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Cinque itinerari svelano l'identità di luoghi unici: sei in una (magica) valle in Sicilia

Un viaggio nel cuore della Sicilia Occidentale, in luoghi che, spesso in silenzio, parlano al mondo adesso anche grazie a una strategia progettuale a lungo termine

Jana Cardinale
Giornalista
  • 21 gennaio 2024

Il cretto di burri

Un progetto articolato, ideato per accogliere i turisti che arrivano nel vasto territorio della Valle del Belìce per ammirarne le bellezze artistiche e paesaggistiche, anche in maniera autonoma, grazie a cinque itinerari che ne svelano l'identità: uno antropologico, uno archeologico, uno contemporaneo, uno della memoria e uno naturalistico.

Un percorso che mira a valorizzare una zona impregnata di ricchezza culturale e di testimonianze, grazie ai suoi musei, ai parchi archeologici e alle riserve naturali, che la Rete Museale e Naturale Belicina, di cui è presidente Giuseppe Maiorana, ha voluto "censire" e raccogliere in un programma completo e minuzioso - finanziato dal GAL Valle del Belìce - per una valorizzazione complessiva che segua anche la conoscenza e la conservazione dell'intero patrimonio

Sono undici i Comuni facenti parte della Rete (Contessa Entellina, Gibellina, Menfi, Montevago. Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, Santa Ninfa, Sambuca di Sicilia e Santa Margherita di Belice) - che è ospitata all'interno della Fondazione Orestiadi a Gibellina e che, in seguito a questo disegno, troverà casa in due locali del Comune speculari all'aula consiliare della città - che rappresenteranno i diversi itinerari di cui potranno fruire turisti e visitatori, ma anche la comunità scolastica, grazie a un'app che conterrà materiali interattivi e video di presentazione del territorio.
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A questi si può aggiungere il Comune di Castelvetrano-Selinunte che rientra nell'ambito geografico, sociale e culturale della Valle del Belice, e in cui la Rete prevede di intervenire essendo anche quello più esteso e con maggior numero di abitanti.

Il progetto "Ahlan bik", promosso in partenariato tra la Rete Museale e Naturale Belicina, il Comune di Gibellina e la Pro Loco 'Avanguardia dinamica', prevede un punto di accoglienza per i visitatori, con Infopoint animato da volontari, e prenderà il via nel mese di febbraio per concludersi entro giugno 2025.

«L’obiettivo è sviluppare un'identità che caratterizzi la proposta attrattiva di infrastrutture e servizi, basata sulle specificità del patrimonio culturale collettivo grazie ad una progettazione integrata pubblico-privato – dice Giuseppe Maiorana, presidente della Rete Museale e Naturale Belicina –.

Il valore della diversità e la ricchezza del patrimonio culturale belicino potranno diventare riconoscibili grazie ad una strategia progettuale sul lungo termine.

La proposta è relativa a un’offerta culturale dedicata sia ai viaggiatori in visita nel Belìce che all’intera comunità, con al centro i nostri musei, le Riserve naturali e i luoghi della cultura tramite pannelli informativi che riporteranno un QRcode dal quale accedere ad una app che conterrà materiali interattivi e video di presentazione del territorio che racconteranno in maniera sintetica e suggestiva il patrimonio di cultura, arte e natura della Valle del Belìce».

Il primo itinerario, quello antropologico, propone la città di Salemi e il suo Museo del Risorgimento, che documenta il ruolo di questo territorio nelle battaglie per l’Unità d’Italia con abiti e armi del periodo garibaldino, e il nuovo Ecomuseo del Grano e del Pane che valorizza e promuove la memoria collettiva di una comunità legata alla tradizione dei pani rituali e dei grani antichi.

Ancora il Piccolo Museo Agroforestale di monte Finestrelle, nel territorio di Gibellina, che racconta le tradizioni del Belìce attraverso oggetti d’uso e attrezzi legati alla cultura contadina.

E a Santa Ninfa il Museo dell’Emigrazione che racconta dell’esodo verso altri Paesi nella prima metà del sec. XIX. Infine, Santa Margherita di Belìce, dove si rivivono le pagine e le storie del Gattopardo, attraverso il manoscritto del famoso testo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa che offre ai visitatori l’ambientazione didattica dei cicli di trasformazione del frumento e del latte.

L'itinerario archeologico parte dal Parco Archeologico di Selinunte e delle Cave di Cusa, uno dei più importanti del Mediterraneo per la posizione, il perfetto inserimento nel paesaggio e l’imponenza dei suoi templi.

Si va dalla preistoria a quella greca, dalla cultura Elima a quella medievale, riconoscibile nella rocca di Entella e nella necropoli Pignatelli a Menfi.

Compreso il Museo della Preistoria del Belìce a Partanna, il Museo Civico a Castelvetrano (che espone il famoso Efebo di Selinunte), l’Antiquarium di Entella nel Comune di Contessa Entellina e l’Antiquarium di Monte Adranone a Sambuca di Sicilia, che raccolgono numerosi oggetti della storia antica di questo territorio.

E Segesta, che è uno dei centri indigeni tra i più importanti della Sicilia Occidentale, che ebbe un ruolo preponderante negli avvenimenti storici che la portarono a ripetute lotte con Selinunte, che sicuramente tentava di conquistarsi uno sbocco nel Mar Tirreno.

L'itinerario contemporaneo inizia da Gibellina nuova e dal Baglio Di Stefano, sede della Fondazione Orestiadi, attraverso la visita del Museo delle Trame Mediterranee, del Museo Civico di Arte contemporanea e della città nuova, e prosegue verso Santa Ninfa, dove il Museo Nino Cordio offre la collezione che il grande maestro ha donato alla città.

Si arriva poi al Cretto di Alberto Burri realizzato come un grande sudario sulle rovine di Gibellina, distrutta dal terremoto.

L’itinerario del contemporaneo si conclude a Sambuca di Sicilia con le opere tessili dell’artista francese Sylvie Clavel e quelle di Gianbecchina, che raccontano le tradizioni agricole e il paesaggio.

L'itinerario della memoria conduce i visitatori a Belìce/EpiCentro della Memoria Viva, a Gibellina, che racconta delle lotte della gente di queste terre a partire dalla marcia condotta da Danilo Dolci nel 1967 per poi attraversare i dissensi popolari post-terremoto e ricostruzione. Si prosegue con Santa Margherita di Belìce, con il Museo della Memoria.

L'ultimo degli itinerari previsti è quello naturalistico, con le riserve naturali di Grotta di Entella e Grotta di Santa Ninfa, che permettono di visitare e conoscere le peculiarità geologiche e faunistiche attraverso un’escursione nel tipico paesaggio dell’entroterra gessoso della Sicilia occidentale che si sviluppa nella Rocca di Entella e nel territorio compreso tra Santa Ninfa e Gibellina.

Luoghi in cui la Valle del Belìce si fa cogliere nella sua interezza fino a giungere nella Riserva naturale della Foce del Fiume Belìce e dune limitrofe.

Lungo questo territorio altri luoghi conosciuti soprattutto per l’interesse archeologico legato al periodo preistorico (come la contrada Stretto a Partanna e il Castello della Pietra a Castelvetrano) consentono di vedere una natura incontaminata conservata per secoli.

Tra le diverse aree forestali da ammirare (tra Castelvetrano, Salemi, Santa Ninfa e Sambuca di Sicilia) c'è la riserva Naturale di Monte Genuardo, e di particolare fascino è l’area dell’abbazia di Santa Maria del Bosco a ridosso di Sambuca di Sicilia nel territorio comunale di Contessa Entellina.

Un viaggio nel cuore della Sicilia Occidentale, in luoghi che, spesso in silenzio, parlano al mondo.
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