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È il re indiscusso "dell'Amazzonia siciliana": un'eccellenza che (ora) rischia di estinguersi

Stiamo parlando di uno dei più grandi polmoni verdi italiani che copre gran parte della provincia messinese, quasi fino al confine con la provincia palermitana

  • 23 febbraio 2024

Foliage sui Nebrodi - Lago Maulazzo (foto di Peppe Biacco)

La Sicilia Nord-Occidentale ha un mare di bellezza da scoprire ma è nei monti che si cela "l’Amazzonia siciliana".

Stiamo parlando del Parco dei Nebrodi, uno dei più grandi polmoni verdi italiani che copre gran parte della provincia messinese, dai monti peloritani e quasi fino al confine con la provincia palermitana. La caratteristica principale dei Nebrodi, che nascono alle spalle dell’Etna, è che restano incontaminati.

Poco abitati, poco sfruttati, sono pieni di ricchezze che hanno scritto la storia della gastronomia locale. Dalle nocciole della "pasta reale" di Tortorici alle ghiande fino alle querce secolari, i faggi, i laghi, le antiche tradizioni casearie e infine lui, il re indiscusso di queste zone: il suino nero dei Nebrodi.

Ancora oggi poco conosciuto fuori dalla Sicilia, all’interno del Parco vive allo stato brado o semi- brado nutrendosi dei frutti secchi del bosco che lo rendono incredibilmente di valore per quanto concerne la produzione di carne e salumi.
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Già salendo dalla superstrada che collega Capo d’Orlando-Naso a Castell’Umberto, si possono ammirare questi maiali di piccola taglia e scusi, più simili a cinghiali selvatici che a maiali, girare liberi nei boschi.

Dalle parti del Lago Maluazzo nei pressi di Cesarò, molti amanti del trekking se li trovano a pascolare sui sentieri. Il colore scuro deriverebbe dalla melanina presente nelle ghiande di cui va matto.

Il Suino Nero è presente in Sicilia fin dai tempi più antichi, con testimonianze risalenti al periodo greco e cartaginese. Parecchie razze antiche riconducibili a questo suino sono oggi scomparse, mentre altre si sono modificate col tempo andando a costituire una sola razza con caratteristiche definite.

Oggi ne esistono poche migliaia di esemplari e potrebbero estinguersi del tutto a causa dello sfruttamento industriale e all’impoverimento della specie, spesso mischiata ad altre, come già avvenuto in altre parti d’Italia.

Il problema del suino nero dei Nebrodi è dovuto alla dimensione degli allevamenti. Spesso si tratta di consumo famigliare, non esiste poi oggi una rete di tutela che possa garantirne la sopravvivenze nel tempo.

Eppure stiamo parlando di una carne di alta qualità, soprattutto in riferimento alla norcineria. Tre i prodotti di suino nero esportati fuori dalla catena montuosa siciliana: il lardo, il prosciutto crudo e il ragù per la pasta. Prodotti che già arricchiscono i menù di osterie e agriturismi del territorio ma che troppo spesso faticano a farsi largo nell’industria nazionale.

Lo street food e i presidi slow food del territorio hanno di recente permesso la conoscenza di questo animale anche fuori la provincia di Messina.

E per la cucina gourmet? Fortunatamente tramite le conserve e i salumi, questo prodotto è arrivato anche nelle cucine più prestigiose arrivando a competere con i più blasonati lardi di colonnata, per esempio.

La partita è appena iniziata ma sempre più spesso i grandi chef si avvicinano a questo suino apprezzandone i sapori e la genuinità che sa di Sicilia antica.
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