ITINERARI E LUOGHI
È uno dei 3 fiumi che bagna un paese in Sicilia: scorre tra valloni e l'argilla "azzurra"
Nel corso degli anni i fenomeni atmosferici hanno stravolto il territorio. È conosciuto per il suo rilievo socio-economica ma può essere vitale per il turismo
Il lago Trinità a Castelvetrano
Tra questi, oltre al Belice e il Modione, è presente il fiume Delia. È lungo 43 km e nasce dal Monte Calemici presso il territorio di Vita.
Nelle fasi iniziali e quindi, alle radici, il fiume prende il nome di Grande. Nella zona centrale e precisamente entrando nel territorio castelvetranese assume quello di Delia e poi, continua il suo percorso verso Mazara del Vallo col nome Arena. Sfocia nel Mar Mediterraneo.
Giunto all’interno del priorato omonimo, avviene lo sbarramento grazie alla diga Delia-Novinelli (per alcuni Lago Trinità) costruita tra il 1954- 59. Rientra tra i corsi d’acqua più lunghi della provincia di Trapani e si issa verso la ventesima posizione in ambito regionale.
Originariamente si erano formati dei gorghi sulle rive e l'ambiente malsano aveva provocato la presenza della malaria. Grazie a una vasta campagna di bonifica avvenuta a partire dai primi anni del Novecento, l’intero corso ha acquisito degli standard accettabili.
Nel corso degli anni, i fenomeni atmosferici hanno stravolto il territorio lasciando intatti solo “pochi” tagli. Questi, hanno mantenuto l’argilla di color grigio-azzurrognolo con apparenza fallace di grande compattezza e solidità.
Nella loro pasta si vede sempre una certa quantità di sabbia disseminata e, sono alternate con straterelli più o meno spessi. Sono costituiti dalla stessa sostanza e contengono minuti cristalli di gesso.
Nelle pendici, poiché esposte ai fenomeni atmosferici, danno luogo ad efflorescenze saline.
Al fondo delle vallate del fiume Delia si hanno vaste piaghe coperte e costituite da ciottoli, banchi di limo e banchi sabbiosi. Il fiume è di tipo torrentizio. In passato, le acque servivano ad alimentare alcuni molini del grano (ormai abbandonati) grazie ai canali.
Sono presenti dei piccoli corsi (Valloni) che apportano le acque verso il Delia. Il Corvo Besi, Marcita, Galasi, Montagna, Buffa e Furone. Alcuni di essi scorrevano tutto l’anno. Purtroppo, a causa della siccità hanno pagato dazio durante alcuni periodi (estivi).
Circa tre anni fa è stata riscontrata la presenza dell’alga rossa nelle sue acque e sono state chiuse le condotte danneggiando i coltivatori diretti. Una perdita ingente che ha visto soccombere intere aziende agricole.
Dal punto più alto (belvedere) del parco Trinità-Marcita è possibile ammirare l’ultimo tratto (quando la struttura non è piena) del fiume prima di entrare nella diga e terminare il suo percorso castelvetranese.
Per gli appassionati di trekking, durante la passeggiata con circuito ad anello, a un certo punto è visibile lo sbarramento e improvvisamente le sue acque si disperdono tra i milioni di metri cubi della struttura.
Un tempo, quando l’invaso artificiale non era stato ancora costruito, un ponte (di Baddanu) rappresentava l’unico passaggio verso le zone di Galasi. Era il tratto che andava verso la città di Trapani e alcuni paesi limitrofi.
Oggi il fiume è conosciuto per la sua importanza socio-economica ma potrebbe costituire un’attrazione turistica futura.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÙ LETTI
-
STORIA E TRADIZIONI
Lo sfarzo a Palermo, poi il furto e la crisi: i gioielli perduti di Donna Franca Florio
-
ITINERARI E LUOGHI
È un sogno per i turisti (di mezzo mondo): in Sicilia c'è uno dei borghi più belli d'Europa
-
ITINERARI E LUOGHI
La piccola spiaggia che ci ricorda quanto siamo fortunati: un'oasi di pace in Sicilia