RICETTE
È il principe dell'entroterra siciliano: dove assaggiare il famoso torrone di Caltanissetta
Quella del torrone è una tradizione che si tramanda, seppur con fatica, da padre in figlio. Eppure ancora oggi i turrunari rimasti lo producono secondo la ricetta originale
Torrone
Il torrone di Caltanissetta, ricco di profumi, colori e sapori della terra locale, è uno dei più rinomati d’Italia e la sua storia può essere "assaporata" ancora oggi grazie ai torronifici storici e ad esperienze dirette come quelle de "Le vie dei tesori".
U Turruni, come viene chiamato a Caltanissetta, ha un’origine piuttosto antica. Venne infatti importato dagli arabi nel IX secolo d.C. e pare che alla fine del ‘500, durante il periodo di Natale, venne fatto pervenire alla corte di Palazzo Moncada un grande quantitativo di Cubaita - un croccante alle mandorle confuso con il vero e proprio torrone - da offrire alle donne del palazzo.
Dunque, con mandorle e miele locali e pistacchi siciliani, a partire dall’Ottocento, la tradizione del torrone era ben radicata in città. Il primo torronificio di cui si hanno notizie certe è Geraci, che iniziò la sua attività nel 1870 e oggi, giunto alla quarta generazione, è ancora attivo e produce un torrone squisito.
Miele, albume d’uovo, zucchero e sciroppo di glucosio vengono cotti insieme, in caldaie dal fondo rame, a fuoco lento, per circa otto ore e a fine cottura vengono aggiunte mandorle e pistacchi. L’impasto viene distribuito in telai con spesse e alte cornici in legno dalla forma rettangolare, dove viene ulteriormente lavorato con mattarelli in legno e aggiunti altri pistacchi. I telai vengono poi posti sotto ad una pressa per uniformare la superficie del torrone e fissare i pistacchi.
Una volta freddo, l’impasto viene tagliato da un’apposita macchina in pezzature di vario peso. Il tipo di lavorazione tradizionale ha permesso che il torrone di Caltanissetta venisse registrato nell'elenco nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) all’interno della sezione dell'elenco al numero 184 della tipologia "Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria".
Nel frattempo la città di Caltanissetta ha ottenuto il gemellaggio con la città di Cremona, grazie al legame tra la pittrice cremonese Sofonisba Anguissola e il nobile Fabrizio Moncada. Un iter iniziato nel 2017 grazie all’impegno dell’amministrazione Ruvolo e conclusosi nel 2019 grazie alla perseveranza dell’amministrazione Gambino.
Soltanto il 7 maggio del 2020 è stata istituita l’Associazione Torrone di Caltanissetta e presentata ufficialmente il 24 giugno 2020 nei locali comunali alla presenza del Primo cittadino. Associazione Torrone di Caltanissetta e Amministrazione Comunale stanno già lavorando insieme per ottenere anche il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta (IGP).
Ma dove possiamo andare se vogliamo assaggiare un buon torrone nisseno? A parte i bar in cui li si trova, i luoghi di maggiore fascino sono i torronifici storici. Due in particolare quelli in cui poter vedere da vicino l'arte del torrone.
Uno, molto antico, è il torronificio Geraci che si trova in Via Canonico Francesco Pulci 10. L'altro, più moderno, si chiama "Tentazioni e sapori" e si trova in via Libertà 176. In entrambi i luoghi i titolari saranno lieti di raccontarvi di questa antica arte e di farvi assaggiare questa specialità siciliana.
E proprio l'arte del torrone è inserita fra le esperienze de "Le vie dei tesori", il festival che porta alla scoperta dei più bei luoghi di Sicilia. Il 19 e il 26 settembre alle ore 10, 11 e 12 è possibile vivere l'esperienza aòll'interno del torronificio Geraci. Trovate qui tutte le informazioni per partecipare all'evento e agli altri appuntamenti nisseni.
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