STORIE
Come si diventa (grandi) producer anche a Palermo: la storia di Big Joe e Peter Bass
Dietro ogni rapper o trapper di successo ci sono grandi produttori. Molte volte di questa figura si conosce solo un nome, ma noi vi raccontiamo la loro storia
In alto da sinistra: Achille G, Peter Bass, Big Joe e Wherestheplug
Prima di iniziare con il presentare alcuni di questi artisti, occorre puntualizzare che la figura del producer non si limita necessariamente alla attività musicale legata al mondo hip hop, rap, trap o drill che sia; ma il produttore può occuparsi di qualsiasi genere musicale in linea di massima.
Dunque, concretamente cosa fa il producer? Ebbene, è la figura che si occupa della creazione del beat e quindi di tutto ciò che riguarda la parte strumentale di un brano. Il producer può anche essere un polistrumentista e sovente lavora con suoni elettronici. Molte volte di questa figura si conosce sempre e solo un nome, ma difficilmente si sa di più al di là di questo.
Il suo ultimo lavoro fatto con il rapper palermitano Louis Dee è davvero ammirevole, poetico, con una identità precisa che non lascia dubbi; avente protagonista una città tanto amata e tanto odiata, protagonista indiscussa nel corso della storia, ossia Palermo.
Si parla dell’album “Sangò”. Altra persona che ha contribuito a questo bel lavoro è Peter Bass, produttore, compositore, nonché polistrumentista che ha prodotto brani di Madame, Rondodasosa, Johnny Marsiglia - giusto per rimanere in casa -, Dua Lipa e tantissimi altri. Peter Bass, anche se ha già fatto produzioni significative non solo in ambito rap e trap, ma anche per altri progetti che richiedono la sua professionalità come colonne sonore di serie tv e spot pubblicitari, è ancora molto giovane.
Nasce nel 1995 a Palermo, in famiglia ha sempre vissuto con la musica, ma mai nessuno l’ha spronato a intraprendere una strada in questo mondo. Lui inizia da piccolino a schiacciare i tasti di un pianoforte che aveva in casa e che era sempre aperto, quindi spinto dalla curiosità è rimasto fin da subito affascinato da questo strumento.
In seguito, durante gli anni la sua curiosità, la sua voglia di scoprire il mondo della musica è aumentata e a raccontare le fasi successive è Peter Bass in persona che ha detto: «Si, inizio da piccolino con il pianoforte, ma tengo a precisare che avendo un padre compositore e una madre ballerina, mai nessuno mi ha indirizzato a un percorso simile al loro. Mi hanno sempre guidato la mia passione e la mia curiosità prima di tutto.
Durante la mia vita ho avuto e ho fatto parte anche di diverse band, con alcune ho fatto un paio di tour in giro per l’Europa che mi hanno formato molto. Sono arrivato a un certo punto che ero attratto da diversi generi, poiché con le band suonavo il punk, ero appassionato delle sigle e delle colonne sonore dei videogiochi e mi piaceva molto l’hip hop a iniziare dalle leggende americane e via dicendo.
Poi, nel 2017 arriva l’incontro che ha fatto iniziare il mio lavoro nel mondo del rap e della trap, ovvero quando ho incontrato Johnny Marsiglia e Big Joe».
Da questo incontro inizia il percorso del giovane producer palermitano che sta contribuendo notevolmente alla crescita della scena del capoluogo siciliano: «Penso che anche Palermo entrerà nel panorama mainstream, già l'ha fatto con alcuni lavori, è una città unica, ci sono tanti artisti in gamba. Negli anni siamo riusciti a forgiare un nostro stile anche per via delle mille tradizioni che vanta la nostra città».
L’altro pilastro indiscusso della scena del capoluogo siciliano è Big Joe, una leggenda, una persona che ha lanciato molti e a cui ancora oggi si ispirano numerosi rapper e producer emergenti di Palermo. Il produttore palermitano è un motivo di vanto artistico per il capoluogo siciliano, poiché si distingue anche per i grandi risultati che ha ottenuto con i suoi lavori e collaborazioni; infatti, ha collezionato alcuni dischi di platino.
Big Joe è uno dei primi a iniziare con il rap e con la produzione in questa città e dice: «Sono entrato nel mondo hip hop con Johnny Marsiglia e Louis Dee, quando abbiamo formato il collettivo Killa Soul.
Era circa il 2004, il rap era conosciuto poco e niente, soprattutto per la produzione era molto diverso bisognava crearsi un sound originale, unico e posso dire di esserci riuscito. Sono sempre stato vicino al mondo della musica, perché in realtà ho iniziato come selecta, quindi mixavo vari generi e ciò mi spingeva a ricercare in continuazione, così come faccio con l’ascolto della musica del resto.
Una cosa di cui sono convinto nel mio lavoro è il distinguermi, cioè i miei beat, i miei suoni sono riconoscibili e questo mi ha portato con i giganti della scena nazionale e a collezionare certi risultati. Questa è una particolarità che cerco sempre di fare capire ai giovani che mi chiedono consigli, ovvero: cercare di essere se stessi, di distinguersi e non di imitare».
Sebastiano Lo Iacono, 35 anni, conosciuto in arte come Big Joe, oggi produce nella sua città, un luogo che gli regala molta ispirazione. Dopo aver vissuto per tre anni a Milano, ha deciso di ritornare a Palermo perché tante delle sue idee artistiche nascono proprio da qui, anche per l’influenza culturale che vanta il capoluogo.
Lui e altri, ma anche chi lo ha preceduto come Ciccio Stokka, celebre per il lavoro fatto assieme a MadBuddy, fine anni ’90, hanno contribuito a far crescere l’hip hop a Palermo.
A proposito del lavoro nella città siciliana ha detto: «Sono riuscito con altri amici, nonché artisti, ad arrivare al mainstream. Ammetto che l’esperienza fatta a Milano mi è servita molto, infatti, gli emergenti che mi chiedono cosa fare e che dicono che qui non c’è nulla, rispondo che è vero a livello di strutture e di farsi un’esperienza a Milano, ma dobbiamo anche comprendere il potenziale che c’è in ciò che ci circonda» conclude.
Adesso, però, bisogna presentare la nuova generazione, i producer più promettenti del momento della scena palermitana. Anche loro stanno iniziando a collezionare collaborazioni e lavori importanti: Achille G e wherestheplug. S. Andrea De Franchis, in arte conosciuto come wherestheplug, nato nel 1995. Si avvicina al mondo della musica e della produzione grazie ad un suo caro amico tra il 2011 e il 2012.
È subito amore quello di wherestheplug verso la musica, inizialmente il tutto si svolge come semplice divertimento, ma oggi è la sua attività principale e racconta: «Faccio il producer perché mi piace raccontare tramite la musica, il rapper lo fa con le sue liriche, io cerco di aiutarli a farsi capire ancora meglio, a far arrivare il messaggio immediatamente tramite il suono. Sono ossessionato dalla mia attività, certe volte capita che quando mi viene in mente una melodia, prendo il cellulare e mi registro mentre la canticchio e successivamente ci lavoro su».
Anche wherestheplug ha espresso una sua opinione sul rap palermitano e ha detto: «Le cose stanno cambiando in meglio nel capoluogo siciliano, e solo se avanziamo in blocco possiamo farci notare sempre di più. Se pensiamo ai grandi nomi in Italia, loro non sono esplosi singolarmente, ma hanno lavorato assieme il più delle volte e così hanno fatto parlare di sé.
Non bisogna invidiare e seminare cattiverie dietro gli altri, bisogna confrontarsi anche per ricevere critiche costruttive e per crescere. Questo penso sia un po’ il lato negativo di questa città, vale per quasi ogni ambito purtroppo. Per il resto si lavora duro e c’è tanta voglia di fare».
L’ultima rivelazione è Achille G, classe 2001, un produttore giovane, già capace di osare e pronto a sfornare hit. Per il producer di Bagheria il 2023 sarà un anno costellato di tante uscite, così come per wherestheplug, ma intanto ha già consolidato la sua produzione con i lavori fatti assieme a Kilo Kg, Don Pietro, Don Pero, giovane rapper siracusano che cresce di giorno in giorno, o altre collaborazioni fatte con trapper francesi e statunitensi.
Achille G inizia con la musica a 14 anni, nonostante la giovane età ha già in mente in modo più che chiaro cosa vuole fare della sua carriera: «Io voglio fare del producer colui che non sta al di sotto del rapper, ma un vero e proprio artista, cioè ciò che è realmente, al pari di chi fa le liriche, giusto per intenderci.
La mia musica è il mio modo di comunicare, sono una persona abbastanza timida e infatti preferisco esprimermi tramite la mia produzione. Quindi non è una semplice professione, poter vivere di questa attività lo vedo solo come una conseguenza». Dunque, i producer sono figure che meritano molta più attenzione.
Con l’esplosione del rap, e della trap dal 2016, questa figura è andata alla ribalta, sì, ma ancora non viene sempre valorizzata come merita. I primi due nomi presentati in questa sede sono tra i più influenti della scena rap palermitana, probabilmente ce ne sono tanti altri bravi, ma comunque si fa riferimento ai tempi attuali e a coloro che stanno collezionando, o hanno collezionato già risultati notevoli.
Gli altri due nomi, invece, riguardano i più giovani e promettenti per l’appunto. Tuttavia, obiettivo di questo articolo è semplicemente di far conoscere il dietro le quinte del mondo del rap palermitano - ma anche in modo più ampio - e valorizzare sempre più questo genere che narra la realtà del nostro tempo, la quotidianità, tenendo lontano gli stereotipi che vengono costruiti sopra questa forma d’arte.
In conclusione, è doveroso dire che la realtà rap a Palermo sta crescendo anche grazie al lavoro fatto dalle crew, infatti wherestheplug e Achille G collaborano con Southside Records per esempio. Un altro produttore promettente da segnalare è Alex 3o5 del collettivo Gorilla Sauce.
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