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Delusione, speranza e ricordi: all'esordio Lavinia Alberti con le sue "Gocce" poetiche

La nostalgia, le speranze, le attese ed i ricordi di un'autrice che si fa testimone di una riflessione comune: “Gocce” (Controluna) è un libro di poesie e microtraumi

  • 1 maggio 2019

Lavinia Alberti

Una scrittura che racconta delusione, nostalgia, speranza, attese e ricordi malinconici: la siciliana Lavinia Alberti esordisce con la sua prima raccolta poetica dal titolo “Gocce” (Controluna), un lavoro necessario che nasce da una profonda esigenza interiore di raccontare, attraverso le parole, la propria anima.

Nelle sue poesie, raccolte in 87 pagine e divise in 4 atti, si evince la volontà di lasciar testimonianza della propria vita e della propria anima, che nei versi poetici ritrova un valore ed una sua affermazione.

Scivolando nella lettura delle sue poesie, che seguono un ritmo leggero grazie all'incontro tra rime, anche il lettore si ritrova, involontariamente, catapultato in processo di conoscenza del sè.

Questo perchè le gocce "poetiche" non sono altro che microtraumi di una poetessa, che attraverso la poesia cura e ascolta finalmente la propria voce interiore, ma offre strumenti di lettura anche al proprio lettore. In questo modo anche le ferite più acute si ricostruiscono e la scrittura ne diventa testimone.

I versi godono di una musicalità ricercata e fortemente simbolica, che permette alla scrittrice di fare i conti con i propri fantasmi e gli abissi per proprio Io.

Attraverso una scrittura leggera, memorabile ed enfatizzata dai ricordi personali, il lettore si ritrova in un vortice di emozioni e riflessioni spesso taciute.

Infatti a trarre vantaggio da questa narrazione non è solo l’autrice, che può finalmente sentirsi libera di raccontarsi e raccontare, ma anche il lettore, che prende consapevolezza di una crescita interiore necessaria.

Ed è questo il punto forte di Gocce: Alberti invoglia il lettore a leggersi e capirsi, senza troppe metafore e figure retoriche da salotto.
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