CURIOSITÀ
C'erano 1750 farfalle da tutto il mondo: la storica scoperta al mercato dell'Albergheria
Tra le viuzze dei mercati rionali di Palermo, a volte, si nascondono sorprese di alto valore storico e scientifico. È quello che è successo di recente all'Albergheria
Uno degli esemplari della collezione di Roberto Vinciguerra (foto di Mathia Coco)
Un naturalista della cooperativa Silene, Simone Costa, ha infatti trovato in questa piazza un’importante collezione di farfalle, falene e altri insetti, contenuta all’interno di alcune scatole di legno in vendita, usate abitualmente dagli esperti di entomologia.
E se agli occhi inesperti di un passante queste scatole potevano sembrare prive di valore, fortunatamente Costa ha notato che contenevano lepidotteri minuziosamente preparati e catalogati, quantomeno degni di non restare in strada e di finire dritti all’interno di qualche museo.
Il naturalista ha quindi contattato i suoi colleghi della cooperativa Silene, tra cui Calogero Muscarella, e insieme hanno cercato di contrattare con il rivenditore, per sapere di quanti pezzi fosse composta l’intera collezione.
Come si sarebbe scoperto più tardi, molte delle farfalle conservate in queste teche erano di diversi colori, dimensioni e appartenevano a decine specie differenti, provenienti da tutto il mondo.
Seppur non in perfetto stato di conservazione, alcuni di essi disponevano dei dettagli necessari per il riconoscimento tassonomico, a dimostrazione di come colui che li aveva conservati dovesse essere un esperto e non un semplice appassionato.
Interessati nel preservare questo piccolo tesoro perduto e di capire se vi era qualche specie particolare, i naturalisti hanno quindi deciso di acquistare tutte le scatole e le teche disponibili della collezione, sospettando che in origine appartenesse a qualche importante scienziato locale.
Ed è stato proprio al momento della vendita che i due hanno avuto conferma di avere ragione.
«Prima di portare le teche in macchina, avevamo già stabilito che eravamo di fronte alla collezione di Roberto Vinciguerra - un grande entomologo palermitano che morì a solo 46 anni nel 2013 - tramite delle indicazioni che egli stesso aveva fornito all’interno delle scatole. Abbiamo portato così gli insetti all’interno della nostra sede, per compiere un’approssimativa catalogazione» ha chiarito Costa, contattato da Balarm.
Ogni scatola infatti conteneva una etichetta che riportava il nome del loro vecchio proprietario, che oltre a essere un appassionato naturalista e un teologo, per tutta la vita continuò a esplorare la natura e a collezionare farfalle da tutto il mondo.
Tra le specie scoperte da Vinciguerra ci sono per esempio tre farfalle del genere Alcides e Althis, ovvero Alcides privitera, Alcides leone e Athis pirreloi, dalla colorazione molto sgargiante e di origine tropicale. Le scatole rinvenute dalla cooperative Silene sono 42, ma probabilmente sono solo una parte della collezione originale di Vinciguerra.
Da un lato infatti gli scienziati sanno che molte delle farfalle collezionate dall’entomologo palermitano sono state spedite anni fa verso il British Museum di Londra, mentre alcune scatole ricche di specie mediterranee e tropicali sono rimaste in Sicilia.
In totale, però, la collezione recuperata all’Albergheria ha fornito agli scienziati 1750 esemplari di lepidotteri e di insetti, che la cooperativa Silene ha a sua volta donato alla collezione entomologica del Museo "Pietro Doderlein" dell’Università di Palermo.
In attesa di sbrigare le faccende burocratiche necessarie per la donazione, l’università e la cooperativa Silene hanno intanto deciso di comune accordo di spostare temporaneamente la collezione all’interno dei locali del Dipartimento Stebicef, in Via Archirafi.
Come tende a sottolineare Calogero Muscarella, autore tra l’altro di un breve articolo che parla di questa scoperta, relativamente alla passione di Vinciguerra per gli insetti è stato anche pubblicato un volume edito da Natura Edizioni, uscito nel 2016. Esso ha come titolo "Uranie, Castnie e Saturnie della collezione di Roberto Vinciguerra".
Quando morì, Vinciguerra venne anche ricordato da un articolo edito dal “Naturalista Siciliano”, la rivista ufficiale della Società Siciliana di Scienze naturali, che ha come sede il Museo G.G. Gemmellaro di Palermo.
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