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C'è quello dei gatti, dei ladri (e dei fulmini): a Palermo c'è un santo per ogni problema

Invocati (e spesso dimenticati) quando nell'Isola si deve affrontare un disturbo specifico. Ecco a chi si appellano i cittadini per sfuggire ai malanni della vita

Gianluca Tantillo
Appassionato di etnografia e storia
  • 2 settembre 2024

Da sinistra: Santa Cristina, Santa Ninfa, Sant'Agata e Sant'Oliva

Sono quasi passati vent’anni dalla morte di nonno e tra poco sarà il momento di spostarlo nell’ossario. Se mi figuro in testa questo momento, penso che quando apriremo la cassa, al posto delle ossa troveremo un gateau di patate.

Patate bollite, patate nella pasta, frittata di patate, patate pure sbattute al muro. Patate legate alla fronte per curare il mal di testa. Povero nonno, una vita passata così per le convinzioni di sua moglie.

Una volta chiesi al dottore se, più che di un processo di decomposizione, non sarebbe stato più giusto parlare di processo di “patatificazione”. Se potesse svegliarsi e vedere che oggi ci curiamo ingerendo yogurt ai fermenti lattici, Brufen e Oki, probabilmente penserebbe di trovarsi dentro un film di Guerre Stellari.

Patate a parte, tutto il resto della medicina era relegato ai santi. Un santo per ogni disturbo, un santo per ogni malattia, un santo per ogni situazione.

Per mia nonna San Raffaele non era un ospedale ma il primario dell’ospedale. D'altronde la stessa Palermo è divisa in quattro Canti ed affidata a quattro sante diverse. Santa Cristina che si invoca per proteggere dal veleno dei serpenti, patrona dei marinai e dei mugnai. Ninfa, nata a Palermo, morta a Porto, attuale Fiumicino.
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Un anno dopo la sua morte fu invocata dagli abitanti del luogo, ponendo fine ad alla siccità che stava affliggendo quella zona. Oliva, a cui vengono richiesti vari interventi, ricordata per la tenacia e invocata per le conversioni. Agata, che si invoca contro i pericoli del fuoco.

Quando nel 1348 imperversava la pesta nera, si dice che apparve sopra le mura di Porta Carini (quartiere Capo). Fu lei la prima a liberare Palermo dalla peste. Santa Rosalia, anche lei specialista di peste, liberò la città, rubando la scena a tutte e divenendo la più importante patrona della città.

Poi messo un po’ ad agnuni, in disparte, ci sta pure San Bendetto il Moro, che si dice abbia piantato un albero al convento di Santa Maria di Gesù e considerato protettore delle popolazioni di colore.

Sempre in Sicilia, San Calogero Protettore dell’agricoltura e Santo Stefano, protettore dei muratori, taglia pietre e che si invoca contro i calcoli. Voci di corridoio dicono che ora si sia buttato nell’imprenditoria e venda ceramiche. Questi grossomodo sono i più conosciuti, dalle nostre parti. Tuttavia, siccome siamo figli della working class, vogliamo ricordare tutti gli altri santuzzi, vari ed eventuali, che lavorano in silenzio e non se li fila nessuno.

San Leonardo da Noblat: protettore dei ladri

San Disma: protettore dei carcerati (nel caso di ladro in carcere non c'è conflitto di interessi: si possono pregare entrambi).

Santa Gertrude da Nivelles: protettrice dei gatti. Si invocava contro le invasioni dei topi.

San Luca Evangelista: protettore dei pittori (era medico ma dipingeva per hobby). San Noè: Ma quali animali!? È protettore degli ubriachi. Se il diluvio fosse stato vino sarebbe finito dopo due giorni.

San Acario da Noyons: protettore di quelli che hanno il carattere di merda (a questo lo dovrebbero fare santo due volte!).

San Adriano di Nicomedia: protettore dei secondini (se ce l’hanno i carcerati e i ladri, i secondini che sono più cretini?).

Santa Barbara: questa è famosa! E dato che era molto multitasking è pure la santa che protegge dai fulmini. (Suo padre la uccise, dopo un po' gli scoppò un fulmine in testa e caput.)

San Pantaleone: protegge da tutte le malattie perché era un medico che se la passava bene e non chiedeva piccioli a nessuno. Inventore della mutua ospedaliera!

Sant’Ambrogio: protettore delle api (e voglio dire!) Santa Colomba: protettrice delle colombe (complimenti per la fantasia!) San Gallo: di polli e galline (e di questo ci da la sua parola Francesco Amadori). San Maudeto di Bretagna: protettore di quelli che vogliono scacciare gli insetti (in pratica san DDT).

San Cristoforo: protettore di autisti e automobilisti (io l’unico Cristoforo che conosco è arrivato in America avvalendosi delle teorie di Galilei ed aveva a che fare con un certo San Giuliano.) Sant’Ivo di Bretagna: protettore degli avvocati (questa se la potevano risparmiare…).

San Tommaso Moro: protettore dei politici (e niente, per la serie “lavora alla Regione e non lavorerai mai un giorno nella tua vita”, questa fa già ridere così...)

Santa Bona: protettrice delle hostess (giuro che è vero e ci colpò papa Giovanni XXIII a fare questa associazione il 2 marzo 1962)

Santa Clotilde: conversione dei mariti (dai, siamo su Candid Camera!)

San Claudio di Besançon: protettore dei foruncoli (si, avete capito bene, san Topexan!)

San Gummaro: protettore matrimoni infelici (questo è girare il coltello nella piaga)

Beato Bernardino da Feltre: prestiti su pegno... stiamo parlando di usura?

San Biagio: lui gioca facile, è protettore di quelli che hanno il singhiozzo.

Santa Giuliana da Falconieri: questa santa si invoca quando si vomita (qualcuno dice sia stata spesso vista in giro con San Noè - vedi sopra-) E niente, a volte penso che nonno stia meglio dove sta senza che nessuno lo tocchi.

È così che me lo immagino: in compagnia di San Carlo a mangiare patatine e bere San Bittér.
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