FOOD & WINE
Da architetto squattrinato a pasticcere parigino: Gandolfo e la sua seconda vita
Si è laureato a Palermo, per caso ha inviato un curriculum a Parigi e da quel momento la sua vita è cambiata: oggi gestisce una squadra di pasticceri da Eataly
Gandolfo Notaro
A ottobre del 2011 la vita di Gandolfo era ad una svolta, ma lui ancora non lo sapeva, aveva da poco perso un lavoro come architetto ed era un cassintegrato, lavorava come cameriere in alcuni ristoranti di piazza Marina a Palermo.
Un giorno incontra una ragazza in Vucciria e parlando le racconta della sua frustrazione lavorativa, questa gli risponde con la proposta di inviare il suo curriculum a Parigi in un nuovo ristorante che sta per aprire e dove anche lei a breve andrà a lavorare.
Presto detto, Gandolfo in brevissimo tempo, invia il curriculum, viene preso, molla tutto quello che stava facendo a Palermo e parte alla volta della città più romantica del mondo. Dal 2011 ad oggi la sua ascesa professionale è stata graduale ma costante.
Tutto sommato secondo lui: «Il percorso che ho fatto è molto lineare, - spiega - la laurea in architettura mi è servita: i pasticcini sono per me come dei piccoli progetti che abbellisco e decoro secondo i miei gusti».
Alla domanda ma ti manca Palermo risponde: «Mi manca tanto e me ne accorgo ogni volta che ci ritorno, perché si sta bene, c'è il cielo azzurro. Al tempo stesso però devo dire che non sarei pronto a ritornare, c'è una mentalità troppo retrograda, molta maleducazione, atteggiamenti mafiosi, mi manca Palermo ma va benissimo passare in Sicilia qualche giorno in estate. Non rinuncerei mai è la mia condizione attuale che ho conquistato a Parigi».
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