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"Dipinge" con la natura: chi è Micaela, l'unica palermitana alla Biennale di Venezia

Nel 2015 ha lasciato Palermo per Lanzarote, in Spagna. Ha esposto le sue opere in giro per il mondo da New York a Zurigo, Berlino, Dubai, Atene. Ecco la sua storia

Sara Abello
Giornalista
  • 27 maggio 2024

Micaela Cometa

Sempre alla ricerca di qualcosa, col desiderio di conoscere culture e tradizioni nuove e vecchie al contempo.

Quasi famelica è Micaela Cometa Xerra, l'unica artista palermitana che quest'anno parteciperà alla tanto ambita Biennale di Venezia.

Nata a Palermo nel 1985, a meno di quarant'anni ha già raggiunto importanti risultati, esponendo le proprie opere in contesti come New York, Zurigo, Berlino, Dubai, Atene e Lanzarote, dove vive dal 2015.

Micaela del resto ha la Spagna nel cognome e nel sangue, essendo per la metà materna catalana. Laureata in pubblicità nel 2008 e specializzata come direttore creativo, ha subito iniziato a lavorare a Milano, dove è rimasta per qualche mese.

Da lì ha deciso di cominciare a viaggiare: prima l'Australia dove ha vissuto per quattro anni, poi l'Indonesia fino a quando, col compagno dell'epoca, anche lui surfista come lei, da Bali si è trasferita in cerca dell'onda giusta a Lanzarote.
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Un nuovo cammino, libero, con una vita da bohémien nella terra rodeada, circondata in spagnolo, dai vulcani, energia pura della quale Micaela si nutre anche per la sua arte.

«Quella a Lanzarote è una vita completamente differente da come si immaginano le Canarie - così è lei stessa a raccontare - spesso rappresentate un po' come le Hawaii europee. Invece la vita qui è ferma a vent'anni fa, quasi bucolica e davvero molto tranquilla. Una sorta di Pantelleria spagnola.

È proprio tutto ciò che mi ha affascinato sin dall'inizio e mi ha fatto decidere di restare e mettere radici».

Quelle stesse radici che, nonostante in fondo a Palermo abbia vissuto poco, affondano ugualmente ancora anche in Sicilia. Lanzarote, abbastanza "vicina" all’Italia, è apparsa da subito come il miglior compromesso per sentirsi quasi vicino alla famiglia.

Oggi Micaela si dedica all'arte neoespressionista e la sua vita si sviluppa tra il suo atelier e la finca dove risiede, una tenuta con animali e campi nei quali produce piante di aloe che esporta per il mondo della cosmesi e dei farmaci.

Una terra circondata dai vulcani, proprio come l'Etna, 'a muntagna che ispira le opere che realizza, dove dà libero sfogo alla sua passione per l'uso delle mani.

Quella di Micaela è infatti una pittura materica: sangue mestruale, sale marino, lava pietrificata e la sabbia delle spiagge di Lanzarote, frutto dei suoi giri per l'Isola, che le rivelano luoghi. I dipinti di Micaela diventano così una vera e propria miscellanea di natura e arte.

I classici pennelli lasciano spazio alle reti dei pescatori o alle foglie secche, e agli acrilici si affiancano pigmenti naturali per rendere sempre più vivo il suo lavoro.

Il futuro di Micaela è scritto nella quotidianità di Lanzarote, ma ci tiene a sottolineare che il legame con la Sicilia c’è e non ha alcuna intenzione di reciderlo. Il vulcano del resto è dentro di lei prima ancora che tutto intorno. A Palermo c’è gran parte della sua famiglia ed è da loro che torna ogni estate, gli altri sono in Catalogna.

È un orgoglio che sia l'unica palermitana ad aver superato l'ardua selezione per la Biennale di Venezia, alla quale parteciperà con tre opere in digitale, elaborate a partire dallo spazio e dallo sviluppo del percorso che ricreerà la fase storica della guerra tra Israele e Gaza.

Un'immersione che fa rivivere il passato e l’epoca attuale del conflitto tra i due popoli, che dal 2023 ha riportato a galla la terribile memoria dell'Olocausto.

Un'opera d'arte di denuncia quella di Micaela, contro il terrore della distruzione di Gaza che, come in tutte le sue creazioni, dà vita a ciò che la circonda.
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