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"Cose vastase": quella volta che a Palermo l'erotismo (tra cugini) entrò a Villa Virginia

Era il 1973. La moglie del padrone di casa, il Barone Valenti, non poteva sopportare di veder girare per le sue splendide stanze donnine in reggicalze e tacchi a spillo

Susanna La Valle
Storica, insegnante e ghostwriter
  • 7 novembre 2020

Una scena del film "La Cugina" girato a Villa Virginia a Palermo

Forse non tutti sanno che nel 1973 a Palermo in via Dante, tra le stanze di Villa Virginia (chiamato anche Villino Caruso-Valenti), fu girato il film "La Cugina".

Tratto da un romanzo di Ercole Patti, con la regia di Aldo Lado e la colonna sonora del grande maestro Ennio Morricone, aveva per protagonisti Massimo Ranieri, Christian De Sica e Dayle Haddon; tra gli attori anche Stefania Casini, Francesca Romana Coluzzi e Laura Betti.

Era una mattina fredda e grigia quando una carovana di camion entrò nel villino liberty. Furono scaricati cavi elettrici, lampade, gruppi elettrogeni, macchine da presa ed enormi casse in ferro; era un via vai di direttori di produzione, scenografi, operai, macchinisti e fonici.

Dal mio appartamento, che condivideva parte del parco del villino, guardavo stupita quell’improvvisa invasione di cose e persone.

I primi giorni furono dedicati all’allestimento e alla rimessa a nuovo del villino, tanto che ripresero vita i saloni, il giardino ed anche il fantastico lampadario in cima alla scala in legno, realizzata dalla Ditta Ducrot; autentico splendore Liberty, aveva delle lampadine che sembravano grosse perle di una collana, ma veniva acceso pochissime volte in casa dei Baroni Valenti e solo in grandi e rare occasioni.
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Il film si inserisce in un filone molto in voga in quegli anni che, senza mai scadere nella pornografia, mostrava un erotismo intrigante e malizioso. Tuttavia non fu annoverato tra le grandi opere della settima arte, tanto da venir classificato dalla critica con due sole stelle.

Inoltre, come in quasi tutti gli adattamenti, stravolse il romanzo dello scrittore catanese che descriveva una Sicilia “calda, morbida e pigra“ degli inizi del Novecento, in una società che vedeva mutati i rapporti di forza tra una nascente e rampante borghesia ed una decadente nobiltà.

Rimane così solo la storia di due cugini (interpretati da Massimo Ranieri e dall’attrice americana Dayle Haddan) e della loro passione nata da adolescenti, che si tiene viva durante la loro crescita e che viene appagata alla fine del film.

Christian De Sica interpreta il ruolo del marito della Haddan, sposato solo per il suo titolo, ingenuo ed ignaro della tresca tra i cugini. Ricordo che Christian all’epoca mi appariva come un ragazzo un po' goffo e leggermente sovrappeso, quindi perfetto per la parte da interpretare. Spesso lo vedevo nel mio giardino intento a ripetere la parte e, in silenzio, io seguivo ogni battuta.

Di Massimo Ranieri invece ricordo le sedute al trucco ed il suo sorriso malizioso da scugnizzo con cui chiedeva un rialzino da mettere nelle scarpe, per non sembrare più basso dell’attrice americana.

Io e mia sorella avevamo accesso alla villa, tranne che per le scene ritenute poco convenienti per la nostra età; a questa censura provvedeva il maggiordomo dei Valenti, che avvisava preventivamente i nostri genitori sulle scene che si sarebbero girate.

Di tutti i ciak il più memorabile fu quello di Francesca Romana Coluzzi in vestaglia nera trasparente che, scendendo voluttuosa per lo scalone, si rivolgeva a Massimo Ranieri e ad altri attori che l’attendevano seduti sui divani tra sguardi e risatine. Io, nascosta dietro la macchina da presa, ero affascinata dall’attrice, tanto da imparare a memoria le battute dopo aver visto la scena ripetuta più volte.

Mi sono spesso chiesta perché la Baronessa abbia acconsentito alle riprese del film nella sua bellissima casa. Ho pensato che la nobile famiglia, trovandosi in difficoltà economiche, aveva modo così di ricevere un notevole introito e nel contempo di realizzare i lavori di manutenzione urgenti e necessari.

Per tutta la durata delle riprese la Baronessa non si fece mai vedere, rimanendo chiusa in una delle sue stanze ed ignorando sdegnosamente tutti.

Lei, Signora di altri tempi, moglie del Barone Vincenzo Valenti, figlia di un Ammiraglio nonché nipote di Virginia Caruso (moglie dell'amministratore dei Florio), non poteva sopportare di veder girare per le sue splendide stanze donnine in reggicalze e tacchi a spillo. Gaetano, il maggiordomo, disse a mio padre: «Avvocato, pure nel letto della Baronessa… che cose vastase».

Dopo circa 15 giorni le riprese terminarono e riprendemmo la nostra vita normale, ma ancora oggi quando rivedo il film ripenso a quei momenti. Quando poi rileggo le recensioni cinematografiche in cui si afferma che non ci sono frasi celebri nel film, io sobbalzo dalla sedia mentre ricordo a memoria la frase dell’attrice mentre scende le scale: «Buona sera Ragazzi, non vedo l’ora che venga l’estate, il caldo mi è più congeniale, mi avvampa il fisico…».
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