FUORI DALL'ISOLA

HomeBlog › Fuori dall'isola

Pieter Hugo, “Ritratti di Albini”

Ci ritroviamo davanti a questi primi piani molto ravvicinati, su sfondo bianco, affiancati l’un l’altro, nel quale riusciamo a scorgere i minimi particolari dei soggetti

  • 23 maggio 2004

ROMA - Si è conclusa domenica 16 maggio la personale del fotografo di origine sudafricana Pieter Hugo dal titolo “Ritratti di Albini”. La mostra si è tenuta presso la GNAM (Galleria Nazionale di Arte Moderna) di Roma. Impegnato socialmente, i temi a cui si riferisce l’autore vanno dai campi di accoglienza dei curdi in Italia, alla schiavitù infantile in Sudan. Ha recentemente terminato un periodo di lavoro di due anni presso il dipartimento Fabrica di Oliviero Toscani. Di chiara matrice Benettoniana infatti si presenta la mostra. Dal titolo dell’esposizione, sembrerebbe che l’artista, a differenza dei precedenti lavori, si sia voluto cimentare questa volta, in un puro esercizio di stile fotografico, prendendo come soggetto una particolare categoria di soggetti: gli albini. Ma non è così. Ci ritroviamo davanti a questi primi piani molto ravvicinati, su sfondo bianco, di notevoli dimensioni, affiancati l’un l’altro, nel quale riusciamo a scorgere i minimi particolari dei soggetti.

Adv
L’aspetto che li accomuna è una notevole fragilità cutanea che si manifesta con notevoli escoriazioni e arrossamenti, talvolta anche in statti avanzati. Gli occhi di tutti i soggetti ci appaiono di un colore vitreo spento, di un violaceo decisamente innaturale. I soggetti vanno dai bambini alle persone anziane. Paradossalmente proprio i bambini trasmettono un maggior senso spettrale a differenza delle persone più anziane che invece ci infondono un senso maggiore di allegria. Un aspetto che traspare è il senso di tristezza che accomuna tutti i soggetti, derivante da uno stato di solitudine nel quale sono stati confinati. Mettendo a nudo gli albini, l’artista ha voluto mettere a nudo tutti noi. La vera sostanza dell’opera, non sta nell’osservazione delle opere stesse, ma nella reazione che l’osservatore ha nel percepirle. L’artista riesce a tirar fuori la xenofobia latente, insita in ognuno di noi, xenofobia intesa come vera e propria paura del diverso. I soggetti ritratti, infatti appartengono indistintamente a tutti i gruppi etnici del pianeta, senza distinzione alcuna.

L’albinismo non è infatti una condizione sociale, ma semplicemente un difetto genetico che consiste nell’assenza o insufficienza di pigmenti nel corpo umano, che può colpire indistintamente chiunque, donne e uomini, di ogni parte del mondo. I soggetti sono principalmente affetti da problemi alla cute e alla vista. Ma i problemi che ogni giorno albino deve affrontare, sono ben altri: pregiudizi, ignoranza, xenofobia ai quali noi “normali” condanniamo in maniera “naturalmente involontaria” a vivere. Dietro un albino non ci sono ne povertà, né fame, ne guerre, c’è solamente la natura, che democraticamente colpisce indistintamente qualsiasi soggetto in ogni parte del mondo, senza causa alcuna. Una Democrazia decisamente spietata, ma pur sempre democrazia, pur sempre natura.

Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI