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Che fai a Capodanno? A Palermo non si chiede più: c'è aria di festa, luci e locali pieni

Al Politeama accanto all'albero sobrio ed elegante con mille luci c'è il Carro della Santuzza addobbato a riprova che si vuole fare festa, più festa che si può

  • 30 dicembre 2022

Sul finire del 2022 nell'aria a Palermo c'è una gran voglia di far festa. Dopo una pausa ancora non definitavamente chiusa che l'umanità ricorderà, c'è voglia di divertirsi, ascoltare bella musica, ballare come non mai, cenare e alzare i calici insieme agli amici di sempre.

Il lockdown ci ha insegnato quanto non siano essenziali quelle cose di cui credevamo non potere fare a meno. Correvamo, e i nostri movimenti erano compulsivi, ma dove stavamo andando?!?

C'era un'altra verità, decisamente più grande, nei nostri pensieri, nei nostri cassetti, nelle nostre risorse incantate quella volta che la vita ci ha fermati. Dove stavamo andando? Quante cose stavamo seppellendo? Quante cose di noi stavamo dimenticando? Quante risorse si sono rigenerate in difesa della paura e della solitudine?

Come abbiamo reagito ad una nuova vita fatta solo delle nostre cose, conservate, dimenticate, mai vissute.

In piazza Politeama, quest'anno, a fianco all'Albero sobrio ed elegante addobbato con mille luci c'è il Carro di Santa Rosalia in stile natalizio a riprova che si vuole fare ancora più festa, più festa che si può.
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È lo spirito del risveglio di una società. Per la prima volta dopo tanti fine anno, non ci si chiede più il fatidico "Che fai a Capodanno?" in tono apatico, scontato, quasi triste, come spesso succedeva negli ultimi tempi, antepandemia. Ma perchè quella domanda? Com'era la vita a quei tempi?

Sembrava ci fosse tutto e invece non c'era nulla negli animi di quella gente che non sapeva dove stesse andando, in quale direzione e con quale perchè. Ci si lasciava trascinare dalle onde della quotidianità senza assaporare i veri momenti della vita con le gioie e i dolori, in preda alla routine di un meccanismo e per dirla alla Tiziano Terzani più che agire, regiamo o forse reagivamo alle cose.

Quella domanda veniva fuori da uno stato d'animo che sembrava dettato da un doversi divertire per forza, o trovare l'offerta migliore: un veglione, una festa in casa di amici, un viaggio sulla neve per i più fortunati. Sembrava che si dovesse aspettare solo il 31 dicembre per trascorrere una serata esclusiva da capogiro.

Una domanda quindi che per anni è stata pronunciata con una sorta di ironia accompagnata da un mezzo sorriso. Un modo di dire che faceva anche ridere, perchè in fondo non c'era quel gran da fare o quella gran voglia di divertirsi.

Una pausa forzata, che stiamo già leggendo nei libri, ha creato picchi di ripresa, un' "isteria collettiva" direbbe Fiorello, un volere divertirsi con sano convincimento prenotando nei ristoranti già prima di Natale e non aspettare il 30 dicembre con l'ultima offerta da cogliere al volo perchè non è rimasto nulla.

C'è un fermento e un'aria frizzante per le strade di Palermo, e quando i regali stavano ancora sotto l'albero di ogni casa, ristoranti, club, e location di lusso hanno tutto esaurito con liste d'attesa e la speranza che qualcuno possa disdire per prendere quel posto.

C'è voglia di trascorrere momenti indimenticabili, indossare paillettes e papillon, fare il trenino sulle note del Disco Samba. C'è un ritorno alla vita, quindi, un forte desiderio di vivere il presente facendosi un regalo con la rinascita della convivialità. Un nuovo modo di stare insieme, con persone scelte, con le anime affini, con un capogruppo coinvolgente.

E mentre la via Libertà brilla di luminarie semplici ma emozionanti, per le strade si sentono note romantiche come quelle di "Last Christmas" e "So It's Christmas"; ci sono artisti di strada cosi talentuosi da fare sognare, per ogni passante un sogno diverso, tra un concerto gospel, un presepe vivente, e il Christmas Village di via Emerico Amari, il futuro salotto della città.

E mentre le feste scorrono, non c'è più nessun "Che fai a Capodanno?" perchè già quasi ogni palermitano ha occupato un posto, costi quel che costi, e ha già appeso nell'armadio un capo luxury pronto per essere indossato.
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