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Capolavori "rubati" all'estero: l'autoritratto di El Greco che si trova al Castello Ursino

Si trova a Catania il Ritratto di gentiluomo (presunto autoritratto )ed è un olio su tavola della fine del Cinquecento di El Greco: una delle figure più importanti del Rinascimento

Balarm
La redazione
  • 18 febbraio 2019

Ritratto di gentiluomo (part. El Greco)

Il Ritratto di gentiluomo è un olio su tavola della Collezione Benedettini di El Greco, una delle figure più importanti del tardo Rinascimento spesso considerato il primo maestro del Siglo de Oro ("secolo d'oro" in spagnolo: va dalla nascita dell'Impero Spagnolo nel 1556 con Filippo II alla metà del Seicento e corrisponde al periodo della maggior gloria culturale, politica e militare della Spagna).

A Catania questo (pare) autoritratto è stato ritrovato nei depositi del Castello Ursino nel 2017 durante la preparazione di una mostra: un capolavoro del Cinquecento rimasto sepolto chissà per quanti anni.

El Greco o il Greco, è lo pseudonimo di Domínikos Theotokópoulos nato a Candia nel 1541 e deceuto a Toledo il 7 aprile 1614).

È stato un pittore, scultore e architetto di nazionalità greca che vissuto tra l'Italia e la Spagna trovandosi a Creta, all'epoca parte della Repubblica di Venezia e centro di un importante movimento pittorico post-bizantino, chiamato Scuola cretese.
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A 26 anni è andato a Venezia, una meta usuale tra i pittori greci per un confronto diretto con le famose botteghe di Tiziano, Bassano, Tintoretto e Veronese ma è stato anche a Roma, qui aprì una bottega e dipinse una serie di opere.

Lo stile drammatico ed espressionistico di El Greco era guardato con perplessità dai suoi contemporanei ma è stato molto apprezzato e rivalutato nel corso del Ventesimo secolo: la sua personalità e le sue opere sono diventate fonte di ispirazione per poeti e scrittori come Rainer Maria Rilke e Nikos Kazantzakis.

Alcuni studiosi moderni lo hanno definito come un artista assai singolare e difficilmente inquadrabile nelle scuole pittoriche tradizional: è infatti famoso per le sue figure umane sinuosamente allungate (ispirate al Tintoretto) e per i colori originali e fantasiosi (ispirati a Tiziano) di cui spesso si serviva.

Il Ritratto del giovane gentiluomo è datato 1570 (circa): anno in cui l'artista, come concorda la maggior parte degli studiosi, si è trasferito a Roma dopo il periodo veneziano.

Non si sa quanto a lungo sia rimasto né se sia tornato a Venezia (verso il 1575-76) prima di partire definitivamente per la Spagna, dove poi morì.

Il restauro della tela è stato finanziato da Opera tua, un progetto di Coop Alleanza 3.0 che sposa due eccellenze del Belpaese (cibo e arte) in un viaggio alla scoperta del patrimonio artistico locale-

Per il 2018 l’investimento complessivo per il recupero delle opere è stato pari a 150 mila euro. Sono stati necessari oltre tre mesi di lavoro per l’intervento di restauro che ha previsto il rilievo fotografico e la localizzazione delle aree deteriorate, anche con l’uso degli infrarossi, quindi il consolidamento e la pulizia dell’opera con l’asportazione dell’ossidazione dovuta al tempo.

Un successivo intervento pittorico ha reso omogenea la cromatura dei colori. Infine è stato applicato un protettivo neutro e rafforzata la struttura che sorregge e contiene il dipinto.

Le operazioni di recupero hanno riservato anche un’insolita scoperta: la riflettografia e la radiografia hanno infatti evidenziato la presenza di un disegno preparatorio sottostante che, per il suo elevato grado di definizione, può essere un'opera nell'opera.
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