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Dai Florio al "Gattopardo": al Caffè Birreria Italia i ricordi della dolce vita di Palermo

Nato nelle ex scuderie di Palazzo Galati, in via Cavour, fu uno dei locali storici della "dolce vita" palermitana, frequentato dai rampolli dell'alta borghesia e aristocrazia

Balarm
La redazione
  • 26 aprile 2023

Caffè Birreria Italia (foto di Nicola Scafidi)

I Florio prima, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Sciascia e Guttuso, poi. Sono solo alcuni degli illustri frequentatori di "Il Caffè-Birreria Italia" di via Cavour, uno dei caffè storici di Palermo che - ancora impresso nei ricordi di chi l'ha conosciuto - ha scritto (e anticipato) la storia della "Dolce Vita" palermitana.

Sono i primi anni del Novecento. La città è nel pieno della sua epoca d'oro, la Belle Époque. È il regno dei Florio, Ignazio e Donna Franca attraggono nelle loro dimore intellettuali, nobili e personaggi di spicco da tutta Europa. Grazie ad architetti e artisti del calibro di Ernesto Basile, Ettore De Maria Bergler, Salvatore Gregorietti, vengono realizzati "tesori" rappresentativi della massima espressione dello stile Liberty e dell'Art Nouveau.

Sono gli anni dei circoli e dei caffè letterari. Uno dei locali storici, punto di ritrovo ed espressione della "Dolce Vita" di quegli anni è proprio "Il Caffè Birreria Italia", tra i primi peraltro a offrire, oltre che il meglio della pasticceria siciliana, anche la birra alla spina.
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Ad avviare l'attività è stata la famiglia Costamante, originaria di Castellammare del Golfo ed esportatori di pregiati vini molto apprezzati al Nord. Nel 1908, Alberto Costamante avvia una mescita di birra alla spina nelle ex scuderie di Palazzo Galati, in via Cavour. Si parte con due sale, abbastanza anguste, ma che si popolano sin da subito di clienti.

Tre anni dopo, l'apertura del mitico "Cinema-Teatro Lucarelli" segna la fortuna della birreria. La famiglia intuisce che è arrivata l'occasione per investire sul locale e commissiona un restyling dei locali, affidando le decorazioni delle nuove sale proprio da Salvatore Gregoretti e da Rosario Spagnoli, che li rinnovano in perfetto stile Liberty.

Vengono progettati e rifiniti nuovi ambienti, come la saletta per sole donne, la Tea Room, una sala biliardo e un bar. Il Caffè Birreria Italia diventa in pochi mesi uno dei locali più eleganti e raffinati della città, frequentato dai rampolli dell'alta borghesia e aristocrazia palermitana (e non solo).

Grande attrazione anche la sua orchestra, tutta al femminile. Musica classica e viennese il repertorio più suonato.

Indimenticabili anche le sue "eccellenze" gastronomiche e dolciarie, come la "Bomba Italia à la crème", la "Castagna Caramella", delizioso spuntino che si era soliti gustare durante un intervallo e l'altro dei film proiettati al Lucarelli. Ancora, il gelato "Il Parigino", il cui nome si ispira al gelato molto in voga all'epoca a Parigi.

Il caffè restava aperto fino a tarda notte e fino alla vigilia dello scoppio della seconda guerra mondiale resta il centro della "Dolce vita" palermitana. L'arrivo della guerra e dei bombardamenti cambia tutto. Sebbene la Birreria Italia cerca di sopravvivere, riaprendo nel 1947 con una nuova gestione (ma sempre nell'ambito della stessa famiglia), in realtà il clima è completamente cambiato.

Nobili e intellettuali hanno lasciato il posto a soldati americani inizia a essere frequentata più da soldati americani. Durante il boom economico dell'immediato dopoguerra, un lieve bagliore di ripresa. Tra i clienti tornano scrittori, come Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Sciascia, imprenditori e uomini d'affari.

Negli stessi anni alla Birreria Italia viene commissionato un importante compito: la realizzazione del catering per il grande ballo de "Il Gattopardo" di Luchino Visconti.

Chiude definitivamente nel 1962 e al suo posto, negli stessi locali di Palazzo Galati, sorge il "Circolo Obiettivo", frequentato da professori, scrittori, magistrati. Quando anche quest'ultimo tramonta, arriva la "Camst Sicilia", primo Selfservice della città, a cui poi si sostituì il Credito Italiano ed ora la banca BNL.
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