SALUTE E BENESSERE
In Sicilia lo trovi a Bronte ma non solo: quello che non sai sul (miracoloso) oro verde
I frutti dell'albero di pistacchio sono davvero una ricchezza. Vi sveliamo tutto quello che non sapete sulle loro proprietà benefiche ricercate fin dai tempi più antichi
Pistacchi di Raffadali (foto dal sito lacucinaitaliana.it)
Il Fastuca Fest ha avuto lo scopo di far vivere la festa ai cittadini della zona dove viene coltivato Studi condotti anche in America dall’Università di Berkeley e dell’Illinois USA stanno dimostrando le molteplici qualità terapeutiche e nutrizionali del pistacchio.
L’uomo dei tempi preistorici cercava e trovava nel bosco e nei i prati rimedi medicamentosi nei vegetali, piante, semi e frutti, si dedicava oltre che, alla domesticazione e alla coltura delle piante a scopi alimentari, anche alla sperimentazione delle loro
proprietà terapeutiche per la cura delle malattie. Uno di questi è stato l’albero del pistacchio.
In Assiria, intorno al decimo secolo a.C. la regina di Saba limitò la coltivazione dei frutti a suo uso esclusivo. I frutti di pistacchio vengono menzionati nella Bibbia (Genesi 43:11) come preziosi doni portati da Canaan all’Egitto dal figlio di Giacobbe. Nella sua Storia Naturale, Plinio (23a.C. – 79 d.C.) dice che il pistacchio fu introdotto in Italia dalla Siria da Lucius Vitellus e diffuso da Flaccus Pompeius nel Mediterraneo, nell’Europa meridionale, in Nord Africa, in Cina e Stati Uniti.
Che i pistacchi fossero un alimento sano e ricco di proprietà benefiche e che avessero un ottimo profilo nutrizionale era risaputo da tempo e nuove ricerche ne mettono in luce ulteriori qualità benefiche.
Sono una «proteina completa», validi sostituti delle proteine animali proprio per la loro caratteristica di fornire la necessaria quantità di proteine indispensabile al nostro organismo.
La Food and Drug Administration (FDA) statunitense definisce proteina completa un alimento che contiene «tutti gli aminoacidi essenziali in quantità adeguate» (ossia gli aminoacidi proteici che il nostro corpo non produce naturalmente e che ha bisogno di assumere attraverso il cibo).
I pistacchi erano conosciuti presso gli Assiri e i Greci come una sostanza con effetti medicamentosi, come potente afrodisiaco ed antidoto contro i morsi degli animali velenosi; l’olio, che da essi si ricavava, rinforzava "lo stomaco e il fegato".
Questa credenza fu poi trasferita ai medici cristiani del medioevo che lo usavano come rimedio per la sclerosi del fegato le, malattie addominali, gli ascessi, i lividi, le infiammazioni, le malattie toraciche, problemi circolatori.
I benefici effetti del consumo di frutti di pistacchio sulla salute del cuore, sono principalmente riconducibili a un effetto diretto sul contenuto di grassi nel sangue, a un effetto anti-infiammatorio e anti-ossidante, e a un effetto diretto sulla
pressione sanguigna.
Uno studio clinico ha evidenziato che l’addizione di pistacchio a cibi con alto tasso glicemico (come riso parboiled, pasta e patate), può ridurre la risposta glicemica post- prandiale del 20-30%.
Le fibre alimentari, abbondanti nei pistacchi, svolgono anche loro numerose funzioni benefiche per l'organismo. Associate alla giusta quantità d'acqua, invece carente nei semi oleosi, le fibre possono aumentare lo stimolo meccanico di sazietà, modulare l'assorbimento nutrizionale, e ostacolano l'assorbimento-riassorbimento del colesterolo e dei sali biliari, prevengono o curano la stitichezza e favoriscono la pulizia del lume intestinale eliminando le tossine.
Quest'ultimo aspetto contribuisce a diminuire le possibilità di insorgenza di un tumore all'intestino crasso, di un infiammazione del plesso emorroidario (emorroidi) della formazione di ragadi e del prolasso anale.
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