e iniziavano a ballare con strumenti tradizionali in un'atmosfera giocosa ed energica.
Il nome "ballo a chiovu" deriva dal movimento caratteristico dei ballerini, i cui piedi battono sempre sullo stesso punto, come se piantassero un chiodo nel terreno.
I danzatori eseguono spesso dei salti con le gambe aperte e, quando le poggiano a terra, le incrociano sbattendole vigorosamente. Mentre il gruppo balla in armonia, alcuni componenti suonano anche degli strumenti, essenziali per praticare questa tarantella.
I più utilizzati sono il tamburello, la fisarmonica e il marranzano.
Anche i costumi indossati durante il ballo a chiovu riflettono la cultura contadina siciliana. Le donne indossano una gonna lunga, spesso abbinata a una sottoveste e a un grembiule bianco con ricami o pizzo.
La parte superiore è composta da una camicia bianca con maniche a sbuffo e un corpetto aderente, di colore nero o contrastante. Completa il look un fazzoletto colorato legato intorno alla vita o tra i capelli.
Gli uomini indossano pantaloni generalmente di colore scuro con calze chiare e una camicia bianca. Sopra a quest’ultima portano un gilet nero oppure un nastro rosso.
I colori di questi costumi tradizionali non sono scelti a caso, ma hanno significati simbolici profondamente radicati nella cultura siciliana. Il rosso, ad esempio, simboleggia la passione, l'energia e la vitalità. È spesso utilizzato nei dettagli dei costumi per rappresentare la forza e la vivacità della danza.
Il bianco ricorda la purezza e la semplicità; le camicie bianche indossate sia dagli uomini sia dalle donne riflettono la purezza delle intenzioni e la semplicità della vita contadina.
Il nero, utilizzato principalmente per i gilet e i pantaloni, simboleggia la terra e il lavoro agricolo, elementi fondamentali nella vita dei contadini.
Infine, il blu e il verde possono essere presenti nei dettagli dei costumi e rappresentano rispettivamente il cielo e la natura, elementi costanti della vita rurale siciliana.
Ogni dettaglio, insomma, contribuisce all’unicità di questa pratica tradizionale. Insieme alle altre tipologie di tarantella, il ballo a chiovu celebra la semplicità, la gioia e la vivacità del popolo siciliano.
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