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Dopo dieci anni forse è la volta buona: riaprono le (splendide) Terme di Sciacca

Il progetto prevede un investimento di 184 milioni di euro (di cui 90 cofinanziati dalla stessa regione) per dare smalto alle due strutture. Che cosa sappiamo

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 6 marzo 2025

L'ingresso delle terme di Sciacca

Il ritorno delle terme di Sciacca "Chissà che non sia un miracolo voluto espressamente da San Calogero!". Sì, proprio il santo che mise piede in quel di Sciacca e, una volta presa confidenza con l’ambiente, scoprì l’importanza di quei vapori provenienti dal monte.

Di quali vapori parliamo? Quelli che per anni, anzi decenni, hanno salvato e (migliorato) tante vite. Oggi, a distanza di dieci anni dalla chiusura delle terme, finalmente è giunta l’ora di dire basta.

Grazie alla mobilitazione dei saccensi, la Regione Sicilia ha preso la palla al balzo e prova a investire nel settore. Oltre a quella di Sciacca - durante la conferenza stampa alla Borsa Internazionale del Turismo - il presidente Renato Schifani ha promosso un progetto “a lungo termine” per destagionalizzare l’offerta turistica delle terme di Acireale.

Un segno del destino! Acireale e Sciacca sono accomunate anche dalla bellezza del Carnevale. Perché non provare a rinverdire i fasti d’un tempo? Il progetto prevede un investimento di 184 milioni di euro (di cui 90 cofinanziati dalla stessa regione) per dare smalto alle due strutture.
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L’obiettivo dichiarato è quello di aumentare il numero di servizi offerti. Possono coesistere salute e turismo? Certo, grazie alla valorizzazione dell’ambiente circostante.

Al di là degli aspetti favorevoli (solo lo 0,5% del fatturato riservato a canone di concessione per le terme), risalta la possibilità di riconoscere "completamente" l’intero patrimonio storico-artistico (e non solo) della cittadina agrigentina.

Sensibilizzare il territorio è prerogativa che potrebbe, alla lunga, creare nuovi posti di lavoro (e migliorare l’economia). A partire dai luoghi da visitare. Immagini colorate che le terme - di per sé - raccontano come protagonista indiretta.

Un lungo viaggio che inizia da Piazza Scandaliato e il quartiere della Cadda, lontani uno schiocco di dita. Un curvone a sinistra e il panorama "spinge a ottenere" il massimo dall’ambiente.

Il Mar Mediterraneo coltiva vecchi aneddoti accompagnati dalla maestosa Coda di Volpe. Siamo a Cammordino, dove “li sbrizzi” d’acqua celano leggende. E poi, a distanza non siderale, le coste saccensi varcano confini naturali e… meravigliosi. La spiaggia di Sovareto custodisce tesori archeologici.

È tempo di storie, s’intrecciano miti e verità. Prima di San Calogero, gli storici hanno affermato che fu Dedalo - una volta scoperte le grotte - a riconoscere gli effetti terapeutici.

Leggenda? La verità, documenti alla mano, è data dalla presenza dei Greci di Selinunte che fondarono un piccolo villaggio nelle vicinanze. Successivamente, tra romani, arabi, normanni e periodi post-medievali, l’attività curativa (termale) fu oggetto di approfondimenti. Senza dimenticare il contributo dei geologi.

Infatti, ulteriori studi sono testimoni di un’attività vulcanica sotterranea (l’eruzione del 1831 fece emergere l’isola Ferdinandea). In tal senso, il territorio sgorga di sorgenti termali.

Anticamente erano dieci, mentre oggi sono “soltanto” cinque. Di queste fanno parte: le acque Molinelli, Santa e Sulfurea (ancora sfruttate).

Creare una sinergia rappresenta una forma di sviluppo senza precedenti. In un periodo storico di grandi cambiamenti (e innovazioni), la riapertura delle terme traccia un percorso di forte sinergia tra le parti.

Che sia la volta buona per la consacrazione definitiva di Sciacca?

(In aggiornamento)
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