TROPPA GRAZIA
Un nuovo Reality: il Consiglio telegenico del Comune
Non pare vero di potere vedere le sedute del Consiglio comunale di Palermo in diretta tv. Come per le partite di calcio, che le star del pallone ormai lo sanno di essere riconoscibili anche da come si grattano le orecchie. E anche i consiglieri si stanno adeguando. La tradizionale corsa alla riffa sta diventando una corsa alla griffe che rende il look più incisivo. I consulenti per l’immagine promettono di saper trasformare un cafone in un pavone. E chi se ne fotte se il palazzo era abitato dalle aquile? I rapaci dice che non sono telegenici. Invece, guarda come sono diventati educati e disciplinati, pare che sono stati insegnati a forza di nomination e concorsi di bellezza. Che poi, cosa c’hanno a che fare con la bellezza qualcuno ce lo deve spiegare, anche se qualcun altro dice che di concorsi se ne intendono e con un po’ di trucco, come al solito, si sistema tutto.
Insomma, anche a Palazzo delle Aquile la trasparenza televisiva sta facendo miracoli, come quelli che fanno le diete. Poi, se la panza cresce per davvero, si potrà sempre dire che la colpa è della telecamera, che è tutta un’allusione ottica. Perché non è solo l’occhio del padrone che ingrossa il cavallo, e sennò come ce la spieghiamo la dichiarazione dell’assessore ai Rapporti con il consiglio comunale Alberto Campagna? Lui ha detto che “La diretta televisiva è un’ottima strategia contro l’astensionismo, si lavorerà di più e meglio”. Ma dico io, non è che sta esagerando? Che poi qualche maligno pensa che prima i consigli non si facevano o si facevano a porte chiuse come i fistini o gli incontri di lotta clandestini.
E se invece avesse ragione? Allora vuol dire che finora non abbiamo capito niente. Perché se la politica fa o non fa, non è che deve risponderne davanti ai cittadini, ma solo davanti alle telecamere. Le nuove frontiere del reality rappresentativo sono merce nuova. Se nella vecchia fattoria ci stava zio tobia che leggeva la costituzione, nella nuova fattoria c’è più azione, ma alla fine, si sa, cambiando l’ordine dei fattori, i porci non cambiano.
In collaborazione con Pizzino
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