AMBIENTE
Dalla siccità ai nubifragi, parla Legambiente: cosa ci aspetta nei prossimi mesi in Sicilia
Non è la sola pulizia di caditoie e tombini che risolve il problema. La strategia messa in campo finora "si è rivelata inadatta". Le proposte degli ambientalisti
Smottamenti, mancanza di elettricità: un quadro che, purtroppo, conosciamo bene e al quale assistiamo spesso. Una situazione che si ripete anche a causa dall’ormai noto cambiamento climatico e che non ha dato soluzione nemmeno all’emergenza idrica che la Sicilia vive, ormai da mesi.
Per Legambiente Sicilia in soccorso ad eventi calamitosi di questa portata potrebbe arrivare la "Natura" con la diffusione di energie rinnovabili: «La recente ondata di maltempo che si è abbattuta in Sicilia nei giorni scorsi, sta mostrando tutta la debolezza dei nostri territori. Ma, ormai, purtroppo, ci stiamo abituando a tutto questo. E non dovremmo farlo – spiega Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia -.
È vero che sono stati messi in atto alcuni interventi che, tuttavia, si sono rivelati inefficaci. Basti pensare alle alluvioni che interessano, sempre, gli stessi luoghi. Allagamenti praticamente ovunque, a Catania, esondazione dell'Imera a Licata, del Dittaino a valle di Enna. La stessa Enna alta isolata a causa di una grossa frana che ha bloccato la via Pergusa in pieno centro cittadino, per fortuna senza vittime nonostante l'ora ed il luogo del distacco. Allagamenti anche nell'area iblea».
Per Legambiente Sicilia, quel che occorre, adesso, è pensare a politiche di adattamento, necessarie per ridurre la vulnerabilità dei suoli agricoli e urbani, basate su soluzioni che vedono come protagonista la Natura: «Cito, per esempio, le vasche di laminazione, che nascono proprio per risolvere il problema del rischio idrogeologico e delle esondazioni e che hanno il compito fondamentale di accogliere al loro interno le ondate di piena derivanti da rogge, fiumi o canali. O, ancora, lasciare che argini e corsi d’acqua abbiano il loro naturale deflusso e permeabilizzare i suoli nelle aree urbane.
Non è, di conseguenza, la sola pulizia di caditoie e tombini la soluzione, che è quella che, sinora, è stata messa in campo ma si è rivelata inadatta. Vanno ricreate le aree di esondazione lungo il corso dei fiumi e vanno affrontate le sorti di tutte quelle aree che, investite nell'ultimo sessantennio da urbanizzazione e consumo di suolo, oggi appaiono in gravissimo rischio per la loro posizione lungo le principali aste fluviali.
L'Autorità di Bacino dovrebbe essere uno strumento formidabile in questa epocale resistenza al cambiamento climatico ed invece appare ancora ancorata a visioni tecniche e politiche vecchie e controproducenti capaci solo di consentire lo sperpero di somme enormi della rettificazione fluviale».
Tutto questo, però, non basta, se non viene associata anche una politica di mitigazione. «Le cause della crisi climatica sono chiare a tutti – prosegue Castronovo – e si tratta delle fonti fossili, la produzione di CO2. Se non ribaltiamo la cosa, nel minor tempo possibile, avremmo soluzioni tampone che non saranno efficaci a questi eventi che saranno ancora più calamitosi in futuro».
L’alternativa, per Legambiente Sicilia, è la diffusione di energie rinnovabili e la chiusura degli impianti inquinanti, come quelli termoelettrici o a carbone.
Il tutto seguito da una riconversione ecologica degli impianti di produzione fossile: «Evitare, poi, di estrarre metano dai mari o petrolio dai suoli - conclude Castronovo - e agire, invece, per promuovere gli impianti fotovoltaici, agrovoltaici, eolici ed eolici off shore, ma anche la biodigestione aerobica. Questi, sì, che sono utili e necessari per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici».
L'AUTORITÀ DI BACINO DISTRETTUALE DELLA REGIONE SICILIANA. In replica a Legambiente Sicilia, l'Autorità di bacino distrettuale della Sicilia specifica che «ha tra i propri target la pianificazione dei rischi legate alle alluvioni, alla desertificazione, all’utilizzo efficiente della risorsa idrica, alla qualità delle acque, alla difesa del suolo ed alla manutenzione del demanio idrico fluviale.
È nota la significativa attività attuata attraverso i propri uffici distribuiti su tutto il territorio regionale, con il supporto di numerosi Comuni, con i Geni Civili, con l’ESA per la realizzazione di interventi di messa in sicurezza dei numerosissimi corsi d’acqua dell’Isola. Interventi sempre coerenti con un efficace rispetto dei luoghi, degli ecosistemi e delle disposizioni di legge, ma prima ancora, con la primaria attenzione per la salvaguardia dell’incolumità della popolazione.
Interventi che sono stati realizzati su svariati corsi d’acqua dell’Isola, laddove maggiori apparivano le criticità e che hanno avuto l’importante funzione di prevenzione, per non imbattersi, poi, in pericolosi eventi calamitosi.
Va aggiunto che l’Autorità di bacino ha dispiegato la sua azione anche nel campo della salvaguardia delle acque dei fiumi e dei mari».
«Appare opportuno ricordare - aggiunge ancora l'Autorità -, sotto questo aspetto, come la Regione Siciliana, prima in Italia, abbia aderito al programma di tutela delle acque del mare dall’invasione della plastica, cogliendo l’opportunità fornita dalla cosiddetta legge “Salvamare”, avviando una significativa opera di pulizia presso diversi corsi d’acqua, opportunamente individuati, ritenuti strategici e particolarmente significativi.
Proprio in occasione di tale importante iniziativa, dopo l’avvio ufficiale delle attività, avvenuto lo scorso mese di settembre e che ha visto coinvolte decine di associazioni di volontariato, fa strano come Legambiente, solitamente attenta al rispetto di tutte le procedure, comprese quelle che pervicacemente persegue, al fine di impedire il trasferimento della fauna ittica autoctona da alcuni invasi dell’isola, in questa circostanza, ha rifiutato la propria adesione all’iniziativa precludendo così la partecipazione dei propri iscritti alle giornate di raccolta delle plastiche dalle sponde dei fiumi e dagli arenili dell’isola».
«Rifiuto che ha visto l’esclusione dall’importante iniziativa che, invece, vede coinvolte numerose altre associazioni ambientalistiche, evidentemente non ancorate a logiche politiche fin troppo datate.
Certi - conclude la replica - che in futuro Legambiente Sicilia saprà riparare a questo “scivolone”, aderendo alla corale azione di tutela ambientale promossa, oggi, dall’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia, rinunciando ad una ostinata insistenza a muoversi in autonomia e senza tenere conto del profondo significato del “fare squadra” nella battaglia per la tutela dell’ambiente».
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