ITINERARI E LUOGHI
È qui che nel '43 gli anglo-americani sbarcarono in Sicilia: la silenziosa spiaggia "ra Marchisa"
È conosciuta anche come la Pineta del Gelsomineto, perché agli inizi del secolo scorso, come in altre aree della Sicilia, vi si coltivava il gelsomino su commissione dell’industria profumiera francese
La spiaggia della Marchesa di Cassibile
È conosciuta anche come la Pineta del Gelsomineto, perché agli inizi del secolo scorso, come in altre aree della Sicilia, vi si coltivava il gelsomino su commissione dell’industria profumiera francese. Oggi non c’è traccia dei fiori profumati, rimane solo la pineta, una barriera verde tra il mare e la statale che offre un’ombra naturale molto apprezzata nelle ore calde. La spiaggia ricade all’interno della Riserva Naturale Orientata di Cava Grande ed essendo da secoli di proprietà di un’unica famiglia è stata risparmiata dalle speculazioni.
La risacca del mare da una parte e le cicale della pineta dall’altra creano una doppia barriera che isola acusticamente i visitatori portandoli lontano dalla quotidianità, proprio quello che ci si aspetta in vacanza. La baia è chiusa da due costoni rocciosi alle sue estremità.
Quello a nord è sormontato da un bunker della Seconda Guerra Mondiale, una “casamatta” posta a vedetta della costa, improbabile baluardo contro i nemici. Ci ricorda che in questa spiaggia nella notte del 9 luglio ’43 si è concretizzato lo Sbarco degli Anglo- americani, nome in codice “operazione Husky”, quella “soverchiante potenza avversaria”, parole di Badoglio, che permise la conclusione del conflitto. L’Armistizio fu firmato in territorio di Cassibile il 3 settembre della stessa estate e reso noto cinque giorni dopo.
Chi percorre tutta la spiaggia giunge alla foce del fiume, in realtà un semplice guado, dove potrà rinfrescarsi sentendo la differenza di temperatura con la tiepida acqua del mare dai fondali bassi. Tra i canneti siaffaccia qualche uccello acquatico, soprattutto anatre e folaghe. Sullo sfondo è ben visibile lo scenografico ponte in cemento armato della strada statale. Oltre, l’altopiano con il Cugno Mola, nei cui dintorni i Siculi, 3000 anni fa, seppellivano i loro morti in piccole tombe scavate nelle pareti delle cave.
Il costone che chiude la baia a sud è una marna bianca ricoperta in parte da vegetazione a macchia mediterranea “pettinata” dai venti prevalenti di grecale, sembra opera di un giardiniere dispettoso. Sono arbusti di profumatissimo mirto, di coriaceo lentisco e tenaci palme nane. La vicinanza del mare non permette loro di crescere rigogliose, ma la loro capacità di adattamento le rende resistenti e preziose, vere pioniere di ambienti inospitali per aridità e salsedine.
Arricchiscono l’habitat naturale cespugli di finocchio di mare, salicornia e statice, tutte specie che hanno trovato varie strategie per superare la stagione avversa, che non è l’inverno, ma la torrida estate siciliana generosa di sole e avara di pioggia. La scogliera, doppiata la punta in direzione di Avola, è un’alternanza di falesie e calanchi frastagliati, creati dai marosi e dalle piogge che hanno gioco facile a modellare un substrato affatto resistente.
Qualcuno la esplora in canoa altri con maschera e pinne. In pochi si avventurano a piedi lungo i viottoli a tratti sdrucciolevoli e privi diprotezione, alla ricerca di nuove suggestioni. Fino a quando però i sentieri non verranno messi in sicurezza per molti visitatori la giornata inizierà e terminerà sulla spiaggia e le meraviglie nascoste dietro l’angolo rimarranno dei luoghi da scoprire solo in fotografia.
Come arrivare
Percorrendo l’autostrada Siracusa-Gela si esce allo svincolo di Cassibile e si prosegue sulla strada statale 115 “Sud Occidentale Sicula”. Dopo il ponte sul fiume Cassibile, sulla destra, nei pressi di una masseria, una stradella sterrata permette l’accesso al mare.
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