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Bonus di 600 euro ai professionisti? C'è una modifica che blocca (quasi) tutto

A seguito della pubblicazione in Gazzetta ufficiale del "Decreto liquidità", in data 9 aprile 2020, oltre 400 mila professionisti dovranno rifare le domanda

Balarm
La redazione
  • 11 aprile 2020

Tanti sono i provvedimenti normativi che si stanno susseguendo in questi giorni, e non senza aumentare la difficoltà dei cittadini a stare dietro a tutti i correttivi in corso d'opera. Ed è successo anche con riferimento al bonus di 600 euro che spetta a titolo di indennità anche ai professionisti e autonomi iscritti alle Casse private, rispetto al quale sono cambiati i requisiti necessari per ottenere tale bonus, una modifica che ha comportato un inconveniente non da poco per cui oltre 400 mila professionisti dovranno riaffrontare l'inter di presentazione della domanda.

Per fare chiarezza sull'argomento, ripercorriamo la questione e vediamo cosa cambia.

IL BONUS 600 EURO
Grazie all'istituzione del “Fondo per il reddito di ultima istanza - di cui al decreto attuativo dell’art. 44 del provvedimento “Cura Italia” dello scorso 1 aprile - i professionisti iscritti agli Albi ed alle relative Casse di previdenza possono richiedere -esclusivamente tra il 1° ed il 30 aprile - l’erogazione dell'indennità di 600 euro, bonus che non è previsto che venga conteggiato nel calcolo del reddito imponibile.
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CAMBIANO I REQUISITI PER OTTENERE L'INDENNITÀ
A seguito della successiva pubblicazione in Gazzetta ufficiale del “Decreto liquidità”, in data 9 aprile 2020, sono cambiati però i requisiti necessari per ottenere tale bonus, a seguito dell'introduzione di una norma che modifica quelli previgenti.

A seguito dell'introduzione della norma modificativa, oltre 400 mila professionisti che nei giorni scorsi avevano già avanzato alle proprie Casse di previdenza la domanda per ottenere l'erogazione del bonus di 600 euro, saranno costretti a rifare da capo il percorso di presentazione della richiesta, e ciò in quanto per effetto delle modifiche intervenute le domande dovranno essere ripresentate agli enti competenti solo successivamente alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo decreto legge (il “Decreto liquidità”) che ha modificato i requisiti per ottenere il bonus.

COSA STABILISCE IL NUOVO "DECRETO LIQUIDITÀ"
Con la pubblicazione del “Decreto liquidità”, quindi, sono cambiati i requisiti per ottenere il bonus. L’articolo 34 del nuovo provvedimento ha precisato i due requisiti per accedervi (prima non previsti), ossia che: l’indennità ora spetta agli iscritti «in via esclusiva» alle Casse private «non titolari di trattamento pensionistico».

Per effetto di tale modifica si sono bloccati i pagamenti per le domande presentate già dal 1° aprile scorso (l’erogazione del bonus infatti doveva cominciare dal 10 aprile).

Si precisa inoltre che i nuovi requisiti introdotti possono essere verificati dal solo Ente di appartenenza e con la collaborazione dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale o da una autocertificazione da parte del professionista che richiede il bonus, ipotesi questa che rischia di rallentare ulteriormenteil pagamento.

Restano salvi i pagamenti fatti da alcuni Enti in valenza delle norme del decreto Cura Italia e ciò in quanto i nuovi requisiti entrano in vigore solo a partire dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Liquidità del 9 aprile.

A CHI SPETTA IL BONUS
All'aiuto in vista dell'emergenza sanitaria, possono accedervi i professionisti che: non siano titolari di pensione; con riferimento all’anno 2018, abbiamo percepito un reddito complessivo non superiore a 35 mila euro se la loro attività professionale sia stata “limitata” dai provvedimenti restrittivi emanati in conseguenza dell’emergenza epidemiologica; oppure, sempre con riferimento al 2018, abbiano percepito un reddito complessivo tra 35 mila euro e 50 mila euro e abbiano «cessato o ridotto o sospeso», l’attività libero-professionale in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Il bonus andrà richiesto alla propria cassa di appartenenza.

L'EROGAZIONE
La Cassa di appartenenza, dopo aver verificato la correttezza della domanda da parte dell’iscritto, eroga il bonus rispettando l’ordine cronologico delle domande. Le Casse sono tenute ad inviare al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e al Ministero dell’Economia e delle Finanze i risultati del monitoraggio delle istanze ricevute e di quelle ammesse al pagamento; ciò in quanto saranno rimborsati alle Casse gli importi pagati.

Nel caso in cui i ministeri riscontrassero incongruenze o uno scostamento rispetto al limite di spesa preventivato informeranno le relative Casse. Queste ultime dovranno, di conseguenza, sospendere l’erogazione fino a quando non si renderanno disponibile altre risorse.

Il plafond su cui possono contare i professionisti iscritti agli Ordini è di 200 milioni di euro per l’anno 2020, somma insufficiente rispetto ai potenziali destinatari.

Ricordiamo inoltre che per richiedere all'Inps gli aiuti messi in campo dal Governo per fronteggiare l'emergenza economica dovuta al Coronavirus ci sono due possibilità: affidarsi ad un consulente, che sia un Caf o un privato, oppure accedere autonomamente e presentare online la domanda.
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