AMBIENTE
Blu, viola o dedicate a Frank Zappa: come conoscere e difendersi dalle meduse
Da quella che colora le spiagge di blu cobalto a quella ispirata a Frank Zappa: tutto quello che c’è da sapere sulle meduse e come curarsi dalle ustioni a mare
Qualsiasi forma abbiano e quanto pericolose siano, le meduse affascinano e insieme spaventano, ma se si sa cosa fare anche un morso durante il bagno risulta meno doloroso
Correnti e innalzamento delle temperature, unite alla riduzione (causa pesca eccessiva) dei predatori del mare che ne vanno ghiotti, avvicinano sempre più spesso grandi quantità di meduse nei nostri mari, col rischio di trovarsi a esser pizzicati.
Niente paura, se proprio capita ecco il protocollo suggerito da un manuale dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi per trattare la zona urticata.
Le indicazioni valgono per la medusa che più comunemente troviamo nei nostri mari, ovvero la Pelagia Noctiluca (quella violacea con i lunghi filamenti).
Il primo suggerimento è non strofinare ma limitarsi a sciacquare con acqua di mare il punto entrato a contatto con la medusa. fa molto bene, se ne avete a disposizione, un risciacquo con acqua di mare e bicarbonato in eguali proporzioni.
Ma perché le meduse pungono? Attraverso i tentacoli e i filamenti riescono a iniettare una miscela velenosa proteica al fine di catturare prede o per difesa.
Il fatto è che questa "esplosione"avviene in meno di un milionesimo di secondo con un «Impatto - leggiamo nel manuale del jellyrisk - di oltre 70 tonnellate per centimetro quadrato». Una potenza bestiale praticamente.
Ma per fortuna non tutte le meduse e gli altri organismi gelatinosi sono pericolosi (anche se alcuni oceanici sono mortali).
Ci sono organismi, come la Velella Velella, poco urticanti e dal fascino unico. Queste riescono ad illuminare di blu cobalto intere spiagge. Sembrano un po’ delle cozze per la forma e con una piccola vela che le caratterizza. Una magia quando approdano a migliaia.
C’è la Salpa Maxima che sembra un’infinita corda trasparente con tanti galleggianti di sughero. E poi c’è anche la medusa che suona il rock. Il suo nome, dato dallo scienziato italiano Boero che è riuscito a classificarla nel 1983, è Phialella Zappai, ispirazione data dalla passione che lo studioso aveva per Frank Zappa.
Quando il ricercatore scrisse al musicista per informarlo che avrebbe voluto chiamare la medusa col suo nome, Zappa disse solo: «Non c'è niente che mi piacerebbe di più di avere una medusa chiamata come me».
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