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Da qui entravi nella "Città delle Terme": dopo settant'anni rinasce Porta Palermo

Negli anni '50 venne in parte abbattuta per potenziare la viabilità. Adesso, grazie al progetto di "Rigenerazione Urbana", l'antica porta torna al suo antico splendore

Balarm
La redazione
  • 3 maggio 2024

"Porta Palermo", foto storica

Posta nel tratto ovest della cinta muraria della città seicentesca, era la porta d'accesso per chi proveniva e andava a Palermo (e proprio a questa sua funzione di varco deve il nome).

L'antica Porta Palermo di Termini Imerese, si rifà il look grazie a un co-finanziamento dell'Unione Europea al Comune nell'ambito dell'asse comunitario denominato "Rigenerazione Urbana".

I lavori di restauro e recupero, partiti a dicembre, prevedono l'illuminazione degli stipiti nonché la messa in funzione della vasca adiacente alle mura.

Si tratta del restauro e recupero di una delle porte tra le più importanti e monumentali della città, un pezzo di storia che entro l'estate 2024 ritornerà all'originale bellezza.

L'intervento si inserisce nell'ambito della riqualificazione di altri importanti luoghi della città quali: il "Nuovo Belvedere", la "Rocca del Castello" e il "Teatro all'aperto".
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La storia
La città di Termini Imerese era dotata di una cinta muraria già durante il periodo romano e di certo anche nel medioevo.

La prima notizia sull'ampliamento del perimetro urbano dovuto alla espansione della città nel XVI secolo, si ha con l'incarico dato dai Giurati della città all'Ingegnere Antonino Salamone che ne fece il disegno e ne iniziò la costruzione nel 1571.

A incoraggiare la costruzione della nuova cinta muraria fu Carlo V nel 1535 quando, durante una visita in città, evidenziò che le mura difensive erano di dimensioni piccole e non adeguate alla difesa da eventuali attacchi nemici.

Nel XVI secolo le mura termitane, oltre alla già citata Porta Palermo, erano undici.

Ogni porta aveva anche più nomi in base alle sue funzioni e caratteristiche: Porta Girgenti veniva detta anche Porta Caccamo; Porta Euracea o Porta “Bellomo” era Porta Baddoma; Porta Messina o Pescara, dal nome del Vice Re; Porta Caricato; Porta Lignami o Porta Artese; Porta Marina o Porta della Dognana; Porta Pescaria; Porta Euracea, ultima in ordine cronologico; Porta Falsa o Porta del Soccorso; Porta Torre Vecchia era anche l'ingresso al castello e infine Porta Santa Caterina.

Nella struttura muraria compresa tra la Porta Pescheria e Porta Euracea esisteva un "Torrione Nuovo" di forma circolare utilizzato per sorvegliare chi proveniva dal mare.

In prossimità della Porta del Caricatore, che si apre su una zona della città denominata appunto Caricatore, fino alla fine del XVIII secolo, esistevano un gran numero di magazzini di grano e di cereali, prodotti che confluivano dall'entroterra per essere poi caricati sulle navi per il commercio o come tributi delle terre di Sicilia ai vari dominatori.

Asse principale di questa nuova configurazione urbana della città doveva essere la lunga via che univa Porta Felice con Porta Girgenti. Quest'asse assunse il ruolo di grande via commerciale diventando struttura portante delle attività economiche della città.

Altro asse decisivo era quello che univa Porta Messina con Porta Palermo: un asse viario di carattere territoriale che univa la strada costiera che da Messina porta a Palermo.

L'ampliamento urbanistico della città fuori le mura risale ai primi anni del '900. Sono di questo periodo i quartieri: Barratina, vicino Porta Balloma, S. Antonio, fuori Porta Girgenti e il quartiere di Porta Palermo prossimo all'omonima Porta.

Vicino a questo ingresso, nel XVII secolo, si impiantò la caserma della guarnigione spagnola, utilizzata poi come tale fino alla fine della 2° guerra mondiale, denominata Caserma “La Masa” oggi sede degli uffici comunali.

Di particolare interesse erano gli stipiti di Porta Palermo e di Porta Messina perfettamente uguali per cui si ritiene ci sia stato un progetto urbanistico unitario di decoro degli accessi più importanti della città.

Presso la biblioteca comunale “Liciniana”, infatti, è possibile consultare la delibera comunale n°11 del 1873 con la quale si autorizzano i lavori di costruzione degli stipiti di Porta Messina ad opera dall’architetto comunale Antonino Ciresi.

Nel documento si legge: «visto l’art. 105 del bilancio (…) ove prevede all’esecuzione di opere pubbliche di nuova costruzione, con la quale è stato allargato il fondo e considerato che l’opera è da intendersi come somma urgente; considerato che la costruzione degli stipiti di Porta Messina, dopo il completamento della ferrovia, risulta essere il principale ingresso della città (…) di approvare la costruzione dei detti stipiti (…) con cui è prevista la spesa di Lire 3.705,78».

Con la nascita del quartiere del Mazziere ubicato a valle delle mura, poco dopo Porta Palermo, intorno agli anni ’50, si rese necessario rispondere alle esigenze della nuova espansione, potenziando la viabilità verso il nuovo quartiere: la maniera più immediata e semplice fu quella di abbattere un tratto di mura accanto al pilone e realizzare un varco carrabile.

Questo "squarcio" così come realizzato, è rimasto tuttora visibile.
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