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Da Cefalù ai palchi di Milano: chi è Stein, il rapper siciliano al contest di Mogol

Tra sfide e rinascite, il giovane rapper siciliano ha trasformato la sua passione in carriera. Con il suo EP in uscita, punta a conquistare la scena musicale nazionale

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 2 dicembre 2024

Il rapper Luigi Messina

Quando Luigi comincia ad ascoltare musica è un bimbo piccolissimo che inizia a mettere insieme le note con le parole, e un giorno dopo l’altro costruisce in quella testolina oggi diventata grande, il filo di Arianna che lo porta ad essere una speranza, e non tanto vaga, del panorama musicale siciliano e nazionale.

Nato nell’anno che ha dato inizio al nuovo millennio, è un autore del genere più "viscerale" del panorama musicale: stiamo parlando di quel rap partorito negli anni Settanta nel Bronx di una New York animata dalla contestazione delle minoranze di colore, che darà seguito ad un linguaggio musicale espressione di concetti forti e non filtrati, condotti su un sound ritmico ripetuto in rime veloci e sintetiche.

Ma se state immaginando la scena di uno strumento musicale e un insegnante davanti ai quali questo giovane cefaludese classe 2000 muoveva i suoi primi passi per arrivare ad oggi siete fuori strada.

«Il mio primo ricordo arriva da piccolissimo ed è legato a mia mamma, da sempre una grande appassionata della musica d’autore - racconta Luigi - e al tragitto da casa a scuola in auto mentre ascoltava le canzoni dei cantautori. Io stavo seduto dietro ma quei brani che hanno fatto la storia della musica italiana d’autore, li sentivo ogni giorno con lei e forse devo proprio a questo l’inizio di tutto».
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Nasce e cresce così quella passione mai osteggiata e condivisa in famiglia che porta il rapper Luigi Messina (in arte Stein) a conquistare la selezione per partecipare al contest "Promuovi la tua musica" creato ed organizzato da Fanya Di Croce, con la collaborazione di Antonio Vandoni e di Mogol e che lo vedrà esibirsi il 29 marzo 2025 a Milano in uno degli studi di registrazione più importanti, il Massive Art Studios.

Gli abbiamo chiesto perché proprio il rap, un genere apprezzato e oramai sdoganato dalla nicchia iniziale ma sempre fuori dagli schemi del più popolare genere pop.

«Essere un rapper è uno stato d’animo - spiega - è il genere che mi identifica, è la manifestazione di quello che sono, del mio carattere: fondamentalmente introverso con chi non conosco ed estroverso quando mi apro e riconosco nell’altro una qualche affinità, ma anche la diversità con la quale confrontarmi, esprimermi così come mi sento di essere, diretto e concreto».

Le sue ispirazioni, oltre che da se stesso, arrivano da tutta la musica che ascolta, generi diversi anche lontani dal suo ma che gli danno in qualche modo delle spinte per scrivere e comporre.

Una strada iniziata ispirato dai primi gruppi che lo avevano attratto come i Club Dogo o Eminem, proseguita abbastanza in salita e un passato recente che lo aveva ripagato con qualche delusione di troppo, indotto a chiudere con quella passione per rinunciare una esperienza iniziata con entusiasmo.

Momenti davvero difficili per un giovane entusiasta, la cui produzione dei primi singoli gli aveva restituito l’amara sensazione di sentirsi non compreso e non apprezzato, sintomi di una indifferenza immeritata. Evidentemente era solo questione di tempo, ma anche di fare i giusti incontri che fino ad allora erano mancati, per sostenere il peso di una ambizione che adesso lo rivede tornare a produrre e scrivere.

«È successo quando ho incontrato Salvo Provenza, il mio attuale produttore, mentre ero tornato a studiare per diventare un produttore e un Dj cambiando ruolo nella musica. Con lui ho ricominciato a lavorare su me stesso sotto una guida esperta che mi ha fatto rivedere alcune cose come ripartendo da zero per arrivare ad incidere al singolo uscito questa primavera "Work out #1", che ha raggiunto quei numeri inaspettati che mi hanno ridato l’entusiasmo riconquistato».

Stiamo parlando di 30 mila visualizzazioni su YouTube e 5 mila download su Spotify. Un'enormità che ha dato seguito al prossimo progetto in lavorazione: le 8 tracce che comporranno un EP dal titolo sintomatico "Sogni ad occhi aperti" in uscita ad inizio 2025.

«Un lavoro impegnativo che ci ha visto ore e ore impegnati in studio e in quelle tracce si scioglie il racconto di me stesso oltre che della mia musica, di come intendo il senso della vita, di un sogno che si realizza, che ha guarito un po’ di quelle ferite inflitte dal passato».

Una sfida da affrontare come piace fare a lui, un ventiquattrenne coraggioso e fuori dal comune che ha iniziato studiando nelle cucine di un istituto alberghiero, volato a Parigi a lavorare in ristorante e tornato indietro per impegnarsi a volare sulle ali dei suoi sogni.

"La vita è adesso", come recita la frase di un celebre cantautore, e adesso ha la possibilità di un trampolino di lancio verso orizzonti più vasti dove puntare che forse gli imporranno di lasciare la sua amata Cefalù (di cui porta un tatuaggio stampato sul braccio) dove tutto è iniziato, per volare in quella Milano dove tutte le avanguardie trovano lo spazio necessario per svilupparsi, gli artisti per esprimersi.
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