MISTERI E LEGGENDE
Empedocle e la "sfida" con l'Etna: storia di un filosofo che credeva di essere immortale
La sua leggenda ispirò la costruzione di un rifugio sulla cima dell’Etna, chiamato proprio Torre del Filosofo e costruito intorno al 1960 vicino al bordo di un cratere
Empedocle si getta nell'Etna (rappresentazione)
Si pensi ad esempio a Socrate che morì bevendo la cicuta e a Seneca, lo stoico, uno cioè che sopportava qualsiasi cosa – lo vorrei vedere, oggi, alle prese col traffico di Palermo – che si diede la morte.
Gente allegra Dio l'aiuta, insomma.
Vediamo, intanto, chi era Empedocle e perché era affascinato dalle fiamme. Empedocle nacque nel V secolo a. C. ad Agrigento, da una famiglia facoltosa e partecipò attivamente alla vita politica.
Un tempo non c'era ancora la divisione dei saperi come la conosciamo oggi e i filosofi erano anche - oggi diremmo - ''scienziati''. Empedocle, infatti, oltre ad essere un poeta, un taumaturgo, cioè una specie di santone con la barba che aveva poteri prodigiosi, era anche un medico, probabilmente scoprì il labirinto dell'orecchio interno.
Era conosciuto come un mago in grado di fare miracoli e andava in giro con una corona d'oro sul capo come fosse un dio - doveva essere del segno del leone! -. È uno di quei filosofi definiti ''presocratici'', cioè che vissero prima di Socrate, il saggio che diceva ''io so di non sapere'' e che oggi andrebbe fuori di testa leggendo i post sui social, le opinioni non richieste sui più disparati argomenti.
I presocratici erano uomini molto curiosi e cercavano il senso della vita, il principio delle cose, l'archè.
Un decimo della curiosità che avevano i presocratici oggi non farebbe male, anche solo per smascherare le fake news e per non credere ai video su Youtube che svelano i misteri più profondi dell'esistenza e che sono stati caricati dallo zio Pino, strenuo ambasciatore del terrapiattismo.
Immaginate quando non c'erano Google o Youtube a darci tutte le risposte e gli uomini potevano esprimere le loro curiosità più profonde. Ricordiamoci però che Google può rispondere solo a domande per Giallo Zafferano e simili, ''come si fa il risotto ai funghi?'', ''quanto è grande la terra?''. Ma, se gli chiediamo lumi sul senso della vita, vacilla.
In passato una risposta alle domande dell'esistenza era data in forma letteraria dal mito, l'aspetto razionale era invece affrontato dai filosofi. C'era chi credeva che il principio di tutto fosse l'acqua; c'era chi credeva che il principio fosse l'aria.
Empedocle pensava che ci fossero due principi, ''Amicizia'' o ''Amore'' e ''Dissidio'' o ''Odio'', regolatori dei quattro elementi: terra, acqua, fuoco e aria.
Immaginiamo i due principi come due forze contrastanti, una benevola e l'altra rompiscatole. Empedocle era dunque affascinato dagli elementi naturali e si dice che sia andato sull'Etna proprio per studiarli meglio.
Sull’Etna poteva osservare la propompente forza del fuoco, lasciandosi ammaliare dalla potenza del vulcano. Molto romantico, non c'è che dire, però la sua non è stata esattamente una rilassante vacanza in uno chalet di montagna.
Infatti, dato che era un filosofo medico taumaturgo profeta, la sua curiosità era troppo esagerata e anche il suo ego non doveva essere piccino: credendo di essere divenuto immortale e volendo darne prova a tutti, si sarebbe gettato nel cratere dell'Etna.
Empedocle doveva dimostrare di essere stato assunto – no, non per un lavoro a tempo indeterminato – ma tra gli dei.
La leggenda ispirò la costruzione di un rifugio sulla cima dell’Etna, chiamato proprio Torre del Filosofo. Edificato intorno al 1960, venne sfortunatamente distrutto in seguito alle eruzioni vulcaniche del 1971, del 2002 e del 2013. Era stato costruito vicino al bordo di un cratere dove la leggenda diceva fosse stato trovato uno dei sandali di Empedocle.
Altre versioni sostengono che Empedocle sia morto nel Peloponneso, in Grecia, dopo essere caduto in disgrazia. In ogni caso è un personaggio dal fascino indiscutibile e un grande pensatore a cui la Sicilia ha dato i natali.
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