Con i suoi dipinti racconta un mondo "che corre": chi è Aurelio, artista siciliano
"Spazio al colore, all'istintività e all'immediatezza" sono parole che esprimono la sintesi artistica del marsalese Aurelio Sarzana: vi raccontiamo chi è e la sua storia

Aurelio Sarzana e Togo
Da quando l'indimenticabile Vito Linares, già docente di storia dell'arte e pittore, che lui considera a tutti gli effetti il suo Maestro, lo ha coinvolto in esperienze che hanno saputo tirare fuori da ogni allievo il talento, le emozioni, la creatività e soprattutto la "divergenza" quale strategia più efficace per formare generazioni di giovani, che l’hanno seguito con energia ed entusiasmo.
È sempre stato rapito dalle bellezze del territorio e ha portato il suo sguardo nei suoi lavori brillanti dedicati a ciò che ci stupisce di più: il mare, l’archeologia insuperabile, le isole incastonate intorno alla nostra Sicilia con un'atmosfera fatta di sole, di vele, di palme, di volti e città.
Un mondo cui ispirarsi con uno stile che lo ha sempre reso protagonista di momenti di grande prestigio in vari contesti artistici della provincia di Trapani, e non solo.
Ad apprezzare i suoi lavori, di recente, è stato anche il Maestro Togo, alias Enzo Migneco, artista di origini siciliane che esprime la sua creatività attraverso l'intaglio, la xilografia e la pittura, in acrilico e olio.
Già nel 1996 all'Ente Mostra di Pittura Contemporanea Città di Marsala ha allestito una sua personale e proprio a Marsala riconduce un'esperienza didattica in due corsi di incisione tenuti nel 1998 e nel 2012.
Tramite amici comuni proprio il Maestro, nato a Milano e poi trasferitosi a Messina, città d'origine della famiglia, e tornato a Milano per aprire uno studio nel quartiere di Brera, ha avuto modo di conoscere la pittura di Sarzana.
Lo ha invitato per conoscerlo nel suo studio di Porta Romana, qualora si fosse trovato nella capitale meneghina, dove vive immerso in quella pittura con uno stile e sfumature che richiamano la Trinacria.
È stato un incontro atteso e ricco di suggestioni in un'atmosfera tipica degli artisti di un tempo, tra colori, tavole, disegni, e ogni altra piccola attrezzatura utile per dipingere e astrarsi dal mondo che corre.
I due hanno parlato per ore e si sono ritrovati immersi tra stupore e incanto, tra consigli e piccoli segreti elargiti.
Tutte emozioni che hanno permesso ad Aurelio Sarzana di rientrare in città con un'energia rinnovata soprattutto nella vivacità dei colori, che è tipica di Togo.
Un racconto dal sapore "romantico" che l’artista marsalese rivive così: «Un paio di settimane fa ho vissuto un’esperienza di quelle che non capitano tutti i giorni.
Sono andato a Milano a trovare il maestro Togo, e la sua accoglienza è stata travolgente. Non so se riuscirò mai davvero a descrivere la mia gioia nel varcare la soglia del suo studio.
Mi sembrava di entrare a far parte di quel mondo che artisti degli anni ’60 - ’70 hanno condiviso con le loro incertezze, con le convinzioni, con la voglia di scoperta e di evasione che li contraddistingueva.
Il maestro Togo mi ha subito accolto in modo affettuoso, scorgendo in me l'emozione e la gioia che erano palpabili. Mi ha raccontato tante cose e confesso che respiravo un’aria quasi fiabesca.
Tiravo fuori tele degli anni ‘60, toccavo oggetti che erano lì chissà da quanto tempo mentre raccontavano quel mondo meraviglioso che è l'arte.
Sono tornato da Milano con un'energia diversa, mi sentivo più sicuro, più convinto di ciò che sto esprimendo e che dovrà ancora nascere: nulla di preconfezionato, nulla di troppo pensato, nulla di condizionato.
Solo libero di esprimere il mio stato d'animo».
Aurelio Sarzana, tra le tante esperienze vissute nel corso di questi anni, di recente ha più volte esposto alcuni dei suoi lavori all’ex Convento dei Minimi a Castelvetrano durante il Festival di Arte e Letteratura PalmosaFest.
È successo anche durante la presentazione del libro del critico d’arte Roberta Tosi "Artisti visionari", e per la presidentessa del Festival Bia Cusumano ha realizzato la copertina della raccolta di racconti "Trame Tradite".
Sarzana è un vero pittore, e il suo mezzo espressivo "esalta l’attimo immaginifico, l’emozione improvvisa, il ricordo spaziale, la percezione viscerale", riportando tutto ciò attraverso il colore, il segno magico-pittorico che dà forma a quei sentimenti che non hanno più un passato e che non vivranno più un futuro, ma che rimangono "ritratti" nell’adesso irripetibile che ciascuno cerca e crede di creare nella propria vita.
Un artista che ama la vita, i luoghi in cui vive, gli animali e lo sport come luogo e spazio di lealtà, amicizia e crescita umana e che si riflette nelle sue opere, ma non solo.
Lascia il pregio di osservare e cogliere umanità, natura, una certa timidezza dello spirito, esaltata da una solidità di valori che si ritrova nei colori così come nelle parole.
Un’integrità intellettuale che è propria dell’opera e della persona.
«Guardare la bellezza della natura è il primo passo per purificare la mente», diceva qualcuno. Osservare chi si esprime con l’arte è arricchirsi di emozioni capaci di sospendere il giudizio, liberando i sentimenti.
«La mia pittura si rifà ai pittori Fauves – dice Sarzana - loro non vogliono ricreare le immediate percezioni visive, come gli impressionisti, ma desiderano restituire una visione interiore e personale della realtà.
Tutto nasce da un'esigenza personale, quella di rappresentare il mondo che mi circonda e la mia terra, ma con occhi diversi, ossia gli occhi dell'anima.
Pennellate veloci e istintive, dove gli oggetti, le figure, occorrono per creare forme, a volte dei confini e cambiare sfumatura.
Quasi mai i colori sono reali: palme rosse, cieli gialli, una gestualità dettata dall'umore della giornata.
I tratti volutamente non sono mai definiti e sono veloci per dare solo un accenno e spazio all'immaginazione».
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