STORIA E TRADIZIONI
Ben tre morirono in poco più di un anno: i bimbi (perduti) di Donna Franca Florio
Solo due figlie sopravvissero. Perderà anche il sospirato erede maschio. La sua tragica morte segnerà l’inizio del declino dei Leoni di Sicilia
Baby boy (a sx ) con la sorella Igiea (a dx) e la governante (dettaglio foto tratta dal libro Donna Franca Florio di Anna Pomar)
Dei 5 figli ne sopravviveranno soltanto due, perderà anche il sospirato erede maschio che con la sua tragica morte segnerà l’inizio del declino dei Florio.
Lei non si sottrasse mai nonostante il cupo dolore, agli impegni sostenendo il marito con la sua importante presenza. Le morti dei 3 figli si dispiegheranno in poco più di un anno, morirà infatti la primogenita Giovanna poi Ignazio e Giacobina, alla coppia resteranno due figlie, Igiea Costanza e Giulia.
La morte di un bambino è atroce, contro natura, anche se tra fine 800 e inizi 900 era documentata e frequente, soprattutto sotto i 5 anni attribuibile a 6 fattori: Infezioni respiratorie, gastroenterite, malattie virali prematuri, denutrizione.
Parliamo di un periodo in cui l’unico Vaccino era per il Vaiolo, non vi erano antibiotici, la penicillina arriverà in Italia con gli americani nel 1944.
Se molte malattie erano causate dalla scarsa attenzione su norme igienico-sanitarie, e da un’alimentazione non corretta priva di vitamine e sali minerali per inforzare le difese immunitarie, c’è da chiedersi il motivo per cui la mortalità infantile non fosse esclusivo appannaggio delle classi più povere ma falcidiasse anche i rampolli dell’alta società.
Rintracciare i motivi non è facile, non è possibile che vi fossero problemi di igiene in case aristocratiche con frotte di personale di servizio, o che non ci fosse una cucina variegata. Forse il problema risiede nella concezione che si aveva del piccolo, lasciato ad esclusivo controllo della famiglia, “un affare privato” anche dal punto di vista sanitario.
La Pediatria, che non considerò più il bambino un uomo in miniatura, ma un soggetto da trattare con una profilassi adeguata, si svilupperà proprio dopo i primi del 900 che non a caso sarà ricordato come il “Secolo dei Fanciulli”.
Sempre leggendo i dati si rimane colpiti anche dalla differenziazione di genere, nei maschi era più frequente la morte da 0 a 5 anni, mentre per le bambine la mortalità superava quella dei maschi dai 5 ai 9/14; si è ipotizzato che vi fossero stili di vita differenti tra maschi e femmine, superato il periodo critico, avrebbero sviluppato più difese immunitarie, rispetto alle bambine costrette a casa.
I piccoli Florio morirono per cause diverse, la prima fu Giovanna detta Giovannuzza, bambina gracile (termine che all’epoca indicava magrezza, insufficienza toracica, apparato scheletrico poco sviluppato). In una delle foto la vediamo con un enorme cappello di paglia che gli incornicia il viso ed un lungo vestito da cui escono due braccine sottili.
Giovannuzza morì a causa di una febbre durata più giorni e che le fece perdere coscienza, irrigidì il corpo. Portata alla villa ai Colli non trasse alcun giovamento, chiamato un luminare questi non riuscì a evitare il tragico epilogo, la bimba morì nel 1902 ad agosto, si pensa di meningite, altra malattia di origine batterica o virale.
Distrutta Franca fu portata dal marito in viaggio per cercare di placare il dolore lancinante per la predita della figlia, di cui rimane un quadro dove è ritratta in modo “evanescente” con un ampio cappello e un lungo abito bianco.
Il nuovo anno, il 1903, si aprì con una nuova perdita a cui ne seguirà un’altra. Il 14 Gennaio Franca e Ignazio erano presso amici francesi, quando arrivò la notizia che qualcosa di terribile era accaduto in albergo. Arrivati scoprirono che il figlio era morto.
La morte di Baby Boy come era chiamato il piccolo, è un mistero. Il bambino fu trovato a letto senza vita dalla bambinaia, su cui si addensarono sospetti.
La causa della morte non fu mai accertata. Ignazio non diede il consenso per l’autopsia spesso considerata a quei tempi un accanimento e una profanazione sul corpo del defunto. Florio accettò il referto di morte per arresto cardiaco.
Furono formulate alcune ipotesi: la bambinaia allontanatasi per un convegno amoroso, forse somministrò una dose di sonnifero letale per il piccolo, oppure gli fu data una dose eccessiva di purgante, pratica comune ai quei tempi, forse di Olio di Ricino, di cui non si conoscevano a sufficienza gli effetti negativi; la ricina può provocare convulsioni, aritmie, emorragie gastrointestinali che possono portare alla morte.
Altra ipotesi, rientrando in quel triste range di morte, Baby Boy non aveva ancora 5 anni, è che fu colpito da una malattia fulminante esattamente 5 mesi dopo la sorella.
Franca che aveva già Igiea, rimase incinta pochi mesi dopo la morte del bimbo. Giacobina nacque al settimo mese di gravidanza nel 1903 a Venezia e morì poche ore dopo. Siamo in un periodo in cui le incubatrici venivano sperimentate, l’insufficienza dei prematuri veniva curata con il calore che stabilizzava per quanto era possibile la temperatura corporea, non vi erano strumenti e macchinari per aiutare il piccolo con organi ancora non adeguatamente formati. Basti pensare che una dimostrazione delle prime incubatrici, fu una specie di attrazione nel 1896 a Berlino dove vennero mostrati neonati all’interno di rudimentali incubatrici, era il “Vivaio dei Bambini”.
Di 5 figli rimasero Igiea e Giulia, i piccoli andarono a raggiungere lo zio, fratello primogenito di Ignazio e Vincenzo, morto a12 anni anche lui per una febbre.
Del ragazzo, nella cappella di famiglia, rimane l’iscrizione e una immagine, difficile trovare quella dei bimbi Florio che sono nella cripta. Piccoli perduti troppo presto.
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