LE STORIE DI IERI
Il Cippo Itinerario di Piazza Indipendenza
Il traffico intasato e velenoso di Piazza Indipendenza (Palermo) secondo qualche irriducibile ottimista potrebbe avere, per incredibile che possa sembrare, addirittura qualche merito culturale. Ciò perché i lunghi minuti d’avvilente inerzia passati per forza a osservare un certo monumentino di grigia pietra di Billiemi - alla destra di chi voglia poi allontanarsi passando sotto Porta Nuova – potrebbero anche suscitare l’interesse di qualcuno per una pagina di storia, chiara tra le tante scure che riguardano gli anni dal 1825 al 1830. Quelli in cui regnò Ferdinando I di Borbone, sovrano delle Due Sicilie. Reazionario senza parola oltre che assolutista, e bigotto non solo in base al giudizio dei contemporanei. Ciò perché il piccolo manufatto cui alludiamo è il generalmente poco noto Cippo Itinerario che, nel primo trentennio del diciannovesimo secolo, il governo borbonico mise a disposizione di quanti convenivano sullo storico slargo per intraprendere o continuare viaggi più o meno avventurosi da Palermo alla volta di Trapani o verso l’interno dell’Isola passando per Corleone. Infatti l’attuale Piazza, allora nota come Piano di Santa Teresa, fu per parecchi anni l’equivalente di un moderno capolinea al quale confluivano dalla Marina anche le diligenze provenienti dai paesi della costa tirrenica e che subito dopo ripartivano dopo avere cambiato i cavalli stremati con altri riposati e ben nutriti forniti dalla vicina stazione di posta.
In una delle targhe di marmo sono pertanto indicate le distanze parziali tra Palermo, Monreale, Borgetto, Partinico, un non meglio noto paesino di Ragali, Alcamo, Calatafimi e Trapani. Nell’altra sono ugualmente indicate le miglia e perfino i passi che si dovevano fare per andare a Corleone passando per Altofonte o Parco, Piana dei Greci e per il quadrivio di Ficuzza. Dunque una regale accortezza che, forse con una punta d’ottimismo, permetteva ai viaggiatori e ad ogni eventuale fruitore delle società di trasporto pubbliche e private di calcolare la lunghezza, anche in ore, del viaggio da affrontare. Tutto questo considerato che un miglio siculo corrispondeva a metri 1486,62 mentre un passo era una cinquantina di centimetri. Un calcolo forse non proprio alla portata d’ogni passeggero di diligenza o di lettiga dato il tasso di contemporaneo analfabetismo relativo anche all’aritmetica.
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