ITINERARI E LUOGHI
Creata dalla lava, fu rifugio antiaereo e cava: si cela "sotto" un antico quartiere in Sicilia
Ha un’origine particolare che si è creata durante l’eruzione dell’Etna del 1669, quando la lava proveniente dal vulcano raggiunse la città e ha avuto mille vite
Siamo nel cuore dello storico quartiere Antico Corso: qui si trova via Daniele, una strada che dà accesso al rifugio di Cava Daniele, una cavità antropica, che ha una grande importanza per l’archeologia, la geologia, la storia della città etnea.
Ha un’origine particolare: è una grotta di scorrimento lavico che si è creata durante l’eruzione dell’Etna del 1669, quando la lava proveniente dal vulcano raggiunse la città.
Essa poi solidificandosi ha dato vita a questa cavità. Un sito che venne utilizzato nel periodo della ricostruzione post terremoto del 1693, proprio come cava per il recupero della ghiaia rossa, necessaria per i lavori da eseguire sulle case e sui monumenti che erano andati distrutti. In seguito Cava Daniele ebbe per così dire un’altra vita.
Nel periodo fascista, infatti, la cava era stata dotata di sedili, latrine e di un’infermeria, attrezzata di ogni cosa necessaria per ospitare quante più persone possibili, anche se ammassate durante i bombardamenti. In particolare in quello dell’aprile del 1943 che provocò morte e distruzione nel centro storico della città.
La Cava Daniele, dunque, rappresenta un luogo da tutelare e far conoscere proprio perché è una memoria storica da preservare. Ed è questo l’obiettivo del progetto avviato da qualche anno da Officine culturali, che nel 2017 ha ottenuto il sito in concessione dal Demanio dello Stato. Periodicamente il gruppo promuove delle giornate, per conoscere la cava.
Come quella in programma per domenica 10 novembre, promossa da Officine Culturali, insieme ai partner del Comitato popolare "Antico Corso", del Centro Speleologico Etneo e dell’Associazione “Le Cave di Rosso Malpelo”, con la collaborazione dei residenti. Il progetto del Rifugio Cava Daniele nasce per rispondere ad alcuni bisogni della città e degli abitanti del quartiere, attraverso un percorso di coinvolgimento attivo.
Sarà l’occasione per conoscere il lavoro avviato finora, ma soprattutto i progetti e le azioni future che si intendono compiere per la sua riapertura e restituzione al pubblico.
Nonché costruire un processo condiviso di gestione del patrimonio pubblico, attraverso il coinvolgimento diretto del territorio ma anche di quanti vogliano prendere a cuore il recupero di questo posto.
Il Rifugio di Cava Daniele, dunque, non è ancora aperto al pubblico. I partner sono a lavoro per ricercare i fondi necessari che permettano la totale messa in sicurezza della struttura e la definitiva apertura.
E difatti è stata promossa anche una raccolta fondi, una campagna di crowdfunding “(Ri)caviamo il futuro! Sostieni il Rifugio di Cava Daniele” che sarà attiva fino al 31 dicembre 2024. Per chi volesse aderire basta cliccare a questo link, dove ci sono informazioni utili sul progetto, https://sostieni.link/36342.
Le somme raccolte serviranno per poter acquistare il materiale necessario per consentire i sopralluoghi, ma anche per rinnovare l’impianto elettrico già presente, il rifacimento della facciata e del cancello d’ingresso del cortile e un nuovo portone d’ingresso per il rifugio. “Abbiamo avviato questa raccolta fondi – si legge sul sito di produzionidalbasso - perché siamo convinti che il Rifugio sia un bene pubblico che, se restituito alla città, possa contribuire a cambiare le condizioni di fragilità e diseguaglianza che caratterizzano da sempre il quartiere Antico Corso.
Siamo certi che sia possibile una economia sociale a base culturale, ed è provato che le pratiche di comunità possono davvero produrre cambiamento”.
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